Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
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Intervista a Carlo Formenti a cura di Dmitrij Palagi
1) In apertura al tuo libro “Se questa è democrazia” hai scritto che il sistema dei media ha svolto un ruolo fondamentale nel passaggio dal modo di produzione fordista a quello attuale. Partiamo quindi dal capire in cosa è consistito questo passaggio?
Fino a un recente passato l’economia occidentale si è fondata su un modo di produzione caratterizzato dalla standardizzazione di processi produttivi di tipo meccanico (catene di montaggio e robot), funzionale a un mercato che doveva sfornare beni di consumo durevoli, cioè prodotti di massa standardizzati. Poi c’è stato, in primo luogo, il passaggio a una tecnologia di tipo diverso, quella digitale, che sforna prodotti “personalizzati” (le virgolette sono d’obbligo
Scrivere di mafia non è mai facile. Chi lo fa rischia la sua stessa esistenza, molte delle volte. Però dobbiamo continuare a farlo, a scriverla, a dirla, a raccontarla, altrimenti rischia di venire fagocitata dentro il silenzio omertoso, dentro il mutismo di chi trema, di chi tace, dentro la cecità di chi si volta da un'altra parte fingendo che non esista, o dentro la complicità di chi copre posizioni di potere e che di sottobanco costruisce il suo regno stringendo rapporti con quei personaggi che inquinano il nostro paese e contaminano le nostre istituzioni politiche e governative. Forse la mafia non potrà essere mai sradicata ma sicuramente il primo passo per combatterla è darle voce, condannarla, scrivere e dire un no deciso contro di essa, chi la seppellisce, chi la sotterra o chi rimane indifferente a questo malsano fenomeno, o peggio ancora chi ci va a braccetto, usufruendo di privilegi o voti, chi ci stringe affari, le regala ancora più vittorie e e si rende suo complice diretto.
Dopo la pausa caffè i macchinisti delle Ferrovie ricominciano la discussione. A partire dal 1 settembre dello scorso anno è stato concordato un nuovo contratto lavorativo: “Adesso col nuovo contratto siamo diventati lavoratori a cottimo, cioè più si lavora e più si guadagna, nel bene e nel male. Se da un lato questo può servire al lavoratore che magari ha bisogno di guadagnare un po’ di più per far quadrare i conti in famiglia, dall’altro gli straordinari sono diventati inutili”. Monetizzare tutto serve all’azienda per far ingoiare il rospo: ma quanto è grande questo rospo?
Leonardo Croatto, Dmitrij Palagi
Partiti e sindacati svolgono la loro funzione di rappresentanza su piani separati, questa distinzione di ruoli non fa però venire meno la possibilità di una visione politica comune, che in Italia ha permesso una storia unica in Europa: quella del PCI e della CGIL nel corso del ‘900.
Il fascismo uccide ancora. Il fascismo uccide e aggredisce. Sapevamo che sarebbe successo, sapevamo che soprattutto adesso, in questo contesto socio-economico, il fascismo sarebbe tornato a mostrare il suo vero volto.
La terza Corte d’Assise di Roma ha parlato chiaro: le uniche persone che possono essere ritenute colpevoli per aver ucciso Stefano Cucchi sono cinque dei sei medici imputati; agenti della polizia ed infermieri sono stati dichiarati non colpevoli dal momento che il fatto non sussiste. E’ in questo modo che si chiude il processo di primo grado sulla morte del ragazzo: con l’attribuzione di pene irrisorie per chi non ha curato Stefano. Ma nessuno è parso interessarsi al perché Stefano ci sia arrivato in quelle condizioni tra le mani dei medici.
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