Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
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L’anno scorso, fra il primo turno delle primarie e il ballottaggio fra Bersani e Renzi, incontrai alla stazione di Rifredi una esponente del Pd che vedendomi mi disse: “Ecco uno di quelli che faranno vincere quegl’altri”. Un po’ sorpreso le chiesi chi erano “quegl’altri” e lei mi rispose che “quegl’altri” erano Renzi e i suoi sostenitori, i quali avrebbero vinto per colpa dei comunisti che non andavano in massa a votare per Bersani.
Intervista a Giovanna Maggiani Chelli, Presidente Associazione familiari vittime della strage di via dei Georgofili
1) Il devastante episodio del ‘93 della strage dei Georgofili, che costituisce una ferita ancora aperta nella storia e nella città di Firenze, purtroppo nasconde tuttora delle tenebre che non si vuole illuminare. Ad oggi, sono stati fatti dei passi in avanti, a livello giuridico e politico in direzione di un’indagine riguardo alla forte probabilità, che dietro quel tragico evento, non si celi soltanto la mano di Cosa Nostra, ma anche quella di “menti più fini”, per utilizzare il termine usato dal Giudice Soresina durante l’udienza preliminare del 1996?
No , non si è fatto nessun passo avanti verso le menti “più fini”. I processi svolti fino ad oggi sono pieni zeppi di spunti investigativi, in alcuni casi c’è la prova che potrebbe essere ricostruita in aula, ma l’ordine dall’alto, che in questi casi necessita, visto che i più che probabili concorrenti con “cosa nostra nella strage sono molto in alto, non arriva.
Una prima riflessione dell'autore sullo stesso tema qui
Il problema dell'Italia può anche essere espresso così: al massacro antisociale operato dai governi, allo sfascio del sistema industriale, imposto dall'Unione Europea ma condiviso da governi, che, unici in Europa, non attivano nessuna politica industriale, allo sfascio del sistema dei servizi pubblici, imposto dall'Unione Europea ma condiviso da governi che con le privatizzazioni continuano ad alimentare la parte peggiore del capitalismo, al crimine di governo contro i pensionati, a tutto questo o ci si oppone con la lotta di classe del complesso del mondo del lavoro o si continua a essere massacrati. Al tempo stesso le condizioni di crisi in cui versa l'economia, il dissesto finanziario dei servizi e di molte amministrazioni locali, il collasso di molte imprese industriali,
Stanotte ho fatto un sogno. Uno di quei sogni che mischiano fatti della realtà quotidiana e speranze, che soprattutto nel sonno più profondo talvolta capita di fare. Uno di quei sogni che vanno veloci, che si vedono come una vecchia pellicola da 24 fotogrammi al secondo proiettata ad una velocità superiore, con quell’effetto tipico di movimenti rapidi e scattosi da comica finale.
“Sono anni che ci prendono in giro, oggi tocca a noi”.
Per chi passava in quel di Firenze domenica 1 dicembre, c’era uno spettacolo poco comune da godersi. Un sindaco, un vigile del fuoco, un cardinale, una cardinale (un cardinale donna), barellieri, carrettieri (per portare i pazienti in carriola), medici e infermieri. In piazza Gavinana si è inaugurato così il presidio sanitario del quartiere 3, rimasto completamente privo di servizi sanitari pubblici. Il Comitato 21 marzo ha scelto un modo provocatorio e goliardico per denunciare una situazione drammatica, che preannuncia un possibile epilogo del servizio sanitario nazionale, sotto attacco e minacciato da continui tagli (nazionali come locali).
Quattro giorni di sciopero dell'azienda pubblica genovese di trasporto hanno obbligato la giunta comunale a fermarne la privatizzazione, che sarebbe stata accompagnata dal rincaro del servizio e da riduzioni degli organici. Pressoché contemporaneamente oltre 30 RSU di tutta Italia hanno unitariamente deciso di avviare una mobilitazione sul tema delle pensioni, con l'obiettivo dell'abolizione dell'infame legge Fornero e del ritorno delle pensioni a strumenti che consentano un numero civile di anni di vita degna agli anziani. I due fatti sono separati quanto a protagonisti diretti: ma sono uniti da un solido legame. Sarebbe un errore madornale considerarli alla stregua delle tante lotte, spesso disperate, di quei lavoratori che occupano la fabbrica o salgono su un tetto perché il padrone non paga i salari o chiude, o anche di lotte vincenti come quella della FIOM contro Marchionne.
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