Le notizie legate al contemporaneo, abbracciando società, istituzioni, questioni internazionali e tutto ciò che rientra nella vasta categoria di politica, rubriche e redazionali esclusi.
Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
"Lisbon storie - storie di italiani a Lisbona"
Una confessione preliminare: vedere questo documentario, il primo che racconta la storia di diversi italiani arrivati a Lisbona a partire dalla metà degli anni novanta, è stata una sorpresa non indifferente. Una sorpresa perché, in modo originale e limpido, le storie di questi italiani approdati nella capitale portoghese mostrano le mille sfaccettature che in quella città si possono toccare con mano.
Venti milioni di firme - da raccogliere entro il Giorno della Costituzione (3 maggio) del prossimo anno - contro la legislazione bellicista di Abe. Questo l'ambizioso obiettivo che si è data una coalizione civica formata da 29 gruppi (tra essi gli Studenti per un'Azione di Emergenza per la Democrazia Liberale). Alla campagna ha aderito anche il Partito Comunista.
Intanto, ad Okinawa, il governo della Prefettura ha depositato, lo scorso 3 novembre, il ricorso, presso il Consiglio per la Gestione dei Contenziosi tra il governo nazionale e le amministrazioni locali, contro la decisione del governo nazionale di ritenere nulla la cancellazione delle autorizzazioni, rilasciate dal precedessore di Onaga, il liberal-democratico Nakaima, ai lavori preparatori per la nuova base militare statunitense di Henoko. Entro 90 giorni, l'organismo dovrà pronunciarsi sulla validità giuridica delle decisioni di Takeshi Onaga.
Nel contempo, circa cento poliziotti antisommossa sono stati inviati a Nago dal Dipartimento Metropolitano di Polizia di Tokyo. “Stanno tentando di forzare il progetto di ricollocazione senza farsi scrupoli” è stato il commento del governatore.
In ambito internazionale, ha generato tensione la presenza di una nave cinese, con compiti di intelligence, nei pressi delle contese isole Senkaku. A riportare la notizia, lo scorso 12 novembre, è stato il Ministero della Difesa di Tokyo. “Il governo attuerà approfondite attività di sorveglianza nelle acque e nello spazio aereo della nazione” ha dichiarato il Segretario Generale del Gabinetto Yoshihide Suga.
“La normale attività della marina cinese in acque di sua competenza è irreprensibile ed in linea con il diritto internazionale” è stata la posizione, diametralmente opposta, del Portavoce del Ministero per gli Affari Esteri di Pechino Hong Lei.
Quest'ultimo ha anche criticato la posizione espressa dal governo nipponico, mediante Suga, circa i lavori effettuati dal governo cinese su una delle isole Spratly (o Nansha, come vengono chiamate in Cina). Le isole Spratly sono rivendicate da vari Paesi (in primo luogo Cina e Vietnam), ma non dal Giappone.
“Il Giappone non è tra le parti coinvolte sulle questioni inerenti il Mar Cinese Meridionale. Storicamente le isole Nansha sono state conquistate dal Giappone ma recuperate alla sovranità cinese dopo la guerra. Quando Cina e Giappone hanno normalizzato le proprie relazioni diplomatiche, nel 1970, il Giappone ha promesso di rispettare i punti contenuti nella Dichiarazione di Potsdam. Il Giappone non ha diritto di fare inappropriati commenti circa la sovranità delle isole Nansha” ha chiarito l'alto funzionario cinese.
Sul fronte lavoro, l'Indagine generale sui diversi tipi di impieghi (realizzata dal Ministero del Lavoro), ha mostrato come al primo ottobre 2014, la percentuale dei lavoratori non stabili, sul totale della forza lavoro nipponica, ha raggiunto, per la prima volta il 40%.
