Le varie forme de "sapere", che cerchiamo di organizzare tra divulgazione scientifica (cliccando qui), scienze umanistiche (cliccando qui) e scienze sociali (cliccando qui), sfruttando le pur discutibili suddivisioni del nostro sistema accademico.
Immagine liberamente tratta da pixnio.com
"L'ultimo attore vivente del Coniglio nazionale di Resistenza (CNR). Nato il 22 maggio 1915, è morto all'età di 99 anni. La sua dipartita è stata annunciata a qualche ora dall'anno dei suoi cento anni".
Robert Chambeiron ha svolto un ruolo centrale nella lotta contro «le due facce del fascismo [francese], quella dell'occupazione [nazista] e quella di Vichy».
A ventuno anni entra a far parte del gabinetto di Pierre Cot (guidato da Jean Moulin), tra i creatori della compagnia Air France e ministro del governo del Fronte popolare. Chamberlon vivrà quattro anni di clandestinità nella Parigi occupata dai nazisti, durante i quali «la Resistenza mangiava tutti i minuti della giornata». È tra gli organizzatori della prima riunione del CNR, il 27 maggio del 1943, di cui diventerà segretario generale. Raggiungerà poi Londra, per poi rientrare in Francia anche come delegato dell'Assemblea consultiva provvisoria del 1944-1945.
“E quindi uscimmo a riveder le stelle.”
Dante, Inferno, canto XXXIV
Quando si dice che i giovani sono il nostro futuro. Ebbene, in questo caso è proprio vero: il diciottenne, nostro concittadino lastrigiano (anzi, malmantilese), Francesco Alfano, è la dimostrazione che non è vero che tutti i giovani siano sfiduciati, privi di coraggio e di speranza di fronte a un mondo che effettivamente non offre loro alcuna certezza, alcuna solidità, in un momento in cui gli orizzonti sembrano sfumare sempre più lontano e ogni luce sembra offuscarsi e venir inghiottita dentro un abisso scuro senza fondo. Francesco è giovane, ma la sua luce il mondo ancora non è riuscita a spegnerla, tanto che questo giovanissimo il 21 dicembre, presso l’antico Spedale di Sant’Antonio, a Lastra a Signa, ha presentato il suo libro “Ci sono in cielo tutte le stelle”, che non ho difficoltà a ritenere il primo di una proficua e lunga schiera.
Di trivelle, di archeologia e di storia.
L’importanza delle ricerca archeologica nel canale di Sicilia.
Un grande successo di pubblico, locale e non, ha accompagnato l’inaugurazione della II mostra archeologica subacquea a Licata (Ag), degna cornice rappresentante un intero territorio, all’interno di un quadro geografico tutto, che vede il “protagonismo” di ENI su queste terre. L’azienda ha manifestato la nuova volontà di stabilire nuovi pozzi di ricerca di idrocarburi nella costa prospiciente Licata e in generale nell’arco meridionale della Sicilia. L’archeologia, l’importanza della storia in questo senso hanno un ruolo fondamentale perché possono costituire, anzi allargare, il fronte di un no forte verso questa invasiva soluzione. Le ricerche archeologiche nel settore costiero licatese sono cresciute molto da un anno a questa parte, grazie soprattutto all'apporto sia del locale gruppo archeologico (Gruppo Archeologico Finziade coordinato dal Direttore Fabio Amato) e al contributo necessario della soprintendenza del mare, guidata dal Prof. Sebastiano Tusa.
La ribalta mediatica di questi giorni ha visto tra i protagonisti un grande e “ingombrante” documento della società civile del passato. Durante i celebri scavi per la realizzazione della terza tratta metropolitana della capitale, gli archeologi e gli esperti hanno individuato un grande e imponente bacino per la raccolta delle acque d’età imperiale. Dai primi dati emersi esso dovrebbe essere il più grande esempio di bacino per la raccolta idrica del mondo romano. La notizia può stupire, fino ad un certo punto.
Nell’ambito di “Leggere per non dimenticare”, ciclo di incontri culturali a cura di Anna Benedetti, mercoledì 10 dicembre la Biblioteca delle Oblate ha aperto le porte a un ospite illustre, il noto filosofo Remo Bodei, professore di filosofia alla University of California, dopo aver insegnato diversi anni alla Scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa, che ha presentato il suo nuovo libro, dal titolo “Età della vita, età delle cose”. A introdurre il professore e il suo ultimo lavoro (preceduto da titoli importanti come Ordo amoris, Paesaggi sublimi, Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri e molti altri) è stato il Sindaco di Firenze, Dario Nardella.
“Quando un'anima è pervenuta a un amore che pervade con la stessa intensità tutto l'universo, questo amore diventa il pulcino dalle ali d'oro che spezza il guscio del mondo.”
Simone Weil
Il secondo relatore è stato il professor Marco Vannini, fiorentino laureato in filosofia – tesi sul Wittgenstein metafisico e mistico – che ha percorso la strada mistica e spiritualista: è stato collaboratore di Padre Gino Ciolini al Convento agostiniano di Santo Spirito di Firenze, organizza un ciclo “di incontri con la spiritualità” presso la chiesa di S.Jacopo in via Faenza, è il massimo esperto di mistica speculativa e massimo conoscitore di Meister Eckhart di cui ha curato tutte le opere e infine, ma non per ultimo, autore di numerosi saggi, come “Storia della mistica occidentale dall’Iliade a Simone Weil”, “Inchiesta di Maria”, “Indagine sulla vita eterna” e molti altri.
Vannini esordisce dicendo che il sintagma Amore mistico, titolo della sua relazione, è un po’ ridondante, perché l’amore, nella sua natura più profonda, è sempre mistico, anche se non lo sa.
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