Notizie dai territori o legate comunque alle lotte per i beni comuni e a difesa dell'ambiente.
Immagine liberamente tratta da pixabay.com
“Resistete a colui che costruisce una piccola casa e dice: "qui sto bene"
resistete a colui che rientra a casa e dice: "dio sia lodato"
resistete al tappeto persiano dei condomini
all'ometto dietro la scrivania
alla società d'import-export
all'istruzione di stato
alle tasse
a me stesso che vi parlo
resistete a colui che per ore intere dal podio saluta le sfilate
resistete al presidente del tribunale
alle musiche, ai tamburi, alle parate
Il giglio magico perde Sara Biagiotti
La caduta di Sara Biagiotti fa un gran rumore. Un tonfo la cui eco arriva fin dentro palazzo Chigi. Perché la sfiducia del consiglio comunale di Sesto Fiorentino alla sindaca Biagiotti, eletta dodici mesi fa, colpisce una fedelissima di Matteo Renzi. Con lui nel viaggio in camper per conquistare il partito. Con lui all'epoca della prima Leopolda. In quella trimurti femminile – con Simona Bonafé e Maria Elena tacco 12 Boschi – che tanto solleticò le penne degli inviati giornalistici e le regie televisive.
Oltre le storie di ieri resta l'unicum di Sestograd. Fedele alla linea dal settembre 1944, che già nel 1899 aveva sindaco un socialista (Pilade Biondi), e che oggi si ribella alla sua prima cittadina. Al suo modo di amministrare la città, incollata al capoluogo e a un pugno di chilometri da Prato, ma orgogliosa della sua storia e delle sue caratteristiche. Più di 50mila abitanti felici di essere sestesi. Eppure la fiorentina Sara Biagiotti l'ha accusata senza mezze misure: “Per troppi anni Sesto è stata chiusa verso l'esterno”. Come se fosse un paesino delle Dolomiti. Non il centro più importante e dinamico della popolosa Piana fiorentina.
Di Francesca Gabbriellini e Andrea Incorvaia
Ignoranza presa a calci
Le immagine giunteci da Treviso e da Roma lasciano l’amaro in bocca, un misto di rabbia e incredulità. A nemmeno cent’anni dalla “notte dei cristalli” la serpe del fascismo, dell’odio e della violenza torna prepotente sulla scena. Pisa tre settimane fa ha ospitato per la decima edizione un torneo di calcio a 5 che va oltre il mero rotolare di un pallone. Il mundialito antirazzista, un classico ormai; il Mondiale Rebelde: evento importante organizzato al principio di ogni estate dal Progetto Rebeldia. Quest’edizione ha rappresentato un punto di arrivo ma allo stesso tempo un punto di partenza: dieci anni di esperienza, lotte al fianco di associazioni e comunità migranti condensati in un anno particolare, con l’emergenza umanitaria in pieno sviluppo e la necessità di dare risposte concrete che partano anche dallo sport. Il mundialito ha visto il solito splendido agonismo legato alla fantastica correttezza tenuta in campo dai partecipanti: un mix perfetto tra squadre “migranti” (Kurdistan, Senegal, Romania, Eritrea, Albania, Brasile, Marocco) e squadre composte da associazioni (Libera, Emergency, Arci ragazzi, Il nodo collettivo, Radio Roarr, Africa Insieme e così via). Per la cronaca da campo questa decima edizione ha visto il successo bissato della Romania, che in finale ha sconfitto il Kurdistan 8-6. Terza piazza per l’Arci ragazzi i quali hanno battuto nella finalina il Senegal e la simbolica “Coppa Terzo Tempo” che ha visto sfidarsi le squadre che meglio hanno interpretato lo spirito del Mondiale, dove a trionfare è stata la squadra di Africa Unita contro Contratto Sociale.
Il cineforum ARCI di San Casciano sbarca all'Arena
Nel 2015 cade il 120° anniversario della nascita del cinema. Per questo il Cineforum Arci San Casciano ha scelto di omaggiare tale evento con varie proiezioni. In particolar modo, lunedì 20 Luglio (ore 21.15), presso l'arena dentro le mura di via lucardesi a San Casciano Val di Pesa, si terrà una rassegna di corti cinematografici di giovani emergenti toscani.
Intervista ad Alberto Ziparo, professione Associato UniFi
1) La regione Toscana ha approvato il PIT, quali sono i cambiamenti principali in gioco? E come cambia il ruolo dei progettisti e urbanisti dopo questa approvazione?
Gran parte del territorio toscano è tutelato, adesso: gli interventi devono seguire regole precise; inoltre si limiterà il consumo di suolo e si eviteranno peggiori disastri ambientali, anche con l’avvio del programma di risanamento idrogeologico. Ancora si supera la contrapposizione tra sviluppo e ambiente: oggi lo sviluppo può essere solo ecologico o sostenibile. Gli urbanisti devono saper assumere le dominanti paesaggistiche quali elementi distintivi e strutturanti del progetto. Per chi esce dalla scuola di Empoli questo non è certo un problema. Ma molti tecnici, anche già formati, devono rivedere e aggiornare il proprio background alla luce di tali innovativi caveat.
Di Clelia Incorvaia
Rosa Balistreri: un fiore siciliano in Toscana.
Si racconta di un fiore capace di sopravvivere all'arsura, di un fiore capace di rigenerarsi e fiorire al primo alito di vento. È la rosa del deserto. Non a caso, in gergo, si definisce "rosa del deserto" qualcosa di straordinario, di raro. Non è da tutti, infatti, imporsi nonostante le avversità; non è da tutti fiorire in un terreno generalmente arido. Rosa Balistreri l’ha fatto. Rosa non era una semplice cantante. Era molto di più. Era una stornellatrice in lotta con il mondo che ha fatto della disperazione il leitmotiv della sua produzione artistica. Era una cantastorie analfabeta, che nonostante non sapesse né leggere né scrivere, si è resa autrice di un capitolo culturale di altissimo pregio. È stata una donna, una mamma, una figlia, una siciliana profondamente ancorata a quella mentalità bigotta e codina che denunciava, invincibilmente legata a quel tessuto familiare e sociale violento che la costrinse a cercare il successo altrove, in Toscana, dove visse per dodici anni con il pittore Manfredi, dove incontrò artisti quali Mario De Micheli, Ignazio Buttitta, Dario Fo. Rosa, la ‘’picciriddra’’ che ha avuto il suo primo paio di scarpe a quindici anni, ne ha fatta di strada, nonostante tutto.
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