La maggiore quota di tali lavoratori è costituita dai part-time, seguiti dai lavoratori parasubordinati, dai pensionati ritornati al lavoro ed in ultimo dai lavoratori contrattualizzati dalle agenzie di lavoro temporaneo. La stessa ricerca indica come il 38,6% delle aziende rispondenti, abbia indicato l'uso del lavoro precario come necessario a ridurre i costi del lavoro.
(con informazioni di Japan Press Weekly 4 – 10 nov. 2015; ryukyushimpo.jp; ajw.asahi.com e fmprc.gov.cn)
Florence Queer Festival - Intervista a Roberta Vannucci
Anche quest'anno a Firenze torna il Florence Queer Festival, il festival cinematografico, ma non solo, a tematica lgbti. Il percorso del festival, infatti, è già cominciato da alcune settimane con mostre artistiche e presentazioni di libri e da Mercoledì 11 Novembre al cinema Odeon inizierà la rassegna cinematografica all'interno della "50 giorni di cinema internazionale a Firenze". Per la tredicesima edizione di questo appuntamento abbiamo contattato dalla direzione artistica del festival Roberta Vannucci, storica militante del movimento, volontaria di IREOS e da quest'anno presidente nazionale di Arcilesbica.
Qual'è stato il percorso del FQF dalla sua nascita ad oggi?
Il Florence Queer Festival è nato 2003, organizzato dall'associazione Ireos - Centro servizi comunità queer di Firenze in collaborazione con Eventi Music Pool e dal 2005 anche con Arcilesbica Firenze. All'interno di Ireos c'era la voglia di organizzare una rassegna di film di qualità che purtroppo fatica a trovare distribuzione, ma fu subito chiaro che non sarebbe stato solo cinema.Il pubblico all'inizio era solo lgbti ed il festival era un evento che rimaneva all'interno della nostra comunità. Adesso, anche grazie al fatto che fa parte del programma della rassegna "50 giorni di cinema internazionale a Firenze", ha sicuramente un pubblico più eterogeneo, un pubblico che ama il buon cinema indipendente, il teatro, la musica e i libri. Insomma è un festival aperto a tutta la città.
Che cosa ci aspetta nell'edizione di quest'anno?
Anche l'edizione del 2015 offrirà una panoramica del cinema indipendente di qualità da tutto il mondo con molte anteprime.
In apertura di festival, in anteprima assoluta, "La donna pipistrello" di Francesco Belais e Matteo Tortora con protagonista Romina Cecconi, la Romanina, una delle prime transessuali italiane ad operarsi. A seguire "Desire Will Set You Free" di Yony Leyser, anche questo in anteprima europea, un viaggio nella scena queer e underground berlinese. Sempre in anteprima europea "7 Kinds of Wrath" di Christos Voupouras, l'incontro tra un archeologo greco e un giovane immigrato arabo. L'anteprima italiana di "Je suis Annemarie Schwarzenbach" di Véronique Aubouy, il ritratto della scrittrice, giornalista, fotografa e viaggiatrice, lesbica e antifascita, uno dei personaggi bohemienne più conosciuti degli anni venti. L'anteprima italiana di "Fassbinder – Lieben ohne zu fordern" di Christian Braad Thomsen, documentario sul regista, applaudititssimo all'ultima Berlinale.
In Italia esiste una produzione culturale lgbti? Quanto bisogna attingere dal mercato estero?
La produzione cinematografica indipendente a tematica lgbti fa ancora fatica in Italia. Nonostante la "rivoluzione digitale" realizzare film è costoso. Ci sono comunque buoni esempi di progetti realizzati grazie a finanziamenti dal basso e un altro aiuto potranno darlo le web series, ma rimane comunque la difficoltà, comune a tutto il cinema indipendente, a trovare distribuzione in sala fuori dal circuito dei festival. Ovviamente nella programmazione di un festival, se hai "tutto il mondo" a disposizione non hai che l'imbarazzo della scelta.
In Italia la produzione culturale lgbti sconta lo stesso ritardo della politica?
