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"Sindaco di strada": è questo il nome dell'esperienza che ha accompagnato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris durante la sospensione dalla carica di primo cittadino a seguito dell'applicazione della legge Severino. Il sindaco, rimasto di strada ma saldamente tornato al timone della giunta partenopea dopo l'interruzione della sospensione, fa con noi un bilancio della sua esperienza ed una riflessione su quanto si sta muovendo a sinistra. Lo abbiamo incontrato in occasione del convegno "Il contributo dei meridionali alla liberazione d'Italia" organizzato dall'ANPI e svoltosi nella splendida cornice del Maschio Angioino gli scorsi 22 e 23 gennaio.
“Noi alle elezioni ci presentiamo”. Da Siena a Prato, dall'Empolese Valdelsa a Pisa, i comitati toscani dell'Altra Europa annunciano la discesa in campo per le regionali di fine maggio. Con la speranza, esplicitata già in partenza, di far parte di un'ampia coalizione unita di forze associative, politiche e di base: “In alternativa a chi sostiene le politiche neoliberiste e di austerità”. Compreso il Pd, che dovrebbe ricandidare Enrico Rossi. Dietro la cui figura si staglia però l'ingombrante sagoma di Matteo Renzi. E di un partito, guidato saldamente dal fedelissimo Dario Parrini, le cui strategie d'azione guardano al centro. Non a sinistra. Vedi il gelo con Sel e l'accordo, già raggiunto, con “Toscana civica riformista”, nuova formazione comprendente ex di Psi, Udc e Idv. Per non parlare della nuova, più che fantasiosa, legge elettorale. Contestatissima, denunciata per incostituzionalità, e redatta insieme lo scorso autunno da Parrini e dal forzista Massimo Parisi, proconsole locale di Denis Verdini.
Difficile raccontare in poco tempo e in poche righe ciò che sta accadendo in Grecia. Ma in questi pochi giorni in cui stiamo vivendo la capitale greca, non pochi sono gli spunti di riflessione e i momenti di confronto politico, sociale ed umano. Arriviamo di fronte al Parlamento, a piazza Syntagma (una delle piazze principali che caratterizzò la stagione di protesta ad Atene). Veniamo accolti dal comitato elettorale di Syriza, poco lontano da lì: giovani attivisti, uomini, donne, ed esponenti della sinistra greca, insieme, per le ultime ore dalla scadenza elettorale: oggi, 25 gennaio, è un giorno cruciale, il giorno in cui si vanno a decidere le sorti non solo della Grecia, ma probabilmente anche del futuro dell'Unione Europea e delle sue politiche di austerità. Syriza è in testa, i sondaggi parlano di un possibile 36 per cento, se non di più. E mentre fioccano le interviste ai vari esponenti del movimento, mentre i greci incontrano esponenti e attivisti della sinistra di tutta Europa, siamo andati a fare un giro fra le strade della città con l'ormai famosa “Brigata Kalimera”, che ci ha mostrato i luoghi in cui Syriza, e non solo, sta operando a livello sociale e politico. Incontriamo lavoratori in sciopero, uomini e donne che stanno tentando di resistere alle disastrose politiche di austerity che stanno piegando il paese.
Sit-in di Zenroren, lo scorso 14 gennaio, davanti la sede della confindustria nipponica, ad inaugurare l'inizio delle contrattazioni sul salario di quest'anno. Principale richiesta del sindacato è l'aumento medio dei salari di 20.000 yen al mese e di 150 yen l'ora al fine di non escludere dagli aumenti forme precarie di lavoro non legate a salari mensili. Sempre sul fronte salariale, lo scorso 16 gennaio, su iniziativa del Ministero del Lavoro, è stata riproposta – in sede di Consiglio sulle Politiche del Lavoro – la legalizzazione degli straordinari senza corrispettivo economico.
Il premier Abe progetta una nuova dichiarazione ufficiale in tema di guerre coloniali per quest'anno (settantesimo anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale).
A confermalo lo stesso premier, sollecitato dai giornalisti, durante la conferenza stampa inaugurale del 5 gennaio.
La nuova dichiarazione dovrebbe sostituire quella di Murayama del 1995, comunicato sul quale Abe ha più volte manifestato il proprio disappunto.
Occidente
Tra i già numerosi mantra autorassicurativi in genere cretini che l’Occidente si è inventato dinanzi agli attacchi in casa propria da parte di militanti ISIS e al Qaeda ci sono ora l’alleanza con i governi islamici “moderati” e l’urgenza del compattamento con l’Occidente di tutte le realtà medio-orientali a esso legate, in modo da effettivamente riuscire a spuntarla in Siria e in Iraq, cioè nei teatri fondamentali di guerra. Ma a pochi giorni dalle stragi di Parigi si sono verificati pressoché contemporaneamente più fatti che attestano come l’Occidente continui a evitare con grande cura la constatazione della realtà effettiva delle cose, e come altrettanto accuratamente si stia dando la zappa sui piedi.
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