Saperi

Saperi

Le varie forme de "sapere", che cerchiamo di organizzare tra divulgazione scientifica (cliccando qui), scienze umanistiche (cliccando qui) e scienze sociali (cliccando qui), sfruttando le pur discutibili suddivisioni del nostro sistema accademico.

Immagine liberamente tratta da pixnio.com

Il mare di Licata (Ag) restituisce nuove testimonianze di un antico passato: le due ancore recuperate dalle acque della Rocca S.Nicola

Nell’ambito di un progetto e di una collaborazione iniziati circa un anno fa, sono riprese a pieno titolo le ricerche subacquee guidate e coordinate dall’equipe del Prof. Sebastiano Tusa, supportato logisticamente e “territorialmente” dal gruppo archeologico Finziade, diretto dall’archeologo Fabio Amato.

Le operazioni sono state quest’anno influenzate in negativo dall’instabilità metereologica. Essa ha ritardato o addirittura cambiato i programmi stessi degli archeologi.

Il 26 Luglio sono stati recuperati due reperti fortemente legati al mondo marinaresco antico: un ceppo in piombo mobile d’età presumibilmente romana e una ben più antica ancora a gravità ad un foro. Quest’ultimo reperto, ad una prima valutazione storico-cronologica va ad abbracciare un arco temporale piuttosto ampio, tra l’età del bronzo e la fase greca.

Domenica, 20 Luglio 2014 00:00

Cento anni dal 1914: letture a tema

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Il general Cadorna n’ha fatta una grossa,
ha messo le puttane nella croce rossa.
Bim bum bom
Bim bom bò
e i' rombo del cannò!

la regina Elena a i' re gli fa le corna:

l'hanno trovata a letto col generà Cadorna!

Bim bom bò
e i' rombo del cannò!

canti popolari Casentinesi della I guerra mondiale – dal sito: http://www.antiwarsongs.org

Forse è davvero questo lo stile, ancorché pesante, necessario per arginare l’alluvione di insulsa retorica patriottarda ed il più bieco revisionismo storico che si preparano per il 100° anniversario della I guerra mondiale.

Venerdì, 18 Luglio 2014 00:00

Un viaggio attraverso terra e melos

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Sorridi voluttuosa terra dal fresco respiro! Terra di dormienti, liquidi alberi! Terra del tramonto andato - terra delle montagne dalle vette di nebbia! Terra del vitreo scorrere della luna piena tinta di blu! Terra dello splendore e dell'oscurità che screziano l'acqua del fiume! Terra del limpido grigio di nuvole più vivide e più chiare per amor mio! Terra che si stende lontano a gomito - terra ricca di meli in fiore! Sorridi, il tuo amante arriva, Prodiga, tu mi hai dato amore - perciò io a te do amore! Oh indicibile, appassionato amore
Walt Whitman

Io sono colei che è la madre naturale di tutte le cose. Signora e reggitrice di tutti gli elementi, la progenie iniziale dei mondi, il culmine dei poteri divini, regina di tutti coloro che popolano gli inferi prima ancora di quelli che affollano il cielo […] per mio volere si dispongono i pianeti in cielo, le salubri brezze marine e e i lamentosi silenzi infernali […]”Come ha scritto Robert Graves nel suo La Dea bianca, questi versi, tratti dall’Asino d’oro di Apuleio compongono “il più completo e ispirato ritratto della grande dea di tutta la letteratura antica”.

In un'età caratterizzata da un aprioristico desiderio di nuovo, la storia – ridotta a semplice narrazione di ciò che è stato – sembra non raccogliere più interesse alcuno. In questo contesto, però, resiste e si rafforza l'antica ipocrisia della venerazione di chi non c'è più, che trasforma gli anniversari - festosi o luttuosi che essi siano - in grandi e acritiche celebrazioni volte a santificare eroi del giorno dopo, spogliati delle proprie idee e slegati dalla propria storia. Se questa è ormai la consuetudine, non c'è da stupirsi se il compito di dare il via alle celebrazioni per il trentennale dalla scomparsa di Enrico Berlinguer sia stato affidato a Walter Veltroni e al suo docufilm sulla vita del leader comunista. In fondo a chi affidare il compito di travisare una storia se non a chi, dopo aver ricoperto diversi incarichi nel PCI, ha dichiarato di non essere mai stato comunista?

“La bellezza è un enigma” (Fedor Dostoevskij)

Giovedì 22 maggio di nuovo la bellezza è stata il tema di discussione che fanno parte degli incontri che ancora per qualche altro giovedì si terranno nella sala del Cenacolo di Santa Croce. Il titolo scelto dal relatore Gianluca Garelli, professore di Estetica alla facoltà di filosofia di Firenze, era “qualche considerazione su bellezza e trascendenza”. Anche Garelli, come Givone la volta precedente è d’accordo sul fatto che nel moderno processo di desacralizzazione anche la bellezza non passa indenne.

Quella relazione bello/vero o bello/buono che per molta tradizione filosofica e non, fin dall’antichità (si pensi anche solo alla nota formula kalos kai agatos presente già nell’epica classica di età omerica) sembrava imprescindibile non è più garantita né scontata, anzi. Furono i medievali a mettere in dubbio la legittimità nell’accogliere anche la bellezza tra i tratti fondamentali e caratterizzanti l’essere.

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