Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.
Immagine liberamente tratta da pixabay.com
Molti non lo sanno, ma l’Italia è il Paese che ha avuto più premi agli Oscar come miglior film straniero: ben 14. Anche se a livello di nomination la Francia ci batte: 36 contro le 28 italiane. Ma si sa quello che conta sono i premi e i cugini di Oltralpe ne hanno ricevuti 12.
Tutti sanno che l’Italia ha insegnato a fare cinema: infatti dal 1948 in poi il Belpaese ha inanellato una serie di 5 vittorie consecutive. Due volte Vittorio De Sica con “Sciuscià” e “Ladri di biciclette”,poi la coproduzione italo-francese “Le mura di Malapaga” ( di R. Clemont) e poi la doppietta di Fellini con “La strada” e “Le notti di Cabiria”.
Poi gli americani ci hanno (volutamente?) stoppato perché la nostra qualità anche negli anni ’60 era garantita.
Si sa gli americani erano patiti di questi due registi e non amavano particolarmente il toscanaccio Monicelli o il geometrico Michelangelo Antonioni.
Dopo una decina d’anni,il 1964 è l’anno del riscatto: esce “8 e 1/2” e Fellini ci riporta agli antichi fasti che proseguono anche l’anno successivo con Vittorio De Sica con “Ieri,oggi e domani”.
È il fumetto del momento. Difficile che non ne abbiate sentito parlare.
Lady Mafia è uscito in edicola soltanto il 22 febbraio, ma è già diventato un caso. Feroci critiche si sono abbattute su questa modesta miniserie noir, che vede protagonista Veronica De Donato, una donna del Sud pronta a compiere qualsiasi atrocità pur di vendicare la sua famiglia.
Collettivo Kinoglaz
È una mite mattina d'inizio gennaio, Palermo sembra una bella addormentata che riposa tra lenzuola intrise di malinconia nel giorno dopo della festa. Raggiungiamo Letizia Battaglia nel suo appartamento al centro della città. Ci apre la porta lentamente, si affaccia dalla fessura, Pippo riesce ad uscire in corridoio e non smette di abbaiarci. Con un urlo deciso Letizia lo richiama e con la stessa voce potente e sicura ci invita ad entrare. La casa è il suo riflesso: fotografie appese alle pareti, i ricordi e gli amori sono lì. Tutto ciò in cui crede e ha creduto, ma soprattutto quello per cui ha lavorato una vita.
Opera attivamente già dalle seconda metà degli anni '70, impara a fotografare sul campo; scatto dopo scatto, rullo dopo rullo, la sua tecnica si perfeziona sempre più. Le immagini di cronaca realizzate per il giornale “L’Ora” l'hanno resa un'icona all'interno del panorama fotogiornalistico del secolo scorso. I suoi scatti hanno creato la memoria fotografica degli anni in cui Palermo fu il teatro della guerra tra cosche mafiose; ma lei, come tiene a precisare, non è la fotografa della mafia. Altrettanto degno di nota è il lavoro di documentazione su una Sicilia parallela: immagini di quotidianità e di festa, ritratti di donne e bambine, attraverso le quali racconta la sua visione della realtà.
Una macchina da guerra cinematografica. Potente. Capace di travolgere qualsiasi aspettativa e pregiudizio.
La struttura di un blockbuster, strumentalmente usata per stupire, con un coraggio narrativo che rifugge tanto gli stereotipi quando il cinema ricercato.
Bong Joon-ho raggiunge la perfezione con una regia particolarmente ispirata. Complicato riuscire a non trasmettere minima monotonia rispetto a una storia rinchiusa tra i vagoni di un treno.
Dopo più di un anno di assenza dalla scena musicale Dome la Muerte & The Diggers tornano con una formazione totalmente nuova ma soprattutto con la loro musica di sempre: un rock ‘n’ roll che sembra non voler mai morire. La band, nata subito dopo la reunion del 2005 dei Not Moving (storica band del circuito underground italiano degli anni ‘80), ha prodotto sino ad oggi tre 45 giri (Dome la Muerte & The Diggers, Diggersonz e Supersadobabi) ma ha anche subito una radicale trasformazione dopo l’esperienza solista di Dome dell’anno scorso: il posto di Lady Casanovas al basso è stato preso da Marco Serani, mentre Cristina, da Piombino (alias la “Ragazza di Acciaio”), ha sostituito Matteo “Basetta” alla chitarra. Gian Piero Palazzino, infine, si è insediato alla batteria.
“Il colpo di Stato di banche e governi. L'attacco alla democrazia in Europa”, L.Gallino, Einaudi, pp.352, euro 19,00.
Qualcuno li ha chiamati “tempi interessanti” (rif. omonimo saggio di Žižek), ma è fuor di dubbio che oggi si sia nel bel mezzo di un periodo ambiguo, concitato e sicuramente confuso. Sono in primis le classi dirigenti occidentali a ricordarcelo, continuando ad alternarsi ai vertici dei governi europei e dimenandosi come pesci fuor d'acqua ai governi, riducendo sempre più le differenze tra destra e sinistra (che pur ci sono), generando mostri politici e poi redigendo leggi sempre più restrittive dal punto di vista democratico-partecipativo per comprimere quei mostri e le sparute forze del dissenso: il maggioritario, gli sbarramenti, il doppio turno, la personalizzazione della politica, il liquefarsi dei partiti ecc. Il tutto avviene in presenza di un tasso di astensionismo inesorabilmente in crescita che fa pensare alle prossime europee con inquietudine, poiché difficilmente avremo risultati confortanti da questo punto di vista.
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