Le varie forme de "sapere", che cerchiamo di organizzare tra divulgazione scientifica (cliccando qui), scienze umanistiche (cliccando qui) e scienze sociali (cliccando qui), sfruttando le pur discutibili suddivisioni del nostro sistema accademico.
Immagine liberamente tratta da pixnio.com
Il ritorno della mummia (nello sgabuzzino del museo)
Tutti noi, almeno una volta, abbiamo visitato un museo. Tutti noi abbiamo familiarità con l'immagine mentale di serie di stanze e corridoi pieni di teche di vetro dentro le quali sono custoditi reperti di vario genere, provenienti dall'antichità o dal medioevo: spesso pietra e ceramica, talvolta metallo, in casi eccezionalmente fortunati legno e tessuto. E siccome molti musei in Europa hanno anche una, per quanto piccola, sezione egizia, è probabile che molti di noi, nel visitare un museo, si siano a un certo punto ritrovati nella stessa stanza con una mummia.
Il recente ritrovamento di un cucciolo di leone delle caverne perfettamente conservato nel permafrost per più di 20.000 anni ha riportato alla ribalta un tema controverso, ossia la possibilità di riportare in vita specie estinte attraverso la clonazione. Se fino a qualche anno fa questa possibilità era relegata all’ambito della letteratura fantascientifica, le tecniche molecolari sono giunte a dei livelli tali da renderla uno scenario plausibile. Tuttavia, prima di immaginare che Jurassic Park divenga realtà, è il caso di prendere in considerazione alcuni elementi cruciali.
Genesi dell'anti-scienza
Negli ultimi tempi ha preso piede una nuova modalità di approcciarsi ai temi che riguardano la propria salute: sempre più persone mettono in dubbio le diagnosi dei medici e pretendono di trovare strade alternative per interpretare il malessere che li affligge, e spesso anche per porvi rimedio. Da questo atteggiamento nasce un clima di sempre maggiore sfiducia fra pazienti e medici. Per questo, se da una parte i primi sono sempre sul chi vive, pronti a sottolineare e sanzionare qualsiasi errore dei camici bianchi, i secondi sempre più spesso adottano la cosiddetta "medicina difensiva", tesa non a fare il bene del paziente, ma a cautelarsi il più possibile da eventuali errori. Quindi aumentano le richieste di esami diagnostici, talvolta non necessari, e di conseguenza le spese per il SSN.
La Guerra civile americana tra storia e memoria
Nel panorama politico in ebollizione degli Stati Uniti, uno dei temi che più è al centro di una controversa e feroce battaglia politica è la rimozione, in alcuni Stati, dei monumenti intitolati ai personaggi confederati della Guerra Civile. Il tema si è mescolato con le recenti tensioni razziali che sono riemerse (in realtà mai risolte) in molti sobborghi delle maggiori città statunitensi. Una battaglia che aveva preso di mira le forze di polizia, poi è diventata uno scontro tra i Democratici e comunità afroamericana, da una parte, e suprematisti bianchi, dall’altra, che hanno riportato alla luce una retorica neonazista che divampa in ogni parte del mondo cosiddetto occidentale.
Il cambiamento climatico non è solo uno dei tanti argomenti politici, scientifici e socio-economici di cui dovremmo preoccuparci nei prossimi anni. No: il cambiamento climatico è il solo argomento a cui pensare! Dovrebbe tenerci svegli ogni notte e impegnare ogni nostra energia durante il giorno; invece la pochezza con cui tutti stiamo affrontando il problema e la non decisione con cui ci approcciamo alla questione sono sconcertanti, per non dire imbarazzanti.
Uno dei marxisti italiani più rigorosi, Antonio Labriola, nel 1897 definiva la filosofia della praxis riprendendo le Tesi su Feuerbach, in seguito Gramsci chiarì come «l’essere non poteva essere disgiunto dal pensare, l’uomo dalla natura, l’attività dalla materia, il soggetto dall’oggetto; e se si fa questo distacco si cade in una delle tante forme di religione o nell’astrazione senza senso». Quindi, l’uomo stesso tramite questa filosofia viene concepito come una «serie di rapporti attivi (un processo)», tali che esso «non entra in rapporto colla natura semplicemente per il fatto di essere egli stesso natura, ma attivamente, per mezzo del lavoro e della tecnica» (Quaderni del Carcere). Ora quello che accadde durante la Rivoluzione d’Ottobre ce lo ha spiegato Gramsci attentamente ed è ben condensato nel suo articolo La Rivoluzione contro il Capitale (vedi qui), dal quale emerge come da questa filosofia sia necessario porre come «fattore di storia non i fatti economici, bruti, ma l'uomo, ma la società degli uomini, degli uomini che si accostano fra di loro, si intendono fra loro, sviluppano attraverso questi contatti (civiltà) una volontà sociale». Solo così si può intervenire concretamente sulla Storia rivoltando i rapporti di forza esistenti, non subendoli più passivamente lasciandosi porre come subalterni rassegnati. In base a questa filosofia gli uomini infatti «comprendono i fatti economici e li giudicano e li adeguano alla loro volontà», in poche parole fanno la Storia anziché lasciarsi gettare dal dominio di classe nel tritacarne della Storia.
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