Collocandoci nel campo della sinistra, senza credere che questa categoria non abbia più validità, ci interroghiamo sulla necessità di una sua ridefinizione, confrontando opinioni diverse e percorsi eterogenei che sono alla base della nostra esperienza.
Mi sembra che il luogo nel quale ci confrontiamo, “il Becco”, sia animato da una notevole vivacità e gli articoli si susseguono a un ritmo che la dice lunga sulla voglia di discutere: bene, molto bene! Tuttavia sono pervaso da un discreto disagio e comincio a pensare che la depressione che prende, specialmente dopo i sessantacinque anni, di fronte al disastro della sinistra in genere e dei comunisti in specifico, non sia in realtà riducibile. Forse è per questo che mi sembra che la discussione, per le caratteristiche che ha, sia soprattutto un pestare l’acqua nel mortaio, indipendentemente dalla specifica qualità dei singoli interventi.
Ho letto con profonda attenzione e interesse i due articoli (uno in forma collettiva, l’altro firmato da Palagi).
Ottimi documenti, che mettono (finalmente) in primo piano battaglie e temi che sicuramente dobbiamo approfondire collettivamente.
Dmitrij Palagi, Diego La Sala, Enrico Pellegrini, Daniele Quatrano, Carlotta Sorrentino
a) Crediamo che il progetto del Partito della Rifondazione Comunista, nato nel 1991, abbia esaurito la sua spinta propulsiva, fallito il suo obiettivo di rigenerare e rilanciare una soggettività comunista all'altezza delle nuove sfide e si sia perso in una indefinita organizzazione incapace di fare sintesi dei percorsi che lo avevano lanciato.
“Il tempo è la cosa più importante: esso è un semplice pseudonimo della vita stessa.“ A. Gramsci
Nel precedente articolo di pochi giorni fa ho riflettuto su come cercare di ritrovare punti di riferimento stabili e non temporanei, su come costruire un progetto politico su basi solide, chiare, condivise.
Credo che abbiamo bisogno di fare ben due Rivoluzioni.
Breve e schematica riflessione per chiunque abbia come me il bisogno di capire e di agire.
È meglio fare, anche se in modo modesto, la cosa giusta...
...che fare bene la cosa sbagliata.
Premessa.
Nello scrivere queste poche pagine vorrei intanto cercare di raggiungere due obiettivi, essere sintetico, perchè la sintesi è chiarezza, e scrivere in modo semplice e comprensibile, sia perchè non sono capace, ma soprattutto perchè usare un linguaggio per “addetti ai lavori”...
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