Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
Viviamo all’interno di un gigantesco vuoto di potere in Occidente ed è sempre più difficile girarci attorno, anzi direi che è divenuto ormai impossibile. In Europa si è passati per il declino del socialismo reale e delle socialdemocrazie, mentre negli Stati Uniti si assiste chiaramente all’estremizzazione dello spettro politico.
#27nov. Scende in strada il NO sociale
Il corteo che ha attraversato le strade di Roma, nella giornata di domenica 27 Novembre ha rappresentato pienamente lo stato dell'arte sul dibattito referendario. Una manifestazione temuta dai più e finita con una bella cornice di popolo in quella piazza del nome omonimo.
Una domanda che per gran parte dell’estate e dell’autunno ha interrogato i commentatori della politica Usa è stata: Trump trascinerà a fondo con sé anche i candidati repubblicani al Congresso? È accaduto, come ora sappiamo, il contrario: Trump ha trainato dietro di sé anche candidati repubblicani dati per spacciati o comunque molto in pericolo (Johnson in Wisconsin, Toomey in Pennsylvania, Young in Indiana, Blunt in Missouri).
Il primo degli articoli su Lucca C&G 2016 cliccando qui. Il secondo cliccando qui.
Gli aspetti fenomenologici dell’evento “LuccaComics&Games” sono sotto gli occhi di tutti, e sono stati efficacemente ricapitolati e commentati sulle pagine di questa stessa rivista.
In parallelo con la crescita della manifestazione e il suo aprirsi alla “cross-medialità” (quest’anno ha fatto scalpore il Pala-youtuber, una struttura nella quale alcune personalità del web hanno commentato il Festival), si assiste ad una maggiore compenetrazione tra editoria mainstream - Panini, Bonelli, le grandi firme del fumetto classico, come Manara - ed editoria underground.
Al degrado della politica americana che traspare ormai in mondovisione con l’ultima campagna elettorale corrisponde un eguale degrado sociale che anche alcuni conservatori come Nicholas Eberstadt non rinunciano a indagare. Anche questi studiosi sono ormai seriamente preoccupati per la pessima piega presa dall’economia americana che, nell’inseguire una crescita economica sempre più difficile e asfittica, si sta lasciando dietro buona parte della Nazione in quello che viene definito un “esercito di invisibili” confinati nell’inattività.
Con uno degli anglicismi sgangherati cui ci siamo abituati negli ultimi anni il Governo sembra intenzionato a licenziare lo “student act”, nulla di più che una serie di misure cosmetiche riguardo la contribuzione universitaria e il diritto allo studio. Perché cosmetiche?
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