In una fase iniziale abbiamo tentato di accompagnare alla testata e alle nostre iniziative una cronaca di quello che avveniva nei nostri territori, avviando una sperimentazione in Toscana ormai interrotta da tempo. Raccogliamo qui tutti gli articoli archiviati secondo le categorie di allora, aggiungendo tutto quello che si lega a questa regione e che pubblichiamo ancora.
Immagine liberamente ripresa da wikimedia.org
Ieri a Firenze non ha smesso di piovere per un solo minuto. Nonostante questo in molti non hanno perso l'occasione per sottolineare come la gestione della città degli ultimi anni abbia creato sempre maggiori disagi e difficoltà.
Dalla tarda mattinata i lavoratori dell'azienda di trasporto pubblico fiorentino si sono riuniti in presidio davanti al deposito Ataf di Viale dei Mille. La notizia che li ha fatti mobilitare gira ormai da giorni: gli autisti che a inizio dicembre hanno scioperato ad oltranza senza rispettare le fasce protette (vedi qui e qui) si sono visti recapitare una multa di circa 600 euro.
Questo agosto, dal 5 al 9 del mese, il Parco Regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli è “lieto ed orgoglioso”, come scritto dal Direttore del Parco Andrea Gennai, di ospitare la prossima Route nazionale degli scout cattolici dell'Agesci nella Tenuta di San Rossore. Quasi 35mila giovani a cui si aggiungerà un afflusso ulteriore di fedeli da tutta la Toscana per la visita, in realtà non ancora confermata, di Papa Francesco, per il quale il Comune di Pisa sta già pianificando una Luminara speciale, come affermato da Federico Eligi, assessore alle manifestazioni storiche.
Lunedì mattina l'Irpet ha presentato i numeri e le caratteristiche dell'economia e del mercato del lavoro toscani che, come d'altra parte era prevedibile, confermano le preoccupazioni su uno stato di crisi economica e dell'occupazione ancora lontano dall'essere superato.
Pur nel contesto generalmente negativo, l'Irpet ha voltuo soffermarsi su alcuni segnali che potremmo dire incoraggianti, o comunque controtendenza, osservando che esiste in Toscana un piccolo motore, costituito da circa 3200 imprese che hanno mostrato performance molto positive, aumentando fatturato e occupazione oltre il 20% della media regionale.
Questo dato è stato richiamato anche dal presidente Rossi, che, ha annunciato la fine degli “incentivi a pioggia” e un esplicito impegno della Regione Toscana a “sostenere le eccellenze per trascinare il resto” (Repubblica Firenze, 4 febbraio 2014).
Affacciandosi ai cancelli al 360 di via Reginaldo Giuliani a Castello chiunque avrebbe pensato di aver sbagliato posto: uno la sera esce di casa per andare a portare la propria solidarietà ai lavoratori della Seves che hanno deciso di occupare la fabbrica e si trova davanti una folla enorme di persone che aspettano di entrare.
Il Serchio
tortuoso sfociando in mezzo alle barriere
di marmo già spaccate a Ripafratta guida
nel terribile abisso le onde che muoiono
di quella morte che amano gli amanti, vivendo
in ciò che sempre cercavano
Percy Bysshe Shelley da “La barca sul Serchio”
Ripafratta è una piccola frazione al confine tra le provincie di Lucca e Pisa, nonché al limite settentrionale del territorio del Comune di San Giuliano Terme. È uno di quei paesini che ti scorrono davanti velocemente quando non hai abbastanza tempo per fermarti e osservarli meglio. Eppure se qualcuno lo facesse, rimarrebbe sorpreso nel vedere le imponenti mura di quella costruzione che domina sul paesino tanto conteso nel corso dei secoli tra Lucca, Pisa e Firenze: la Rocca di Ripafratta.
Inizio anni '80. Ne “La storia infinita”, bellissimo romanzo e poi film, un terribile 'Nulla' imperversa sul regno di Fantasia, divorandolo poco a poco, finché il valoroso Atreyu, con l'aiuto di Bastian, che da lettore del libro se ne ritrova protagonista, non riesce a salvare il regno dando un nome alla sua principessa.
Giorni nostri. La storia infinita si svolge a Firenze, e il nulla prende il nome di 'sequestro preventivo'. Colpisce i locali del centro storico, è partito da via De' Benci ed ha già raggiunto l'oltrarno. Anche qui gli indignati lettori della storia, che spopola sui quotidiani, sono spesso gli stessi protagonisti, i disgraziati dalle”risate fragorose” a quanto pare concausa della chiusura di sempre più locali del centro storico. E anche in questo caso i nomi, anzi gli appellativi, si sprecano.
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