Cultura

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Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.

Immagine liberamente tratta da pixabay.com

A oltre 30 anni di distanza, i primi di marzo del 2015, è tornato nelle sale cinematografiche Non ci resta che piangere. Tra le scene più note c'è quella in cui Benigni e Troisi vengono fermati dal doganiere, al suono di: "chi siete, cosa fate, cosa portate, quanti siete?". Interrogata in modo analogo la sinistra italiana di oggi avrebbe serie difficoltà nel tentare di rispondere. Questo riguarda la sua incapacità di rappresentare settori sociali contemporanei, ma si lega inevitabilmente anche alla sua identità storica.

Lunedì, 02 Marzo 2015 00:00

Sulla violenza dei videogiochi, presunta

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Il 22 Dicembre nella sezione “27° Ora” del sito Corriere.it, ovvero il sito de Il Corriere della Sera, forse il più famoso e più antico giornale d’Italia, era ed è possibile leggere una lettera di una madre. Il titolo di questa missiva è Videogiochi che «allenano» alla violenza e io li stavo per regalare a mio figlio. Incuriosito da questo titolo, vado a leggere, prima con poca attenzione e, in seguito, con crescente attenzione.

Scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del cazzo […], scegliete la vita”.

Tutti questi pressanti imperativi sociali, efficacemente descritti nella scena iniziale di Trainspotting e a cui il protagonista Mark Renton cerca disperatamente di fuggire, sulle note di Lust for Life di Iggy Pop, in nome di una vita più autentica e più libera, sono già il passato. Il sistema non ti chiede più di rispettare un orizzonte normativo ristretto e monotono; al contrario: la società e le forme economiche che la sorreggono gridano in coro la tua libertà rispetto alle istituzioni tradizionali, la tua autonomia e autenticità rispetto all’automatismo fordista, la tua originalità rispetto al livellamento massimalista prodotto dal welfare state, la tua flessibilità rispetto alla ripetitività del posto fisso.

Domenica, 01 Marzo 2015 00:00

Vizio intrinseco o di forma?

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Vizio intrinseco o di forma?

 

Lo so molti di voi diranno che di Anderson conoscono Wes (quello di “Grand Budapest Hotel”) ma il cineasta californiano Paul Thomas ha fatto numerose opere importanti e di gusto spiccatamente cinefilo. Tutto ebbe inizio nel 1997 con “Boogie Nights” passando poi per film come “Magnolia” e “The Master”. Nel mezzo però c'è anche l'Oscar per “Il petroliere”. Tra gli attori con cui ha lavorato più frequentemente troviamo Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Daniel Day Lewis e Joacquin Phoenix.

Dopo più di due secoli riempie ancora le sale l’opera di un ragazzino di sedici anni, straordinaria e piacevole contro ogni aspettativa. Se è pur vero che il soggetto non è entusiasmante e che buona parte della partitura è semplicemente l’esito necessario delle regole di composizione del tempo, vi è già con chiarezza quell’insieme di sonorità cristalline e limpide decisamente mozartiane.

Composto a Milano nel 1772 per il Regio Ducal Teatro, l’antenato della Scala, il Lucio Silla è un’opera seria in tre atti in pieno stile classico: erano 30 anni che Lucio Silla non tornava al suo teatro natale ed è oggi in scena alla Scala in coproduzione col Festival di Salisburgo.

Sposta una sola nota e si immiserisce tutto. Cambia una sola frase e la struttura crolla.” Così viene a dire un estasiato Salieri nel famoso film di Forman, e così effettivamente è di fronte alle composizioni di Wolfgang Amadeus Mozart, genio musicale insuperato, precocissimo e prodigioso, che già da fanciullo componeva su commissione delle più importanti famiglie europee.

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