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Capitalismo e crisi fra Ideologia e Utopia
Cronache del tentativo di assolutizzare la libertà di mercato e dei suoi fallimenti recenti
Mai come oggi viviamo in un mondo dominato dall’ideologia. Il trionfo del neoliberismo e la caduta del muro di Berlino hanno reso la rappresentazione del mondo fondata sul libero mercato l’unica egemone rendendo sempre più difficile all’individuo, in mancanza di altre visioni del mondo verso cui indirizzarsi, sfuggire alle sue maglie. Essendo così inserito all’interno di una cultura unitaria e priva di dialettica, l’individuo è indotto a ritenere che tutte le grandi ideologie siano morte e che qualsiasi altra alternativa utopica sia condannata al fallimento, in quanto la libertà del mercato rappresenterebbe una condizione naturale e necessaria.
La metanarrazione del capitalismo contemporaneo insomma funziona proprio tramite un processo (ideologico!) in cui ideologia e utopia vengono sempre più delegittimare come categorie filosofiche e spinte ai margini della riflessione politica. Questo oblio permette al neoliberismo di attribuire la falsificazione ideologica solo ed esclusivamente a chi si oppone alle logiche dell’economia di mercato e di raffigurare l’utopia come un sogno perverso destinato al fallimento.
Imponente e maestosa, Aida è l’opera nazionalpopolare per eccellenza, un capolavoro italiano famoso in tutto il mondo e tra i più rappresentati in assoluto.
Ad Aida non manca nulla, amore, guerra, pietà, odio, il travolgente corso collettivo degli eventi e l’intreccio inestricabile delle passioni individuali. Lo scenario esotico e la musicalità spettacolare incorniciano quest’opera intramontabile.
Giuseppe Verdi la compose nel 1871 su pressante richiesta del Chedivè d’Egitto Ismail Pascià per celebrare la precedente apertura del canale di Suez. In verità non molto propenso a scrivere su commissione, Verdi dovette essere convinto da amici francesi, tra cui il prezioso Du Locle, direttore dell’Opéra Comique di Parigi, e infine cedere, attratto dal soggetto del Mariette.
Selma - La strada per la libertà
10 dicembre 1964, Oslo (Norvegia). Martin Luther King (interpretato da un ottimo David Oyelowo), all'epoca trentacinquenne, riceve il premio Nobel per la pace.
King nel suo discorso comunica la speranza di vedere tutte le genti ottenere "istruzione e cultura per la loro mente e dignità uguaglianza e libertà per il loro spirito".
VOGLIOOO IL PAPATOOO!
Questa rubrica di archeologia cinematografica ha lo scopo di riportare alla luce, come in un vero e proprio scavo, o quantomeno all’attenzione dei lettori, opere cinematografiche, anche di serie non eccelsa, che a suo tempo hanno descritto in maniera efficace storie, costumi e abitudini, … e talvolta, sia pure non consapevolmente, hanno contribuito a formare un minimo di coscienza civile nel pubblico.
In questo caso si potrebbe parlare di modernariato più che di archeocinema, l’opera è del 1973, e per essere opera è opera davvero trattandosi di LA TOSCA di Luigi Magni.
Il regista romano si ispira direttamente a Victorien Sardou ancor più che a Giacomo Puccini, dando maggiore spazio all’ambientazione politica e sociale dell’epoca, la vicenda si svolge il 14 giugno 1800 la giornata di Marengo, rispetto al tormentato rapporto sentimentale fra la cantante Floria Tosca e il pittore Mario Cavaradossi centrale nel melodramma di Puccini che in ogni caso era una riduzione del dramma teatrale di Sardou.
Questa rubrica di archeologia cinematografica ha lo scopo di riportare alla luce, come in un vero e proprio scavo, o quantomeno all’attenzione dei lettori, opere cinematografiche, anche di serie non eccelsa, che a suo tempo hanno descritto in maniera efficace storie, costumi e abitudini, … e talvolta, sia pure non consapevolmente, hanno contribuito a formare un minimo di coscienza civile nel pubblico.
Gli scavi sono stati sospesi per un po’ di tempo, motivo per cui è necessario recupera il tempo perduto segnalando non uno, ma ben tre film: The North Star (1943), Action in North Atlantic (1943), Days of Glory (1944).
I titoli originali forse non dicono molto, ma i titoli italiani: Fuoco a Oriente, Convoglio verso l'ignoto, Tamara la figlia della steppa, forse potranno far sorgere qualche ricordo nei lettori de Il Becco, perché di quando in quando passano nella programmazione di qualche rete locale.
“… durante la notte, nei miei sogni, potevo attraversare senza impedimenti l’universo in qualsiasi direzione, dalla cima del Monte Meru alla sua base e distinguevo chiaramente ogni cosa…”.
(Milarepa)
Continua l’interessante ciclo di incontri letterari/filosofici presso il Nuovo Auditorium di Scandicci e domenica, otto febbraio, è stato il turno di Luigi Lombardi Vallauri, ordinario di filosofia del diritto presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi di Firenze, che ha presentato “I centomila canti” di Milarepa, edito da Adelphi e tradotto da Kristin Blancke e Franco Pizzi.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).