Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.
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Straordinario successo per la coalizione della sinistra (comunisti e socialdemocratici) a sostegno di Kenji Utsunomiya alle elezioni per il rinnovo dell'amministrazione di Tokyo. L'ex presidente della Federazione delle Associazioni Forensi ha conquistato nella competizione svoltasi il 9 febbraio la seconda posizione, ottenendo il 20,2% dei voti e battendo anche il candidato sostenuto dai democratici Morihiro Hosokawa, già premier negli anni '90, fermatosi al 19,6%.
Tokyo città di pace, questo l'appello – contenuto nella piattaforma elettorale – di Kenji Utsunomiya candidato della sinistra alle prossime elezioni dell'area metropolitana. L'ex presidente della Federazione delle associazioni Forensi ha proposta un incontro internazionale di “città della pace” coinvolgendo Pechino e Seul.
Di importanza cruciale nel programma elettorale del noto avvocato la realizzazione delle olimpiadi del 2020 riducendo l'impatto ambientale dell'evento.
Articolo e foto di Luca Onesti, sosteniamopereira.blogspot.it
“Quando attraversi Lisbona la domenica mattina, ricordati sempre di bere un bicchiere di ginjinha” canta Mariano Deidda nel suo ultimo disco dedicato a Fernando Pessoa, Mensagem.
Chi è solito passeggiare nel centro della capitale portoghese a poco a poco si costruisce una personale intricata mappa di luoghi e itinerari, e impara ad intermezzare il cammino di piccoli, piacevoli riti quotidiani. Uno di questi consiste nel concedersi una sosta alla liquoreria Ginja sem rival, in Rua Portas de Santo Antão, a due passi dalla centralissima piazza del Rossio, per assaporare un bicchiere di liquore all’amarena, la Ginja appunto, o un bicchiere di Eduardinho, un liquore che la leggenda narra abbia preso il nome da un pagliaccio che lavorava nel vicino teatro Coliseu ed era solito bere una mistura di liquori prima degli spettacoli, per stemperare la tensione.
Intervistato da Sergey Lozunko per “2000”, traduzione a cura di Federico Ghignoli
1) Pjotr Nikolaevich, io e Lei ci incontriamo in un periodo difficile, e ciò che sta succedendo nel Paese diventerà il tema principale della nostra conversazione. Ma vorrei cominciare da questa domanda: perché il gruppo PCU [Partito Comunista Ucraino N.d.T.] negli ultimissimi giorni ha continuato a lavorare in Parlamento? Non lo nasconderò, molti hanno espresso stupore. Più d’una volta ho sentito ragionamenti sul fatto che nel Paese c’è la rivoluzione, mentre i comunisti votano, come se nulla fosse accaduto. Quindi: perché?
La ringrazio per questa domanda. Lo anticipo, la mia risposta non sarà breve. Torniamo alla fine della scorsa settimana: il presidente è fuggito, il premier è assente, il potere locale e gli organi esecutivi sono paralizzati, il Paese è velocemente immerso nel caos, continua la violenza sui dissidenti, all’uscita da Kiev non è chiaro chi acchiappi i “titushki” [forze mercenarie che supportano il governo anti-ribelli N.d.T.], echeggiano inviti al linciaggio dei collaboratori di “Berkut” [unità antisommossa N.d.T.] e dei soldati delle Forze Armate Nazionali, e da allora sono iniziati i saccheggi; che non sono in alcun modo connessi con la politica.
Di come in questo Paese si affrontano le tematiche di politica estera ci siamo spesso lamentati: un disinteresse latente e fortemente diffuso è il campo perfetto in cui coltivare, a suon di disinformazione o notizie distorte, una coscienza completamente alterata di quello che avviene nel mondo.
In questi giorni i telegiornali si sono occupati largamente della crisi ucraina, mettendo in atto alla perfezione i precetti del buon giornalista al soldo dell'imperialismo. Il dramma di una società sull'orlo di una guerra civile è stato ridotto allo scontro tra la popolazione, oppressa dal governo filo russo, che
Trasformare il Giappone in una potenza militare capace di operare al di fuori dei propri confini, questa l'ossessione della maggioranza conservatrice alla Dieta. Per realizzare questo obiettivo sono continui i tentativi di modifica dell'articolo 9 della Costituzione, sia in maniera diretta che indiretta, modificando cioè prima l'articolo 96 che regola le procedure per le riforme costituzionali.
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