Dopo il lancio della campagna “Di' per Dì = 42. Riformula Pisa, moltiplica lo spazio comune”, il Municipio dei Beni Comuni ha raccolto centinaia di persone fermamente convinte che attraverso la messa in comune delle loro idee si possa riaprire uno spazio di alternative, di integrazione, di innovazione, di diritti. Immaginare una nuova società: è questa la direttrice lunga la quale si sono costruiti sette tavoli di lavoro tematici incentrati su come far sì che l'ex distretto militare Curtatone e Montanara di Pisa, ribattezzato Distretto 42 in seguito alla riapertura dello scorso anno conclusasi con uno sgombero coatto in Aprile, possa essere strappato agli appetiti speculativi e riaperto alla città come spazio pubblico e spazio sociale.
Alla luce del fallimento del faraonico Progetto Caserme, che avrebbe vincolato la permuta da demanio a comune dei tre grandi siti militari presenti in città – caserma Artale, caserma Bechi Luserna, caserma Curtatone e Montanara – alla realizzazione di un'altro sito militare mastodontico nell'area industriale di Ospedaletto, rilanciare con forza sulla destinazione ad uso pubblico di questi luoghi, aborrendo l'alienazione del patrimonio pubblico per fare cassa, è ormai imprescindibile.
E il progetto partecipato che si è aperto in queste due giornate promosse dal MBC segna una netta cesura con i processi attuati dall'amministrazione comunale, che nel mese di dicembre si è incontrata con prefetto e rappresentanti del demanio al fine di riscrivere una progettualità sulla sorte delle caserme, un'idea di città calata dall'alto, con la totale estromissione della cittadinanza.
In una dimensione di gestione della cosa pubblica dove la “partecipazione” è vessillo comunemente issato sui governi di qualsiasi colore e prontamente ammainato per favorire i poteri forti, a Pisa si è messo a punto per la prima volta un metodo di lavoro capace di includere le diversità e di ritessere quelle relazioni umane che sono linfa vitale dei processi democratici.
La sessione di lavori del sabato si è caratterizzata per sei tavoli tematici dislocati all'interno del quartiere San Martino, dove è situato il Distretto 42, e nelle zone limitrofe, a testimonianza delle tante realtà associative che hanno creduto nell'importanza di mettere a disposizione i loro spazi per facilitare l'elaborazione collettiva proprio nella zona della città che maggiormente verrà a contatto con i benefici, in termini di socialità e azione sul terriorio, prodotto da una riapertura del distretto.
Moltiplica le voci, Moltiplica l'aggregazione, Moltiplica i diritti, Moltiplica il verde, Moltiplica le opportunità, Bambini che moltiplicano spazi comuni: questi i nomi dei workshop che si sono susseguiti per tutto il pomeriggio in un instancabile lavoro di brainstorming, confronto e sistemazione delle idee sulle planimetrie dell'ex caserma, in un colorato patchwork di concetti, sogni e necessità pronti a prendere corpo in attività concrete.
La domenica mattina i referenti di ciascun tavolo hanno relazionato il risultato raggiunto di fronte a architetti, ingegneri e tecnici dell'università di Pisa e della Società dei Territorialisti, che hanno messo a disposizione la loro professionalità per operare una sintesi di tutte le idee emerse.
Ad oggi, una planimetria conclusiva – ma non definitiva, aperta a ulteriori manipolazioni, aggiunte, modifiche, plasmabile a immagine e somiglianza di una città in continuo fermento – assoma la bozza di progetto, che verrà presentato alla città nella giornata del 22 Febbraio.
Contestualmente a queste giornate, la cittadinanza ha sottoscritto con centinaia di firme una mozione di natura popolare che verrà sottoposta nelle prossime settimane all'attenzione del consiglio comunale di Pisa, un provvedimento d'indirizzo che chiede a gran voce lo scioglimento del Progetto Caserme, cosicché il fantasma delle varianti urbanistiche a uso residenziale o commerciale sia cacciato per sempre, e la valorizzazione del processo partecipativo che si è adesso innescato.
La risposta dell'amministrazione comunale, più volte invitata a partecipare alla due-giorni, è stata il consueto, assordante silenzio; l'assenza più clamorosa è quella dell'assessore alla cultura e alla partecipazione, Dario Danti, soggetto preposto a seguire e facilitare simili percorsi.
Con un dirompente ribaltamento del monito del comandante Ernesto Guevara “siamo realisti, esigiamo l'impossibile”, il Municipio dei Beni Comuni ha riconsegnato nella mani della città un'idea di politica come arte del possibile e la possibilità di tornare a rigenerare gli spazi del Distretto 42 da qui in avanti sarà sempre meno evanescente.
Immagini liberamente riprese dalla pagina Facebook Municipio dei Beni Comuni