Politica

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Le notizie legate al contemporaneo, abbracciando società, istituzioni, questioni internazionali e tutto ciò che rientra nella vasta categoria di politica, rubriche e redazionali esclusi.

Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org

Mercoledì, 22 Luglio 2015 00:00

Europa a tempo debito

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Il futuro dell’Europa a tempo debito

C’è Possibile, il nuovo movimento fondato recentemente da Civati dopo la definitiva rottura col PD, dietro la kermesse di tre giorni (17-19 luglio) alla Limonaia di Villa Strozzi a Firenze. Tavoli di lavoro e conferenze aperte a tutti hanno reso il “Politicamp - Un altro mondo è possibile” un’esperienza di confronto su temi dell’innovazione e della partecipazione. Sullo sfondo, la necessità di fare un passo avanti verso un movimento unitario della sinistra italiana alternativa a Renzi e ai populismi e che possa contribuire a costruire una Unione Europea alternativa a quella del rigore e della finanza speculativa che sembra regnare sovrana sullo scacchiere geopolitico continentale.

Uno dei momenti più significativi è stata la conferenza di sabato sera intitolata “il futuro europeo a tempo debito” che ha visto la partecipazione, fra gli altri, di Sergio Cofferati, Paolo Ferrero, Marco Revelli e Maria Pia Pizzolante. La fuoriuscita dal PD Elly Shlein, in qualità di moderatrice, lancia nella sua introduzione alcuni spunti di riflessione, questioni aperte per il futuro dell’Europa riassumibili in quattro luoghi che simboleggiano la profonda crisi politica che l’Unione sta attraversando: Grecia, Ucraina, Lussemburgo e Lampedusa.

Martedì, 21 Luglio 2015 00:00

Accordo internazionale sul nucleare in Iran #1

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Di Marco Fantechi

19 luglio 2015: viene sottoscritto accordo internazionale su impianti produzione energia nucleare in Iran. Dopo 21 mesi di trattative tra Iran e membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell' O.N.U. : USA - G.B.- Francia - Russia - Cina e Germania (non permanente) con partecipazione di Unione Europea e Agenzia Internazionale Energia Atomica (AIEA) si è arrivati ad un accordo.

I punti principali sono:

- Rifiuto da parte dell'Iran di produzione armi nucleari
- Ispezioni AIEA in tutti gli impianti
- Riduzione scorte uranio a 300 Kg
- Riduzione centrifughe di 2/3
- Utilizzo centrifughe di prima generazione (ir-1)
- Arricchimento uranio solo fino a soglia 3,67 %

Lunedì, 20 Luglio 2015 00:00

Ignoranza presa a calci

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Di Francesca Gabbriellini e Andrea Incorvaia

Ignoranza presa a calci

Le immagine giunteci da Treviso e da Roma lasciano l’amaro in bocca, un misto di rabbia e incredulità. A nemmeno cent’anni dalla “notte dei cristalli” la serpe del fascismo, dell’odio e della violenza torna prepotente sulla scena. Pisa tre settimane fa ha ospitato per la decima edizione un torneo di calcio a 5 che va oltre il mero rotolare di un pallone. Il mundialito antirazzista, un classico ormai; il Mondiale Rebelde: evento importante organizzato al principio di ogni estate dal Progetto Rebeldia. Quest’edizione ha rappresentato un punto di arrivo ma allo stesso tempo un punto di partenza: dieci anni di esperienza, lotte al fianco di associazioni e comunità migranti condensati in un anno particolare, con l’emergenza umanitaria in pieno sviluppo e la necessità di dare risposte concrete che partano anche dallo sport. Il mundialito ha visto il solito splendido agonismo legato alla fantastica correttezza tenuta in campo dai partecipanti: un mix perfetto tra squadre “migranti” (Kurdistan, Senegal, Romania, Eritrea, Albania, Brasile, Marocco) e squadre composte da associazioni (Libera, Emergency, Arci ragazzi, Il nodo collettivo, Radio Roarr, Africa Insieme e così via). Per la cronaca da campo questa decima edizione ha visto il successo bissato della Romania, che in finale ha sconfitto il Kurdistan 8-6. Terza piazza per l’Arci ragazzi i quali hanno battuto nella finalina il Senegal e la simbolica “Coppa Terzo Tempo” che ha visto sfidarsi le squadre che meglio hanno interpretato lo spirito del Mondiale, dove a trionfare è stata la squadra di Africa Unita contro Contratto Sociale. 

