Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
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Oltre 400 rappresentanti a Milano il 20 dicembre di oltre 170 RSU dell'industria e del pubblico impiego, quasi tutte unitarie, più i rappresentanti dei pensionati e di organizzazioni di esodati, donne senza reddito alcuno, lavoratori precari, disoccupati; un clima di combattività e di decisione a non fermarsi; un programma preciso e radicale di lotta alla controriforma Fornero delle pensioni e di rifacimento di un sistema pensionistico equo e civile; una critica dura e argomentata alla politica dell'attuale governo Letta-Alfano, per la sua rigorosa continuità rispetto al precedente governo Monti ovvero a una politica che ha scaricato sui lavoratori e sui pensionati i costi della crisi e il cui obiettivo di fondo è la redistribuzione della ricchezza sociale a favore di chi già è ricco, di una borghesia largamente parassitaria e vorace, della grande finanza speculativa; una critica dura e argomentata alle politiche recessive e antisociali dell'Unione Europea: niente male. Niente male quanto a dichiarazione aperta di un'intenzione sia politica che sindacale di lotta dura e senza paura da parte degli organismi di rappresentanza dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
Storia di ordinaria e straordinaria resistenza: le lavoratrici della residenza per gli anziani non autosufficienti S. Tecla ESTE (PD) lottano, schiacciate tra politicanti, sindacati complici e potere temporale della chiesa.
Sembra una storia come tante in questo periodo di “crisi“, anzi ci vengono a noia e passano quasi in secondo piano le mille più vertenze per non rimanere senza lavoro, senza un reddito dignitoso, che viaggiano sui media.
Si è spenta, domenica a Roma, Giuliana Dal Pozzo, giornalista da sempre schierata dalla parte delle donne, fondatrice nel 1988 di “Telefono Rosa”.
Spunti per una riflessione sui mutamenti della politica in Italia, sull’affermazione del populismo e su una possibile rinascita della Sinistra
Quale destino per la Sinistra in Italia? Quale destino per la politica italiana in generale? Interrogativi da porsi, ma una lettura lungimirante ora come ora è complessa. Emerge, più che altro, il dato attuale: l’ingigantirsi dello iato tra il paradigma politico di oggi e quello del Novecento.
Solo una settimana fa si sono sostenute le primarie del Partito Democratico, vinte dal sindaco della retorica rottamatrice, Matteo Renzi, con il 67,8% dei quasi 3 milioni di votanti. Il dato emblematico è che l'ultimo approdato alla politica romana, di provenienza democristiana e sostenitore del blairismo, vince in tutte le “regioni rosse”: in Emilia 71%, nelle Marche 76,2%, in Umbria 75,7% ed in Toscana 78,8%. Gli avversari, Gianni Cuperlo e Pippo Civati, due strascichi della sinistra interna al Pd, raggiungono rispettivamente il 18% e il 14,2%. Il primo, ex-Ds, è stato l’ultimo segretario della Fgci ed era sostenuto dall’onnipresente Massimo D’Alema; il secondo cerca di spostare l’asse interno verso sinistra, verso i movimenti.
Guardiamoci negli occhi e rispondiamo sinceramente.
I risultati delle elezioni di febbraio sono stati inaspettati e interessanti, e noi amanti della politica li abbiamo studiati con curiosità.
Ci siamo interrogati sulle percentuali e le possibili maggioranze.
Ci siamo chiesti se fossimo di fronte a una rottura in continuità con quella che aveva portato alla seconda repubblica, o addirittura al preludio di una terza dai caratteri ancora da definire.
Leggendo un po' sul rugby nell'ultimo periodo ovunque stava scritto, nel rugby non ci sono regole ma leggi.
È gente che si prende sul serio ma non per vanagloria, basta guardare una partita e si evince subito che ne hanno ben donde.
Tutto nacque nel 1823, nel college di Rugby, quando William Webb Ellis si stancò di dare calci ad un pallone e prendendolo in mano si lanciò versò la porta avversaria tra lo stupore generale.
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