Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
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In difficoltà anche sul terreno dell'equilibrio psicologico, data quella che appare l'impossibilità di evitare l'esecuzione delle condanne a suo carico, Berlusconi ha alla fine individuato un percorso possibile non solo di rilancio ma di rivincita. Il bombardamento quotidiano per via mediatica che parla del suo ingiusto martirio a opera di una proterva magistratura comunista e della conseguente lesione grave che subirebbe la democrazia italiana fa da necessario accompagnamento al disegno politico di rivincita: serve a tenere alta la tensione e la mobilitazione del suo elettorato e al tempo stesso serve a giustificare questo disegno.
Arriva in questi giorni, dopo il licenziamento da parte del Consiglio dei Ministri del nove settembre scorso, il Decreto Legge sull'istruzione.
Il titolo dato a questo DL 104 è “misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”. Si tratta del primo provvedimento organico sull'argomento da parte di questo governo, anche se la natura stessa indica in una legge di conversione dall'iter molto incerto la possibilità che esso si tramuti in legge.
C'è stato un tempo, anni ed anni fa, in cui il 20 settembre in Italia era considerato festa nazionale. Un tempo in cui quello della fine dello Stato Pontificio e dell'annessione dei suoi territori al Regno d'Italia era un giorno da ricordare e festeggiare. Un tempo conclusosi con la firma dei Patti Lateranensi. Oggi gran parte degli italiani il 20 settembre non è neppure consapevole della ricorrenza del giorno e coloro che lo sono sono spesso considerati alla stregue di simpatici romanticoni che ricordano un mondo che fu e non sarà più.
I dati sul turismo della stagione estiva appena trascorsa si dimostrano alquanto incerti: secondo il Centro Studi di Federalberghi il risultato complessivo del trimestre estivo è pari ad un +0,8% determinato da un -2,7% di clientela italiana e da un +4,7% di quella estera con un giro d'affari che, comunque, anche nel 2013 subirà una flessione quantificabile al momento in un -8%; le condizioni di chi sostiene il settore turistico col sudore versato quotidianamente, stagione dopo stagione, peggiorano inesorabilmente. Il calderone retorico dell'ottimismo come volano della crescita dunque non risparmia nessuno.
Il piano di dismissioni annunciato da Letta non ha potuto non allarmare le organizzazioni sindacali, in primo luogo per ragioni occupazionali quelle genovesi, sui concreti rischi di desertificazione industriale del nostro Paese. Su quanto avvenuto, sui rischi e sulla situazione attuale abbiamo ascoltato l'opinione di Bruno Manganaro, Segretario della FIOM genovese.
Di Alex Marsaglia
Articolo uscito sul numero cartaceo di agosto scaricabile in pdf qui
Nella notte tra giovedì 21 e venerdì 22 marzo inizia la lunga mobilitazione dei lavoratori della logistica. Milano, Piacenza, Bologna, Torino, Genova, Padova, Brescia, Verona, Treviso, tutti i più grandi centri logistici del Nord Italia vengono bloccati da uno sciopero dei facchini dal forte carattere etnico (più del 50% sono immigrati) oltre che di classe. I siti interessati dalla mobilitazione sono i nuclei della grande distribuzione legati a multinazionali come l’Ikea, la Coca-Cola, la TNT, la DHL, la GLS e ad altre sigle di portata nazionale quali l’SDA, la Bartolini, l’Esselunga, Coop e Bennet. Le rivendicazioni degli scioperanti organizzati dai sindacati Si Cobas e Adl Cobas abbracciano un ampio spettro di richieste che vanno dalla rivendicazione di maggior democrazia sindacale con il riconoscimento dei sindacati di base nel CCNL, alla tutela dei lavoratori nei cambi d’appalto, passando per la limitazione del subappalto e le otto ore lavorative con pagamento dell’eventuale straordinario, per arrivare al pagamento totale di malattia, infortunio, Tfr, festività e permessi, fino all’aumento salariale uguale per tutti al fine di recuperare l’inflazione.
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