Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
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Occorrerà modificare rapidamente la struttura dell'economia italiana, al fine di renderla coerente con gli orientamenti delle forze politiche dominanti. Piantagioni di banane dal Brennero a Pantelleria, per intanto. Anzi occorrerà anche una riforma costituzionale. Ben quattro fatti, in rapido ordine di tempo, suggeriscono che la si definisca “Repubblica bananiera italiana”:
Nella nostra Costituzione i servizi pubblici assumono un valore di promozione sociale. Si tratta di una funzione progressiva che, nello spirito dei costituenti, andava a creare un percorso di partecipazione e coinvolgimento popolare che avrebbe dovuto coinvolgere pure l'impresa privata, immaginata con uno status di utilità sociale.
Nella maggior parte dei casi quando si parla di “lavoratori precari”, l’immagine che viene subito alla mente è quella dei tanti ragazzi e ragazze impiegati nei call-center per conto delle grandi aziende, costretti a turni estenuanti e ad un lavoro monotono e frustante. In verità quella appena descritta è solo una delle realtà che costituisce l’universo dei cosiddetti lavori precari che, seppur rilevante, non esaurisce di certo la fin troppo vasta tipologia di impieghi di questo genere, con cui sono costretti a scontrarsi i ragazzi che si affacciano sul mondo del lavoro.
Dai recenti dati diffusi del rapporto Eures-ANSA sull’omicidio volontario in Italia, che descrivono il fenomeno del femminicidio possiamo notare che nei primi sei mesi del 2013 sono state uccise in Italia 81 donne, di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo.
Metti un Gomez un giorno a Firenze e vedrai 25 mila persone che si mobilitano al solo scopo di intravederlo e incitarlo. Metti un Renzi alle primarie del PD e vedrai circa 30 mila persone che decidono di dargli il loro voto.
Il paragone è sicuramente azzardato e può sembrare mal combinato ma il fenomeno che i due fatti rivelano è lo stesso: la comprensione della società al tempo della comunicazione di massa e le dinamiche che l’attraversano.
Siamo sinceri, avevamo pensato di incontrare meno difficoltà quando a dicembre abbiamo dato vita al progetto de Il Becco. Un semplice (ma impegnativo) sito per quasi un mese, poi un’associazione di promozione sociale, a cui si è aggiunto il quotidiano online come testata registrata e per ultimo il mensile cartaceo. Quest’ultimo è l’unica fonte di sostegno economico per una sfida completamente autofinanziata.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).