Internazionale

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Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.

Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org

Giovedì, 17 Gennaio 2013 00:00

La rivoluzione senza partito

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Ogni realtà socialista-partecipativa latino-americana ha le sue particolarità, ovviamente, ma anche fondamentali determinazioni comuni: tra le quali, per quanto riguarda Venezuela ed Ecuador, il fatto paradossale di aver inventato il proprio partito addirittura dopo avere vinto.

Conviene però aggiungere come una mano, paradosso nel paradosso, sia venuta dall’essere questi due stati repubbliche, come le altre americane, nelle quali il presidente ha enormi poteri: è eletto direttamente dal popolo, è al comando del potere esecutivo e delle forze armate. Anzi in Venezuela è stata la concentrazione di potere ciò che ha consentito a Chávez di avviare una rivoluzione socialista subito dopo avere vinto (1998) le prime elezioni presidenziali, unitamente al prestigio nel popolo per la rivolta, a capo di un’organizzazione di militari nazionalisti e di sinistra, condotta contro un governo che (1992) aveva fatto massacrare dalla polizia e dall’esercito migliaia di persone inermi che protestavano contro gli aumenti del pane e della benzina.

Lunedì, 14 Gennaio 2013 00:00

Pillole dal Giappone #3 – Dopo le elezioni

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Acquisito il risultato delle elezioni per il rinnovo della Camera bassa del parlamento, il Presidente del Partito Comunista Giapponese Shii Kazuo durante una conferenza stampa ha sottolineato in primo luogo la discrepanza tra il numero di seggi ottenuti dalla coalizione PLD-Nuovo Komeito (di poco superiore ai due terzi) ed il consenso reale di questa coalizione nel Paese, i Liberal-Democratici hanno infatti perso - nella quota maggioritaria - in termini assoluti un milione e seicentomila voti rispetto alle precedenti elezioni (quando vennero sconfitti dai Democratici) ottenendo con il 43% dei consensi il 79% dei seggi uninominali, calo ancora più marcato si è registrato nella quota di seggi assegnati con il sistema proporzionale.

Venerdì, 11 Gennaio 2013 15:20

Curdi carne da macello (omicidio a Parigi)

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Tre compagne del PKK, il Partito dei lavoratori curdi della Turchia, sono state brutalmente assassinate a Parigi nella sede di un’associazione degli immigrati curdi. Provo molto dolore: conoscevo una di queste donne, Fidan Doğan, l’avevo incontrata un’infinità di volte a Bruxelles e a Strasburgo nel corso dei dieci anni che sono stato parlamentare europeo. I governi della Turchia, come quelli di Israele, fanno da sempre un gigantesco lavoro di lobby presso i giornali e le istituzioni parlamentari di tutta Europa, qualcosa la comprano, potrei fare un paio di nomi: ed è subito scattata la velina del regolamento dei conti tra curdi, precisamente tra l’ala “militarista” del PKK e quella favorevole a trattative con il governo turco.

Il PKK ha da sempre una propria discussione interna sulle proprie opzioni, ma essa non si è mai risolta assassinando qualcuno, invece si è risolta discutendo, magari molto a lungo, come è accaduto dopo la cattura in Kenya nel 1999 del loro leader indiscusso, Abdullah Öcalan. Inoltre la discussione non è mai stata così divaricata, è sempre stata sul modo di combinare lotta armata, mobilitazione di popolo, lavoro legale, usando i varchi della ridottissima democrazia turca e la costituzione di un partito curdo legale, attualmente il DTP (il nome di questo partito cambia continuamente, a seguito del suo periodico scioglimento a opera della Corte Costituzionale per “separatismo”, “terrorismo”, “offesa all’identità turca”: ma i suoi dirigenti nel frattempo ne hanno già predisposto un altro).

Giovedì, 10 Gennaio 2013 00:00

Nuovo anno latino-americano

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Tutti sappiamo, bene o male, quello che sta succedendo nel mondo. Nel Belpaese si stanno pian piano creando nuovi orizzonti politici; Monti, M5S, il Movimento Arancione, PD, PDL e così via. A livello internazionale si parla molto del famigerato "Fiscal Cliff", approvato recentemente negli States, o dei continui problemi in Egitto, dei conflitti nella Striscia di Gaza, per non dimenticare i fantomatici massacri del Presidente Siriano Bashar Al-Asad (che, a sentire i nostri media, avrebbe praticamente già sterminato tutte le donne ed i bambini). Ma da un continente un po' più ignorato, l'anno nuovo si presenta con nuove notizie.

Venezuela

"A coloro che mi augurano la morte, io auguro una lunga vita, perché possano vedere la Rivoluzione Bolivariana continuare ad avanzare di battaglia in battaglia e di vittoria in vittoria." Hugo Chavez

In vari articoli sul nostro sito c'è stato modo di analizzare il percorso del PSUV e del percorso politico di Hugo Chavez. Ma non ci sono solo belle notizie. Il Presidente Bolivariano ha infatti visto i propri malanni peggiorare. Dal giugno 2011 gli è stato diagnosticato un cancro nella regione pelvica, allargato poi col tempo al fegato e al midollo spinale. Più volte si è fatto operare in Venezuela e, sopratutto, a Cuba. Ultimamente le analisi mediche hanno portato alla luce ulteriori complicazioni con la malattia e Chavez è stato ricoverato tempo fa in una clinica proprio a Cuba (paese che, ricordiamo, pur tra molte difficoltà causa non dalle politiche Castriste, ma dal sanguinoso embargo voluto dal paladino della Democrazia Kennedy, riesce a garantire uno dei servizi sanitari statali migliori al mondo), per eseguire alcuni interventi (uno dei quali risale addirittura a pochi giorni dopo il ricovero, l'11 Dicembre). Immediatamente sono apparsi rumors su rumors, alcuni dei quali davano Chavez già per morto - notizia smentita subito dallo stesso - .

