Venerdì, 03 Maggio 2013 18:56

Progressi con le cellule staminali. E da noi?

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Hannah è una bambina di due anni che, grazie ad un trapianto di trachea, potrà cominciare a respirare da sola, senza aiuto di nessuna macchina. La notizia sta però nel fatto che la trachea che è stata trapiantata alla bimba (nata senza) è stata “costruita” grazie alle cellule staminali prelevate dal suo midollo spinale. Grazie alle ricerche portate avanti in anni ed anni, il Professor Macchiarini a Stoccolma è riuscito a creare un trachea nuova per la bambina partendo da un tubicino di gomma e ricoprendole con le cellule staminali prelevate. La trachea è stata poi impiantata nella gola di Hannah al Children's Hospital dell'Illinois.

La notizia, rappresentando un grande passo avanti dal punto di vista scientifico, ha riaperto la discussione sulla ricerca sulle cellule staminali anche in Italia. Nel nostro Paese questo campo di ricerca è regolato da una legislatura abbastanza particolare.

Quelle staminali sono cellule ancora non differenziate e che, quindi, possono svilupparsi diventando tipi di cellule diverse. Queste si trovano nel midollo osseo, nel cordone ombelicale e negli embrioni. Sono proprio le diverse potenzialità di sviluppo di queste cellule che ne fanno un elemento di ricerca fondamentale, che potrebbe segnare diverse svolte nel campo della ricerca. Come dicevamo, la legislazione italiana a proposito è molto peculiare. Nel nostro Paese la ricerca su cellule staminali è permessa solo nel caso in cui il Governo decida di finanziare il progetto. Oltre al fatto che è quasi superfluo evidenziare, di questi tempi, che i fondi destinati a questi investimenti sono alquanto scarsi, è abbastanza strano che sia solo ed esclusivamente il Governo a decidere dove potrebbero esserci le premesse per grandi scoperte oppure no. Dopo che anche negli Stati Uniti a febbraio la Corte Suprema ha sciolto un nodo discusso dal 2009 ammettendo l'utilizzo di fondi pubblici per la ricerca sulle staminali e confrontandoci con altri Paesi, anche europei, dove questo ambito di ricerca non ha limiti, in Italia ci ritroviamo a fare conti con restrizioni anche per il fatto che le uniche cellule staminali utilizzabili nella ricerca sono quelle provenienti dal midollo spinale. Come accennavamo prima, le cellule staminali utilizzate dagli scienziati sono ricavate da midollo, cordone ombelicale ed embrioni. In Italia la legge stabilisce che il governo possa finanziare ricerche con cellule provenienti dal midollo spinale o da embrioni acquistati all'estero. Ed è qui che troviamo una delle maggiori ipocrisie: l'utilizzo di cellule staminali provenienti da embrioni è vietata dal momento che il prelievo di cellule potrebbe comportare la morte di questi ma diventa possibile nel momento in cui l'embrione in questione non è “prodotto in patria” ma importato dall'estero (e come si potrebbe, se da noi pure la fecondazione in vitro è un'impresa eroica?). Ancora. Le cellule estratte da cordoni ombelicali (particolarmente ricchi) non sono utilizzabili: in Italia è vietata la formazione di banche private (banalmente la conservazione del cordone del proprio figlio) ma sono permesse banche pubbliche a cui fare donazioni. Banche a cui però non si può attingere per la ricerca sulle staminali ma che stanno là per eventuali future ricerche sulle malattie, ad esempio, del sangue.

E' vero che la ricerca sulle cellule staminali è ancora ad uno stadio iniziale: anche nel mondo accademico c'è chi si mostra scettico dal momento che l'utilizzo di cellule non differenziate potrebbe portare, col passare degli anni, allo sviluppo di tumori. Ma dall'altra parte abbiamo i successi raggiunti nello studio di patologie quali il morbo di Parkinson. La ricerca scientifica per definizione si basa su tentativi. Il più ponderati possibile ma sempre tentativi. E precludere la possibilità di fare tentativi utilizzando determinate cellule, che potenzialmente potrebbero segnare la svolta, significa tagliare ogni possibilità di sviluppo e successo in quell'ambito. Punto.

Ultima modifica il Venerdì, 03 Maggio 2013 19:14
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

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