Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.
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Nel passaggio tra XX e XXI secolo alcune tracce dei temi delle scuole secondarie affrontavano il tema della globalizzazione. Una parola spesso ritenuta vaga ed indefinita, su cui si interrogava anche alla luce del movimento altermondialista.
Accordo UE - Turchia sui migranti: ennesima opportunità mancata
Rifugiati e politiche europee. Un’intervista ad Alessandra Sciurba
Oggi, 4 aprile, diventa operativo l’accordo dell’Unione Europea con la Turchia (ne avevamo già scritto qui). L’Europa, hanno sottolineato in molti, risponde alla crisi dei migranti mostrando un volto disumano e irrazionale. L’accordo firmato con la Turchia mette in luce l’assenza di una reale politica europea ed è sbagliato sotto numerosi aspetti.
È sbagliato dal punto di vista del diritto internazionale, perché viola i principi del diritto d'asilo stabilendo procedure che non solo rendono quasi impossibile applicare la Convenzione di Ginevra e tutte le altre norme sulla protezione internazionale, conferendo inoltre alla Turchia un ruolo che non dovrebbe ricoprire in quanto paese che viola i diritti umani. È sbagliato dal punto di vista umano perché assoggetta migliaia di persone a norme inapplicabili in campi profughi che velocemente perderanno ancora di vivibilità; infine, è sbagliato, dal punto di vista economico perché regala alla Turchia molte migliaia di euro a richiedente asilo invece di usarli in Europa per reali politiche di accoglienza.
Prosegue, in parlamento, la collaborazione tra le forze dell'opposizione mediante la presentazione di disegni di legge comuni. Lo scorso 17 marzo, presso la Camera dei Rappresentanti, è stato depositato - a firma di democratici, socialdemocratici, comunisti, Partito dell'Innovazione e Partito della Vita del Popolo - un progetto di legge finalizzato all'aumento dell'assegno di sostegno per i minori delle famiglie monogenitoriali.
Tra i Paesi OCSE, il Sol Levante ha la più alta percentuale (54%) di famiglie monogenitoriali sotto la soglia di povertà. Il governo ha presentato, sul medesimo tema, un disegno di legge volto ad innalzare l'assegno, ma unicamente per alcune fasce di reddito. La proposta dell'opposizione, al contrario, prevede un aumento del sussidio di 10.000 yen mensili a partire dal secondo, e per ogni successivo, figlio.
L’ombra nera del Califfato arriva in Europa e scuote nuovamente un continente provato dalla crisi economica. La percezione è quella di un nemico oscuro e irrazionale, quasi apocalittico nello scontro di civiltà che porta avanti. Causa di questa percezione del presente sono sia il sistema di informazione, che, principalmente, la classe politica: risultano imbarazzanti rispetto all’effettiva realtà con cui abbiamo a che fare.
La traduzione della complessità, di cui abbiamo scritto anche recentemente su queste pagine (Un atlante per provare a capire il mediterraneo) è operazione delicata, a cui andrebbe dedicata la necessaria attenzione.
Se i dati macroeconomici mettono, quantomeno, in serio dubbio l'efficacia, ai fini della crescita economica, della cosiddetta abenomics, una boccata di ossigeno per i conti nipponici arriva dal comparto turistico. Gli ultimi dati resi noti dall'Organizzazione Nazionale del Turismo mostrano una crescita, nel 2015, superiore del 6,7% rispetto all'anno precedente, per un totale di oltre 505.000.000 di notti di occupazione negli alberghi e nelle altre strutture ricettive.
A trainare la crescita i visitatori stranieri (quasi 25 milioni nel 2015. Erano meno di 10 fino al 2013) con un +48,1% di pernottamenti (oltre 66.000.000 notti complessive) ed il basso valore dello yen, che ha favorito, per i visitatori nazionali, le mete turistiche interne. Percentualmente, i più alti tassi di occupazione degli hotel si sono registrati nelle Prefetture di Osaka (85,2%) e Tokyo (82,3%).
Complessità. Se dovessimo individuare una parola adatta a descrivere la situazione che il Mediterraneo, in particolare che i paesi definiti come ME.NA (Middle East and North Africa) vivono oggi, di sicuro quella parola sarebbe complessità.
Questa affermazione necessita di essere ribadita in particolare oggi, all'indomani dell'attacco che ha segnato la capitale d'Europa, Bruxelles, e che ha seguito quelli che a novembre hanno coinvolto Parigi. Il pericolo di semplificazioni, di strumentalizzazioni, di risposte istintive è più che mai dietro l'angolo. E l'invito alla riflessione e all'analisi è proprio ciò che caratterizza la nuova versione del 2016 dell'Atlante Geopolitico del Mediterraneo, curato da Francesco Anghelone e Andrea Ungari ed edito da Bordeaux edizioni in collaborazione con il CeSI (Centro Studi Internazionali).
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