Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.
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Di Luca Onesti
Cronache dal Salone del Libro #1
Sabato 16 maggio - Quando ho parlato alla redazione de Il Becco della mia idea di seguire il Salone del libro di Torino, avevo pensato di scrivere ogni giorno, a fine giornata, un articolo che fosse un resoconto degli incontri fatti con autori ed editori, e di alcune delle tantissime conferenze che avrei seguito (e molte me le sto perdendo, ad esempio poco fa, mannaggia, ho perso quella di Gianni Mura) in questa che è la più grande fiera del libro in Italia. Poi, come era anche prevedibile, ho ridimensionato i miei propositi: il primo giorno ho dovuto pensare più a risolvere problemi pratici, orientarmi per la città (non ci ero mai stato), trovare un alloggio, ritirare l’accredito, ecc. E così la mia fiera del libro è iniziata venerdì, il secondo giorno, in cui però mi sono fatto trasportare da una conferenza all’altra, e da uno stand all’altro, dove, specie dopo una certa ora, dalle 18 in poi, c’è un clima che invoglia a fermarsi a parlare con gli editori. E un incontro tira l’altro.
Tanta Italia a Cannes
Il racconto dei racconti di Matteo Garrone
Il 13 maggio è iniziata la 68sima edizione del Festival di Cannes. Uno dei più importanti a livello internazionale,non solo per il cinema ma anche per la moda. Quest'anno la qualità è decisamente alta, a cominciare dai fratelli Coen che sono presidenti della giuria che decreterà il vincitore della Palma D'Oro. E molto probabilmente, tra i film in Concorso, sarà una sfida Italia-Francia: noi abbiamo un terzetto d'autore di altissimo livello composto da Nanni Moretti (con "Mia madre", già recensito), Paolo Sorrentino (con "La Giovinezza" che vi proporrò la prossima settimana) e Matteo Garrone (con "Il racconto dei racconti") mentre i francesi avranno artisti del calibro di Jacques Audiard (con "Deephan"), Valérie Donzelli (con " Marguerite et Julien") e Stéphane Brizé (con "La loi du marché"). Anche gli americani hanno almeno 3 assi nella manica: l'attesissimo "The Sea of trees" di Gus Van Sant con Matthew McCounaghey, Ken Watanabe e Naomi Watts, la sorpresa "Sicario" di Dennis Villeneuve con Benicio Del Toro e lo "scandaloso" nuovo film di Todd Haynes su un amore lesbo tra Cate Blanchett e Rooney Mara che si chiamerà "Carol".
Ho visto cose che voi umani...
È tornato nelle sale italiane (solo per due giorni) del circuito The Space, il cult di fantascienza per eccellenza degli anni '80: "Blade Runner" di Ridley Scott.
In attesa del secondo episodio (prodotto dallo stesso Scott, che sarà diretto da Dennis Villeneuve con Harrison Ford e Ryan Gosling nel cast) che ha ufficializzato le riprese nell'estate 2016, è stata una straordinaria esperienza visiva. Vedere un film come "Blade Runner" al cinema è una cosa indescrivibile: un godimento per occhi e orecchie. Vederselo a casa,seppur in compagnia,è una cosa tremendamente limitata.
Roba da cinefili.
In vista dell'iniziativa di presentazione del progetto "Ritorno al passato", pubblichiamo quest'intervista a cura di Alessandro Zabban
Il motore della storia.
Intervista a Ezio Gallori
1) Hai attraversato anni di grande cambiamento per il Paese, che hanno riguardato anche il mondo del lavoro. Com'è mutata la figura del sindacalista?
Il sindacalista di prima era un personaggio che innanzitutto lavorava, oggi invece la sua figura si è professionalizzata. Per alcuni è diventato un modo per fare carriera: alcuni rappresentanti dei lavoratori sono diventati deputati o dirigenti di azienda (non parlo solo di Moretti, il caso più noto, che è passato dalla Filt-Cgil a dirigere le Ferrovie dello Stato, per poi passare recentemente a Finmeccanica).
Elogio dell'acqua: Silvia Stucky. L'acqua è senza io.
Il 22 aprile del 2015 si è inaugurata, presso lo Studio “Arte fuori centro” di Roma (via Ercole Bombelli, 22), la terza mostra della rassegna Acque, a cura di Laura Turco Liveri. Ad essere presentata è stata un’installazione di Silvia Stucky, dal titolo L’acqua è senza io, realizzata appositamente per gli spazi della galleria. Silvia Stucky è da sempre un’artista interessata alla legittima rivendicazione del soddisfacimento dei diritti umani, all’uguaglianza presupposto di giustizia, al rispetto della natura e alle problematiche multiculturali. In questa ottica, l’acqua è oggi – ed è stata in un passato anche recente – al centro, anche simbolico, delle lotte per il rispetto e la tutela dell’ambiente.
Una Turandot che farà storia quella diretta da Chailly, col finale di Luciano Berio, in scena al Teatro alla Scala per l'apertura di Expo. Un Puccini insolito, nuovissimo, rivisitato, che sfonda i confini del melodramma italiano e dirompe nell’espressionismo musicale, nella politonalità che strizza l’occhio alla dodecafonia.
Non è forse un allestimento eccezionale, ed è presumibile che il giudizio complessivo della critica non sarà granché positivo, ma senza dubbio lascerà il segno nella filologia pucciniana e nell’esecuzione del Puccini maturo il lavoro di ricerca intima, misura per misura, che Riccardo Chailly ha operato sulla partitura della Turandot dalla prima all’ultima nota, fino a congiungerla con il recentissimo spartito conclusivo di Berio.
Lo spettacolo è la riedizione aggiornata di quello che andò in scena ad Amsterdam nel 2002, con la regia di Nikolaus Lehnhoff, cui sovrintese lo stesso Berio, scomparso soltanto l’anno successivo.
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