Internazionale

Internazionale

Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.

Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org

Più della metà degli insegnati delle scuole elementari sono esposti ai rischi del superlavoro. A denunciare questa situazione è stato lo scorso 28 aprile una ricerca dello stesso Ministero dell'Istruzione che ha rilevato come il 57,7% di questa categoria di docenti effettui più di venti ore di straordinario a settimana (per un totale di ore lavorate pari a 57 ore e 25 minuti settimanali) mentre per circa il 33,5% degli insegnanti delle scuole medie inferiori il numero di ore lavorate raggiunge e supera le 63 a settimana (la legge raccomanda per gli insegnanti un massimo di 40). La ricerca è stata condotta, tra ottobre e novembre 2016, su circa 20.000 docenti di 400 diverse scuole.

Il superlavoro è uno dei più grandi problemi che affligge il lavoro nel Sol Levante. Un caso di morte “da straordinario” (karoshi è il termine utilizzato in Giappone per designare il fenomeno) è stato riconosciuto venerdì scorso dall'Ufficio del Lavoro della Prefettura di Yamaguchi. Tomomi Saito, lavoratrice di Hofu, è deceduta per infarto nel novembre 2015 dopo sei mesi di lavoro quasi continuativo (durante tutto il periodo in oggetto ha usufruito unicamente di quattro giorni di pausa). Le ore di straordinario mensile effettuate dalla donna superavano le 70 al mese.

Mercoledì, 03 Maggio 2017 00:00

Tout va mal, Madame la Marquise!

Scritto da

Tout va mal, Madame la Marquise!

Controlacrisi.org ha pubblicato in rapida successione tre articoli sulle elezioni francesi, dei quali l’ultimo a firma di Rossana Rossanda, che nonostante il mio personale apprezzamento per Controlacrisi.org non condivido affatto. In particolare quello della Rossanda esprime alcuni giudizi che mi lasciano del tutto perplesso.

In estrema sintesi quattro almeno non mi convincono e non resistono alla prova dei veri dati elettorali:

Martedì, 02 Maggio 2017 00:00

La Francia verso l'enarchia?

Scritto da

La Francia verso l'enarchia?

Tutti sanno che l’anarchia è l’assenza di qualsiasi governo, potere o autorità; l’enarchia è invece il governo dell’ENA (École nationale d'administration), la scuola che prepara l’alta e l’altissima dirigenza della Repubblica francese, che dal 2005 – sarà un caso? – è stata trasferita da Parigi a Strasburgo.

Non si tratta come molti potrebbero credere di semplice tecnocrazia o burocrazia, a differenza di queste (soprattutto nel caso italiano), vanta un’efficienza a tutta prova.
Se volessimo fare un paragone essa ha oggi pressoché lo stesso ruolo che nell’ancien régime avevano la nobiltà di toga, o di spada, o l’alto clero; anzi si potrebbe affermare che è proprio a quest’ultimo che può essere paragonata, i suoi esponenti sono veri e propri vescovi, arcivescovi, abati e cardinali del culto della Dea Efficienza, che non solo non è quello cattolico, ma neanche quello della Dea Ragione, anche se vorrebbe assomigliargli.
Inoltre l’enarchia ha da tempo conquistato solide posizioni, dei sette presidenti succedutesi alla guida della Republique dal 1958 ad oggi, ben tre (Giscard d’Estaing, Chirac e Hollande) provengono dall’ENA, mentre solo uno (De Gaulle) dalla prestigiosa accademia militare di Saint Cyr.
Hanno inoltre frequentato l’ENA sette premier e numerosi ministri, nonché … attenzione … Emmanuel Macron il candidato euro centrista che ha serie possibilità di conquistare la presidenza.

Sempre caldo il fronte nordcoreano - riacceso dalle bellicose dichiarazioni circa “l'affondamento in un solo colpo” del gruppo navale USA Carl Vinson - con le forze navali giapponesi impegnate in esercitazioni (non le prime, altre ci furono a fine marzo) con le corazzate statunitensi. Per la precisione i mezzi impegnati con la flotta nordamericana sono i cacciatorpedinieri Ashigara e Samidare.
“Siamo totalmente d'accordo nel cercare di fare in modo che la Corea del Nord, che continua i propri atti provocatori, si controlli” ha detto Abe al termine di un colloquio telefonico con Trump avvenuto lo scorso lunedì.

Ils ont un visage comme mon cul” è un’espressione che non ha bisogno di essere tradotta.

Con essa vogliamo sintetizzare il nostro giudizio su molti commentatori, che la sera del 23 aprile hanno commentato l’esito delle elezioni presidenziali in Francia. Su La7 in particolare un giornalista è arrivato a definire quella di Jean Luc Melenchon una sconfitta. Se questo è il mondo dell’informazione stiamo freschi!

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.