I dirigenti del PSUV stanno cercando di evitare futili allarmismi e cercano giustamente di contenere la fuga di notizie; Ernesto Villegas, ministro delle comunicazioni del Venezuela, ha ammesso che ci sono state complicazioni a seguito di un'infezione polmonare, e che attualmente Chavez ha difficoltà respiratorie. Cosa resta da dire dunque? Attendere, augurare a Chavez una guarigione e, nel malaugurato caso in cui El Presidente Bolivariano non dovesse superare queste difficoltà, che le alte cariche del PSUV riescano in breve tempo a eseguire la transizione, e che riescano a trovare un leader altrettanto carismatico e interessato alle problematiche del popolo.

Argentina

"Basta colonialismo!" C. F. de Kirchner

L'Argentina ha invece optato per un'apertura più aggressiva del nuovo anno. La Presidente Kirchner ha infatti mandato il 3 Gennaio scorso - in occasione dell'anniversario del primo sbarco britannico sulle isole, nel lontano 1833, in cui una guarnigione britannica scacciò la guarnigione argentina presente sull'isola - una lettera aperta al Primo Ministro del Regno Unito David Cameron, in cui si scagliava contro la dominazione britannica delle contese isole Falkland. Per chi non lo sapesse, le isole Falkland furono oggetto di guerra nel 1982 tra il Regno Unito e l'Argentina; conflitto iniziato nel marzo 1982 e terminato nel giugno dello stesso anno, con la vittoria del Regno Unito della "Lady di Ferro" - Margaret Thatcher - . A distanza di più di 30 anni, la Kirchner ha deciso di intervenire per chiedere che fossero restituite all'Argentina le isole Falkland con questa già citata lettera a Cameron: "Scacciare gli abitanti argentini con coloni britannici fu un atto di colonialismo del diciannovesimo secolo", dice la Kirchner nella lettera. Già l'anno scorso vi erano stati conflitti a proposito delle Falkland, in occasione del trentesimo anniversario dell'offensiva argentina, senza successo. Tuttavia il governo britannico non sembra intenzionato a retrocedere, a detta del Ministero degli Esteri, a meno che non lo vogliano gli abitanti. È stato dunque indetto un referendum il cui esito - tuttavia - appare scontato, dal momento che molti abitanti delle isole sono britannici. Motivo della contesa, oltre all'ovvio sentimento di rivendicazione nazionale - tra l'altro "supportato" da alcune risoluzioni ONU, la prima delle quali è la 2131 del 1965, che definiscono legittime quelle guerre intraprese a fini di liberazione e di autodeterminazione - anche la recente scoperta di alcuni giacimenti petroliferi nell'area attorno le isole.

Messico

"Imposero anche il loro calendario: in alto i giorni di riposo e benessere, in basso i giorni di disperazione e morte. E celebrano ogni 12 ottobre come "il giorno della scoperta dell'America", quando in realtà è la data dell'inizio della guerra più lunga della storia dell'umanità, una guerra che dura ormai da 515 anni e che ha come obiettivo la conquista dei nostri territori e lo sterminio del nostro sangue" Subcomandante Marcos

Risale invece a poco più di due settimane fa la marcia organizzata dall'EZLN in occasione del 21 Dicembre 2012. Sfatando il mito creato attorno alla fine del calendario Maya, una moltitudine di militanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e di autoctoni di stirpe risalenti a popoli Maya hanno preso parte alla cosidetta "marcia del silenzio", sfilando simbolicamente nelle principali città del Chiapas in silenzio e in assoluta tranquillità. In questi ultimi anni stanno diventando sempre più frequenti le manifestazioni e le proteste di molti gruppi in Messico - specialmente studenteschi o movimenti di indigeni - supportati proprio dalla lotta Zapatista. Forse quasi tutti dovrebbero prendere esempio dall'EZLN e dai ribelli Messicani. Più volte molti giornalisti e politicanti scettici hanno dato per morto questo grande movimento, che in realtà ha smentito con dimostrazioni pubbliche imponenti a cui aderiscono sempre più militanti, dimostrando l'importanza e la determinazione di una lotta sentita veramente nel paese.

Martedì, 08 Gennaio 2013 00:00

Il Venezuela e le due idee di socialismo

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Il 16 dicembre sono stati eletti in Venezuela i governatori dei 28 stati che lo compongono. In 4 il Partito Comunista non era alleato del Partito Socialista Unito del presidente Chávez. Le ragioni addotte dal PCV sono che il candidato del PSUV non garantiva sul piano dell’orientamento politico o del costume. Non sono in grado, ovviamente, di valutare l’attendibilità puntuale di queste critiche. Quindi poche considerazioni.

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