Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
Non sembra avere pace lo spettacolo “Fa'afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro” di Giuliano Scarpinato.
Fa'afafine parla di un bambino che scopre la fluidità della propria identità di genere. Lo spettacolo è rivolto in primo luogo alle scuole in un'ottica di educazione alle differenze e al rispetto reciproco, e prende il nome dai Fa'afafine della isole Samoa, persone che vivono riconoscendosi in un terzo genere. Lo spettacolo ha vinto importanti premi e ha ricevuto sostegno anche da Amnesty International. Riconoscimento che non sembra essere bastato: Fa'afafine ha scatenato infatti una lunga serie di polemiche lungo tutta la Penisola.
Gli esseri umani vivono in società. Quindi ognuno di noi è immerso in un ambiente che condivide con altre persone uguali a lui, con le quali ogni giorno è costretto ad interagire. È chiaro che tali interazioni devono essere regolamentate: ed è qui che entrano in scena le regole, ovvero "norme che un gruppo sociale si dà per assicurare la sopravvivenza del gruppo e per perseguire i fini che lo stesso ritiene preminenti" (definizione di Wikipedia).
Ci sono dei limiti, ci sono delle barriere oltre le quali la discussione andrebbe stoppata con disgusto e con smorfie. Ha suscitato l'attenzione dei media una cosa che fino a non molti anni fa sarebbe stata impensabile e che oggi diventa notizia di colore per essere normalità domani. Un corso professionale, organizzato a Palermo, offre la possibilità di diventare lustrascarpe.
Anche io non guarderò il Festival di San Remo perché non mi piace
Anche quest'anno si avvicina a passi da gigante il Festival di Sanremo. E, di pari passo, crescono le proteste di coloro che chiedono a gran voce di abolirlo e dare i soldi ai terremotati (o a chi muore per il freddo o quant'altro).
E così dopo i pestaggi, dopo l’uccisione ai cancelli di lavoratori in sciopero travolti dai mezzi in ingresso è arrivato anche l’arresto di un dirigente sindacale nazionale. Roba da ventennio fascista passata totalmente sotto silenzio dai media mainstream.
#PLaC. Un codice Etico per i lavoratori della Cultura
Nella giornata del prossimo 2 Febbraio, la campagna “Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali” presenterà, con l’iniziativa di lancio, presso la sala delle conferenze a Montecitorio, PLaC, un codice etico elaborato per l’annosa questione del settore dei beni culturali del nostro Paese e dei lavoratori dell’intero comparto. Sarà un momento importante in cui questa campagna, nata da oltre un anno e attiva anche con la denuncia verso bandi legati al “protagonismo” dei volontari ai danni dei professionisti, proverà ancora una volta a dire la sua all’interno di un dibattito notevole per il futuro sviluppo del Paese.
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