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Come si legge in uno dei volantini prodotti per la campagna, l'Europa che viviamo oggi ha raggiunto livelli di cooperazione e legislazione profondissimi per quanto riguarda la politica monetaria ed economica ma non quando si parla di lavoro. La forte crisi che viviamo oramai da anni richiederebbe a gran voce una risposta comunitaria che prescindesse dai discorsi sull'austerity e sul rigore che paiono piacere tanto alla Commissione Europea. Una risposta che parli di occupazione e che sappia cogliere le sfide che col nuovo millennio sono state poste al Vecchio Continente. Proprio da questa riflessione nasce la campagna New Deal 4 Europe. Associazioni, sindacati e personaggi politici e del mondo della cultura si sono riuniti per la realizzazione di una proposta di legge per l'occupazione e la sostenibilità ambientale.
Gli insegnanti nipponici delle scuole medie lavorano molto di più dei loro colleghi delle altre nazioni OCSE: a renderlo noto una ricerca della stessa organizzazione. Secondo i dati i docenti del terzo livello scolastico del Sol Levante lavorerebbero in media quasi 54 ore a settimana, 15 ore in più della media degli altri 34 Paesi oggetto della ricerca. Lo studio ha mostrato inoltre che i docenti giapponesi spendono il doppio del tempo rispetto ai loro colleghi dei Paesi OCSE in lavoro amministrativo (oltre 5 ore).
Stando all’ossessiva campagna pubblicitaria a sostegno di Renzi, questi a Bruxelles, presiedendo il Consiglio dei capi di stato e di governo, lo ha giustamente strapazzato, protetto da una Merkel sorridente e da un Hollande entusiasta. Così l’Italia d’ora in avanti verrà rispettata e beneficerà senz’altro di un allentamento dei vincoli di spesa pubblica, in più le daranno un bel po’ di soldi da spendere per la ripresa dell’economia e dell’occupazione. È vero che un paio di riottosi hanno tentato di mettersi di mezzo, Weidmann della Bundesbank, il finlandese Likainen, commissario pro-tempore all’economia (in sostituzione dell’arcigno ultraliberista Olli Rehn): ma Renzi gli ha imposto di non impicciarsi di cose che non li riguardano. La strada dunque è spianata. In cambio l’Unione Europea vuole dall’Italia semplicemente quelle “riforme” che Renzi stesso vuole, quella che toglie di mezzo il Senato e quella che porta alla legge elettorale antirappresentativa concordata con Berlusconi.
Al G8 di Genova, 13 anni fa, io non c’ero. Avevo 8 anni, ero in vacanza e l’unico ricordo che ho di quei drammatici giorni è una copertina del “Venerdì” di Repubblica: un poliziotto in tuta antisommossa che guarda l’obbiettivo della fotocamera. Dietro, una macchina in fiamme.
Nella memoria di coloro che l’hanno vissuta sulla propria pelle e nell’immaginario di quelli che non c’erano, Genova 2001 rappresentava, al tempo, la possibilità di riuscire finalmente a scardinare un sistema malato: era un “NO” alla globalizzazione del capitalismo neoliberista, una visione alternativa ad un mondo dove il 20 % della popolazione consumava più di tre quarti delle risorse planetarie.
Firenze in questi giorni è tornata ad essere al centro della discussione di quello che potrebbe diventare un importante movimento a livello nazionale.
Anche questa volta, ahinoi, tutto è partito dal caro ex simbolo: Renzi, che è approdato in Europa con la solita, lagnante retorica di “Firenze, la città più bella del mondo”, ha pensato bene di proporla, questa città, per il prossimo vertice del G7.
Siamo a Firenze ed è il Febbraio del 2013. Nel vivace quartiere di Sant’Ambrogio nasce in forma embrionale l’idea del Circuito Love It.
L’iniziativa ha un volto strettamente territoriale ed uno slogan «We are Firenze», il che sottolinea l’orgoglio di essere fiorentini. L’idea è vincente tanto da uscire dal quel quartiere, per colonizzare altre aree. Ecco da Firenze si espande all’Italia e nasce Love It Srl, società fiorentina specializzata in marketing relazionale. A Firenze rimane il circuito di Sant’Ambrogio e si aggiungono le zone di Via Gioberti, Campo di Marte, Via San Gallo e il Mugello.
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