In Italia, la cultura lgbti, ha ormai una storia molto lunga, spesso fuori dai luoghi dell'accademia, ma sicuramente non è così in ritardo come potremmo pensare se guardassimo soltanto alla mancanza di avanzamento sul piano legislativo.
Renzi ha assicurato che verrà approvata la legge sulle unioni civili in questa legislatura. Quale legge potrebbe accontentare il movimento lgbti?
Difficile predire se e quando il Parlamento riuscirà a legiferare sui diritti civili. La difficoltà del dibattito in ambito parlamentare è evidente per tutti. Il movimento chiede da anni il riconoscimento del matrimonio ugualitario, come già avvenuto in tanti altri paesi europei. Una legge sulle unioni civili non sarebbe sicuramente il pieno riconoscimento delle richieste avanzate dal movimento, sarebbe soltanto il primo passo verso un pieno riconoscimento del diritto di cittadinanza per le persone lgbti.
Grazie Roberta e buon Florence Queer Festival a tutte e tutti.
Quando esplode la polenta: il ritorno delle proteste in Romania
C'è un aforisma particolare che utilizzano i rumeni per definire sé stessi: " Mămăliga nu a explodat" ("la polenta non esplode"). Quest'espressione indica l'attitudine alla pacatezza e alla remissione del popolo rumeno: proprio come la polenta continua a bollire sul fuoco, scoppietta pian piano ma non esplode mai tutta insieme, così i rumeni, pur vivendo sotto regimi opprimenti, continuano a non ribellarsi, a preferire le scappatoie individuali piuttosto che quelle collettive.
La polenta, che ha continuato a borbottare per anni, è esplosa nel dicembre 1989, quando la ribellione di una minoranza etnico-religiosa del paese innescò una sommossa che nel giro di pochi giorni portò alla fine della repubblica socialista governata da Ceaușescu.
Un importante summit sino-nippo-coreano si è svolto la scorsa settimana a Seul, capitale della Repubblica di Corea. L'incontro trilaterale ai massimi vertici, che non si teneva da tre anni, ha visto la partecipazione del Capo del Governo cinese Li Keqiang, del suo omologo giapponese Abe e della Presidentessa coreana Park.
La ripresa di questi incontri è stata commentata positivamente da tutti i partecipanti nonché dal Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon: “le Nazioni Unite incoraggiano tutte le parti a lavorare in stretta cooperazione al fine di di promuovere la fiducia reciproca, la pace e la prosperità nella regione”, ha affermato l'ex ministro degli Esteri sudcoreano.
“Cina, Giappone e Repubblica di Corea, in quanto più grandi economie dell'Asia dell'Est e locomotive della crescita economica regionale, hanno sulle proprie spalle molto del peso della crescita economica mondiale. I leader delle tre nazioni hanno ribadito, nel corso dell'incontro, che attribuiscono grande importanza alla cooperazione trilaterale, ed hanno convenuto che la storia ed altri temi sensibili debbono essere trattati in maniera appropriata e che i tre Paesi debbono lavorare per l'integrazione economica regionale sulla base del principio di un corretto confronto con la storia ed avanzando verso il futuro, dando, quindi, un grande contributo al rinnovamento complessivo dell'Asia così come alla pace ed allo svilluppo mondiale” ha affermato la Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino Hua Chunying, la quale ha anche ribadito, in tema di sicurezza della penisola coreana, lo sforzo della RPC per sua la denuclearizzazione.
Un summit resosi necessario - mettendo da parte le dispute territoriali sino-giapponesi e nippo-coreane nonché gli scontri sulla storia coloniale del Sol Levante e sulla sua rimilitarizzazione - in un'area che vede economie tra loro sempre più interdipendenti, e sempre più importanti: i tre PIL combinati rappresentano, infatti, il 21% del PIL mondiale ed il 70% di quello asiatico.
