Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
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La scorsa settimana, mentre divenivano di pubblico dominio le intercettazioni che ritraggono il ministro della Giustizia italiana nel pieno del suo “intervento umanitario” in favore di Giulia Ligresti, i licenziamenti politici e le denunce ai lavoratori in sciopero si attuavano con costanza e spietata freddezza.
Mentre emergeva che il ministro e la compagna di Salvatore Ligresti entrarono in contatto diretto fin dai primissimi giorni dell'arresto e che l'anoressia della detenuta diveniva un problema grave a tal punto da mobilitare il ministro della Repubblica, giunto a spendersi personalmente per monitorare le condizioni dell'arrestata Ligresti; l'inedia tra i lavoratori che negli scorsi mesi rivendicarono i propri diritti rimettendoci il posto di lavoro ha cessato di essere un problema di competenza della politica.
Di Giulio Mignini
Quando Pelè lo definì uno dei più forti calciatori brasiliani di tutti i tempi Socrates si smarcò subito affermando che a lui più che avere la conferma di essere stato un campione del futbol interessava essere cosciente di avere condotto una vita da uomo democratico, anzi da brasiliano democratico.
A forza di accusare Berlusconi di essere un comico, la sinistra si è immedesimata con i meccanismi della satira, per cui c'è sempre bisogno di un soggetto esterno per giustificare la propria esistenza.
Recentemente su il manifesto è uscito l'articolo di un intellettuale autorevole e comunista, Alberto Burgio, in cui si inquadra Renzi come colui che «incarna l’essenza e assicura la riproduzione» del beruscononismo (02.10.2013).
Il secondo punto è più complesso. Con sterilizzazione, tratto fondamentale della civiltà, intendiamo la messa a tacere degli istinti atavici e primordiali: l’aggressività stupro-omicida che consentiva in condizioni di estrema precarietà la sopravvivenza dell’individuo (omicidio dei nemici) e della specie (stupro). Con la formazione dello Stato questi istinti sono acquietati dal fatto che la sopravvivenza è assicurata da un ente superiore, collettivo, che agisce su tutti in nome di tutti.
Distinguiamo fra grillismo politico e grillismo comune. Il grillismo comune fa riferimento ad un corpus di banalità, senso comune, miti popolari, sovente costruiti su stereotipi che assumono la coincidenza tra le categorie dello spiritoso (ciò che fa ridere) e del simpatico (ciò che è emotivamente vicino). Questi stereotipi sono un’estensione tematica del mito del bravo italiano, a cui fa da contraltare la leggenda nera del cattivo straniero: francese (“Napoleone ci ha rubato le opere d’arte”), tedesco (“Mussolini sbagliò ad allearsi con Hitler”), rumeno (“rubano e ci portano via il lavoro”), africano (“non possiamo mantenerli, spacciano, ci portano via il lavoro”), rom (“rubano, rapiscono i bambini, non pagano il biglietto dell’autobus”), ecc. Il grillismo comune è un oceano piatto, è la mediana di tutti i viziosi luoghi comuni ai quali anche una sola volta abbiamo concesso un’adesione emotiva.
Partecipare alla due giorni romana di ottobre, prima con lo sciopero generale del 18 dei sindacati di base, USB in testa, poi a quella dei movimenti (da quello per la casa al NOTAV-NO MUOS, a mille altri collettivi in lotta di tutta italia) è stato difficile. Difficile dal punto di vista personale, perché due giorni non sono mai una passeggiata, difficile come l’organizzazione, attivata per portare persone in lotta, in diverse lotte, in una Roma blindata, superando il boicottaggio delle ferrovie e l'ostracismo dei mass media generalisti (comprese interviste date alla Tv e mai trasmesse come successo a noi in Veneto).
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