Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
Matteo Renzi moderato?
Per lungo tempo Matteo Renzi è stato percepito come un rappresentante di punta, all’interno del Partito Democratico, dell’identità «moderata». A questa caratterizzazione hanno contribuito soprattutto due suoi orientamenti: la sensibilità verso la Chiesa cattolica e l’apertura alle esigenze degli imprenditori. Il primo punto è con il tempo andato scemando, mentre il secondo sembra essersi mantenuto.
Eppure, nonostante questa sua identità di «moderato» (rigorosamente tra virgolette, vedremo perché), è stato percepito come il candidato più di rottura, e non sono stati solo osservatori di destra ad assegnare a questa rottura un valore positivo. A torto o a ragione, persone di sinistra hanno visto in Renzi la figura più in grado di fornire una scossa energica all’azione del governo Letta, giudicata incolore, insoddisfacente, appiattita da un lato sulla tecnocrazia europea e dall’altro su alleati indesiderati ma necessari.
Cleanap è la proposta di cittadinanza attiva nata attraverso Facebook.
Siamo a Napoli ed è l’11 Giugno 2011: la situazione in città è davvero invivibile a causa dell’ennesima emergenza rifiuti. E qui che Emiliana trova il coraggio per lanciare una proposta, che suona come una provocazione: un evento Facebook in cui invita i suoi amici virtuali dedicato alla pulizia di piazza Bellini.
È vero, ammettiamolo! Se la sinistra vuole fare dei passi avanti deve fare giustizia sommaria di tanti miti novecenteschi e “duemileschi” e tornare al pensiero laico e razionale delle proprie origini.
Il primo mito di cui deve essere fatta rapida e definitiva giustizia è quello della così detta “società civile”, ritenuta dimora di ogni virtù, contrapposta alla politica considerata ricettacolo di ogni vizio.
Tentiamo un ragionamento complessivo, portate pazienza e arrivate fino in fondo.
I servizi ormai li concepiamo come un diritto, per cui paghiamo. Le poste, piuttosto che la scuola, non sono concepite come un’organizzazione di lavoratori secondo finalità di pubblico servizio: sono qualcosa che deve servirci per bisogni individuali. Non attribuiamo quindi al pubblico un ruolo di organizzazione e direzione: ci deve pensare qualcuno pagato per fare questo, a noi importa solo che il servizio funzioni.
Se è vero che viviamo in una società in cui l'immediatezza è sempre più centrale e in cui la funzione dell'immagine tende a soverchiare il ruolo della parola, allora sarebbe impossibile non restare sconvolti davanti alle immagini uscite dal Cie di Lampedusa e che hanno fatto il giro del mondo. I detenuti, per manifesta colpa d'esistenza, si ritrovano imprigionati in questi centri per un periodo che può prolungarsi fino ai 18 mesi. Vengono fatti incolonnare in un capannone, nudi, in pieno mese di dicembre, e disinfestati dalla scabbia col getto di una pompa come neanche nei canili. Una scena che inevitabilmente rimanda ai lager, e che fa scalpore, per un giorno, forse due. Poi le anime belle torneranno a dormire, come sono tornate a dormire dopo i tragici naufragi
Varcare l'ingesso di un istituto scolastico italiano, oggi, può riservare molte sorprese. Mentre il diritto universale all'istruzione si rimodula in quasi-mercati scolastici e molti dirigenti affrontano - spesso dimenticandosi che mandare avanti una scuola non equivale al semplice soddisfacimento dell'utenza - con stile manageriale la quotidianità sociale, cercando di offrire i più svariati supporti alla didattica, alcuni sacrosanti e altri meno, ci si imbatte sovente in porte rotte, allarmi inefficienti, bagni guasti e lesioni agli stabili di varia entità.
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