Politica

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Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org

Come si legge in uno dei volantini prodotti per la campagna, l'Europa che viviamo oggi ha raggiunto livelli di cooperazione e legislazione profondissimi per quanto riguarda la politica monetaria ed economica ma non quando si parla di lavoro. La forte crisi che viviamo oramai da anni richiederebbe a gran voce una risposta comunitaria che prescindesse dai discorsi sull'austerity e sul rigore che paiono piacere tanto alla Commissione Europea. Una risposta che parli di occupazione e che sappia cogliere le sfide che col nuovo millennio sono state poste al Vecchio Continente. Proprio da questa riflessione nasce la campagna New Deal 4 Europe. Associazioni, sindacati e personaggi politici e del mondo della cultura si sono riuniti per la realizzazione di una proposta di legge per l'occupazione e la sostenibilità ambientale.

Gli insegnanti nipponici delle scuole medie lavorano molto di più dei loro colleghi delle altre nazioni OCSE: a renderlo noto una ricerca della stessa organizzazione. Secondo i dati i docenti del terzo livello scolastico del Sol Levante lavorerebbero in media quasi 54 ore a settimana, 15 ore in più della media degli altri 34 Paesi oggetto della ricerca. Lo studio ha mostrato inoltre che i docenti giapponesi spendono il doppio del tempo rispetto ai loro colleghi dei Paesi OCSE in lavoro amministrativo (oltre 5 ore).

Stando all’ossessiva campagna pubblicitaria a sostegno di Renzi, questi a Bruxelles, presiedendo il Consiglio dei capi di stato e di governo, lo ha giustamente strapazzato, protetto da una Merkel sorridente e da un Hollande entusiasta. Così l’Italia d’ora in avanti verrà rispettata e beneficerà senz’altro di un allentamento dei vincoli di spesa pubblica, in più le daranno un bel po’ di soldi da spendere per la ripresa dell’economia e dell’occupazione. È vero che un paio di riottosi hanno tentato di mettersi di mezzo, Weidmann della Bundesbank, il finlandese Likainen, commissario pro-tempore all’economia (in sostituzione dell’arcigno ultraliberista Olli Rehn): ma Renzi gli ha imposto di non impicciarsi di cose che non li riguardano. La strada dunque è spianata. In cambio l’Unione Europea vuole dall’Italia semplicemente quelle “riforme” che Renzi stesso vuole, quella che toglie di mezzo il Senato e quella che porta alla legge elettorale antirappresentativa concordata con Berlusconi.

Al G8 di Genova, 13 anni fa, io non c’ero. Avevo 8 anni, ero in vacanza e l’unico ricordo che ho di quei drammatici giorni è una copertina del “Venerdì” di Repubblica: un poliziotto in tuta antisommossa che guarda l’obbiettivo della fotocamera. Dietro, una macchina in fiamme.

Nella memoria di coloro che l’hanno vissuta sulla propria pelle e nell’immaginario di quelli che non c’erano, Genova 2001 rappresentava, al tempo, la possibilità di riuscire finalmente a scardinare un sistema malato: era un “NO” alla globalizzazione del capitalismo neoliberista, una visione alternativa ad un mondo dove il 20 % della popolazione consumava più di tre quarti delle risorse planetarie.

Firenze in questi giorni è tornata ad essere al centro della discussione di quello che potrebbe diventare un importante movimento a livello nazionale.
Anche questa volta, ahinoi, tutto è partito dal caro ex simbolo: Renzi, che è approdato in Europa con la solita, lagnante retorica di “Firenze, la città più bella del mondo”, ha pensato bene di proporla, questa città, per il prossimo vertice del G7.

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