Tra gli argomenti sul tavolo è stata, difatti, l'economia a farla da padrona, con una discussione circa la possibilità di un accordo di libero commercio trilaterale (accordo del quale si è cominciato a parlare nel 2012) e di un rafforzamento del Regional Comprehensive Economic Partnership (accordo che interessa le economie di Cina, Giappone, Corea del Sud, di altre dieci nazioni ASEAN nonché di India, Australia e Nuova Zelanda).
Nell'ambito del dialogo tra le parti al fine di attenuare la tensione nell'Asia del Nord-Est un altro importante colloquio si è tenuto, lo scorso 4 novembre, a Kuala Lumpur, tra il ministro della Difesa del Sol Levante Gen Nakatani ed il suo omologo cinese Chang Wanquan.
L'ultimo incontro tra i ministri della Difesa dei due Paesi aveva avuto luogo nel 2011.
Tornando a Tokyo, non cessa la battaglia a base di carte bollate tra il governo centrale e la Prefettura di Okinawa, guidata dall'anti-base Takeshi Onaga. Per il governo è infatti nullo l'atto di revoca delle autorizzazioni per la realizzazione di una discarica (uno dei lavori preparatori necessari alla costruzione della base militare statunitense di Henoko che sostituirà quella di Ginowan).
Dal canto suo, il governatore di Okinawa, ha dichiarato che si rivolgerà al Consiglio per la Gestione dei Contenziosi tra il governo nazionale e le amministrazioni locali.
Nel settore dell'istruzione, intanto, il ministro delle Finanze, l'ultraliberista Taro Aso, ha annunciato, lo scorso 26 ottobre, un piano che chieda agli atenei di aumentare considerevolmente le tasse a carico degli studenti, ciò al fine di rendere le università meno dipendenti dai finanziamenti statali.
Una richiesta, quella di Aso, che aumenterà le diseguaglianze per l'Associazione delle Università Nazionali. Tra i Paesi OCSE il Giappone è quello con la più alta quota di spese per l'istruzione a carico delle famiglie degli studenti.
Sul fronte nucleare, è sul punto di essere riattivata la centrale di Ikata (Prefettura di Ehime, isola di Shikoku). Dopo che, la scorsa estate, era giunto il parere favorevole dell'Agenzia Regolatrice per il Nucleare, adesso è arrivata anche l'approvazione del sindaco di Ikata e del governatore della Prefettura. Circa 4.000 cittadini hanno manifestato, il primo novembre, per chiedere lo stop alla ripresa della generazione elettrica dell'impianto.
In ambito politico, la proposta, lanciata dal Partito Comunista, per un governo di coalizione che cancelli le politiche militariste di Abe, ha trovato l'approvazione del premio Nobel per la Fisica Toshihide Maskawa.
Ad illustrare la posizione del PCG allo studioso era stato, lo scorso 28 ottobre, il suo leader Shii, presso il campus dell'Università di Nagoya.
(con infomazioni di Japan Press Weekly 28 ott. - 3 nov. 2015, xinhuanet.com, fmprc.gov.cn, mofa.go.jp, ajw.asahi.com)
foto Kim Hong-Ji
Sanità toscana verso il referendum
Da il manifesto
Nemmeno al Comitato per la sanità pubblica si aspettavano una risposta così rapida: in soli due mesi sono state raccolte 50mila firme per un referendum abrogativo della legge 28/2015 di “riordino” del sistema sanitario toscano. Ne bastavano 40mila. Nel mentre i moduli sottoscritti continuano ad arrivare, ogni giorno a centinaia, spediti da un capo all'altro della regione grazie al lavoro di una miriade di comitati locali. Questi ultimi hanno avuto buon gioco nel denunciare un provvedimento che sta portando alla riduzione dei presìdi territoriali. All'ennesima riduzione degli addetti, con conseguenti difficoltà ad assicurare per tempo i servizi meno urgenti ma di uso quotidiano. Al conseguente passaggio dei servizi al privato sociale o al privato tout court, diventato più veloce del corrispettivo pubblico, e paradossalmente meno costoso a causa degli aumenti del ticket.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).