Pechino sempre più preoccupata dalle politiche militariste nipponiche. L’approvazione di alcuni disegni di legge del pacchetto per l'impiego delle Forze di Autodifesa all'estero ha suscitato la dura presa di posizione cinese. “Per ragioni storiche, le mosse del Giappone in materia militare e di sicurezza sono tenute strettamente sotto osservazione dai vicini asiatici e dalla comunità internazionale. [….] Quest’anno è il settantesimo anniversario della vittoria della Guerra Popolare Cinese di Resistenza Contro l’Aggressione Giapponese e della Guerra Mondiale Antifascista. In un momento nel quale le persone in tutto il mondo ricordano la storia e sperano per la pace, noi con forza chiediamo al Giappone di trarre le dure lezioni dalla storia, di seguire il percorso dello sviluppo pacifico, rispettando le preoccupazioni per la sicurezza dei suoi vicini asiatici ed astenendosi dal mettere a rischio la sovranità e la sicurezza cinese e dal danneggiare la pace e la stabilità regionale” ha dichiarato la Portavoce del Ministero degli Esteri della RPC Hua Chunying.
Fortemente critico per il processo accelerato, e per il definitivo stop alla discussione sui due disegni di legge approvati, il Presidente dei democratici Okada: “esprimiamo la nostra forte opposizione al fatto che tale legislazione, la quale rappresenta una decisa inversione di tendenza rispetto alla politica di sicurezza nazionale del Giappone, e che con ogni probabilità è incostituzionale, sia stata trattata a tambur battente, con il primo ministro Abe che ha ammesso che ‘non si è approfondita la comprensione da parte dell’opinione pubblica’ […] Il governo avrebbe dovuto ritirare i disegni e far ripartire la discussione dall’inizio".
"Naturalmente ciò non esaurisce il tema. L’opposizione pubblica continuerà durante la sessione della Dieta. In tali circostanze, ciò che conta è che noi si crei una situazione nella quale la legislazione non possa essere promulgata
ha proseguito il leader del PDG.

Sempre in ambito militare, una ricerca resa nota lo scorso giugno, mostra come il 64% dei ricercatori universitari si opponga alla cooperazione nella ricerca scientifica tra esercito ed università. Se il ministero dedicato continua a tagliare fondi alle università, quello della Difesa ha stanziato - per l’anno fiscale 2015 - 300 milioni di yen per cofinanziare ricerca scientifica a uso bellico.

Non cessa intanto l’opposizione di cittadini ed istituzioni locali alla nuova base militare statunitense, in fase di realizzazione, nella Prefettura di Okinawa.
Il 7 luglio, la città di Nago, sotto la quale rientra anche il distretto di Henoko che ospiterà la base, ha iniziato lavori di ricerca di tracce archeologiche nei pressi di Camp Schwab.
Lo scorso febbraio una pietra, risalente al Regno delle Ryukyu, era stata trovata proprio nell’area dove sorgerà la base militare.
Un’ordinanza, votata a maggioranza dall’Assemblea della Prefettura, ha, nel contempo, posto dei limiti al trasporto di materiali da costruzione (in particolare sabbia) necessari alla posa di opere in mare e provenienti da altre aree del Giappone, in quanto tali materiali possono essere portatori di specie particolarmente invasive e non presenti nella flora e fauna tradizionale dell’isola.

Sul fronte lavoro, in parlamento si è tornato a discutere di lavoratori stranieri e della possibilità di espansione dell’utilizzo di questi lavoratori in settori dai quali, fino ad ora, erano rimasti esclusi, come i lavori domestici. Un’estensione che, se realizzata, condurrà ad un aumento dell’uso degli stranieri per lavori manuali scarsamente pagati per la senatrice comunista Tomoko Tamura. Il governo ha intenzione di iniziare a consentire l’assunzione di lavoratori stranieri nel settore dei lavori domestici a partire da alcune aree qualificate come aree economiche speciali. Rischi insisti in una eventuale estensione anche per l’avvocato Shoichi Ibusuki, sentito dalla competente commissione della Camera dei Consiglieri in qualità di esperto. Per Ibusuki vi sarebbero rischi legati all’abuso fisico delle lavoratrici, ad un perpetuarsi della mancata condivisione del lavoro domestico tra uomini e donne e ad una non applicabilità della Legge sulle Condizioni di Lavoro.

(con informazioni di Japan Press Weekly 08 – 14 lug. 2015, di fmprc.gov.cn e dpj.or.jp)

Domenica, 19 Luglio 2015 00:00

In Grecia non tutto è perduto

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"Elections change nothing. There are rules" ("Le elezioni non cambiano niente. Ci sono delle regole"). Così Wolfgang Schäuble ministro delle finanze tedesco, riferendosi alla domanda di cambiamento democratica giunta col voto in Grecia lo scorso gennaio, chiariva quali erano gli spazi per una strategia riformista in ambito europeo.
Non tardava a fargli eco Jean Claude Juncker, che aggiungeva: "Non ci può essere nessuna scelta democratica contro i trattati europei".

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