Collocandoci nel campo della sinistra, senza credere che questa categoria non abbia più validità, ci interroghiamo sulla necessità di una sua ridefinizione, confrontando opinioni diverse e percorsi eterogenei che sono alla base della nostra esperienza.
Come contributo alla discussione un documento discusso e portato avanti dal territorio di Asti
Partito
Pensiamo che Rifondazione comunista e i comunisti siano gli elementi che la sinistra italiana ha per potersi rilanciare e arrestare il declino del paese. Valorizzare e non disperdere il patrimonio umano rappresentato dai militanti e dalle militanti del Prc è uno dei compiti che dobbiamo assumere senza alcuna remora.
Insieme ad altri giovani compagni abbiamo provato a lanciare una discussione sull’attualità di dirsi comunisti nel 2013 in Italia, alla luce dei risultati elettorali nazionali degli ultimi anni. Lo abbiamo fatto ponendo domande e una questione di metodo, convinti che ripartire da zero implichi il non dare per scontato gli elementi fondamentali.
Alcuni parziali risposte a titolo personale forse possono aiutare il confronto.
Che la politica italiana sia in gran parte composta da inossidabili culi di piombo è fatto ormai evidente a tutti. Sono veramente troppi coloro che detengono il medesimo ruolo da anni.
Quello che meno appare è che l’occupazione di ogni spazio di potere non è limitato alla sola politica e non è prerogativa esclusiva delle vecchie generazioni. Basta guardarsi intorno per scoprire che sono centinaia i personaggi che occupano la stessa posizione di potere da anni. Ciò accade nel giornalismo come nell’università, nell’economia come nello sport.
Quando nel luglio del 2010 feci la mia prima tessera al Partito della Rifondazione Comunista, entrando a far parte della Federazione fiorentina, una delle prime cose che mi furono raccontate fu l'esperienza di alcuni compagni toscani che avevano messo in piedi il progetto de L'Aurora. Ricordo ancora un viaggio in treno verso Empoli, per andare a fare servizio alla festa provinciale dell'A.N.P.I., in cui mi venne descritto il clima di brio intellettuale, di confronto e le punte di avanguardie raggiunte da questo progetto editoriale, nato nel 2005 e rimasto vivo fino alla metà del 2007. I compagni che decisero di prendere parte a quell'avventura sentivano la necessità di provare ad aprire un confronto franco ed approfondito, che avesse la capacità di andare aldilà delle separazioni organizzative e dei paletti che queste impongono. Aveva la genuina presunzione di costruire anche in Italia una sinistra unita, non subalterna e veramente rappresentativa delle istanze delle classi che ancora oggi, anche se con modalità diverse, sentono attorno al proprio collo il giogo del capitalismo.
Carlotta Sorrentino, Daniele Quatrano, Diego La Sala, Dmitrij Palagi, Enrico Pellegrini,
È difficile cercare di dare delle risposte alle domande, più o meno esplicite, che il nostro contributo ha sollecitato. È evidente però che non possiamo esimerci dal tentativo di farlo, anche perché pensiamo che alcuni affrontino il dibattito in modo eccessivamente parziale, tralasciando alcuni dei punti fondamentali, su cui volevamo porre l’accento.
Nel dibattito politico attuale in corso a sinistra del PD c'è tantissima confusione e molta approssimazione. Purtroppo il grado di degenerazione tra i comunisti dipende in prima misura da uno degli errori storici del Partito della Rifondazione Comunista, ossia dal fatto di non aver dato attenzione con la dovuta organicità, negli oltre 20 anni della sua esistenza, al settore della formazione culturale-ideologica dei militanti.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).