Cultura

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Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.

Immagine liberamente tratta da pixabay.com

Presentato a Roma il 4 dicembre da Diego Della Valle e dal Ministro dei Beni e le attività culturali Massimo Bray il “Progetto Colosseo” ha ufficialmente preso il via, a 4 mesi esatti dall'inizio dei restauri che si prevede termineranno nel 2016.

Il gruppo Tod's ha messo sul piatto 25 milioni di euro per la realizzazione del progetto dei quali si stima intorno ai 5 milioni finiranno nelle casse dello Stato; con l’aumento dell’Iva infatti, dal 21 al 22%, l’operazione costerà più di quanto preventivato 3 anni fa, quando nel gennaio 2011 Della Valle avanzò la proposta del restauro dell’Anfiteatro Flavio.

Eppure pensavo di essere preparato.

Un romanzo di Valerio Evangelisti ambientato nell’italia post-risorgimentale, tra reduci garibaldini, repubblicani, anarchici e socialisti. Il racconto di braccianti, contadini e protagonisti della quotidianità (anche se compaiono i nomi studiati sui libri di di scuola).

Per nulla preparato, invece.

The odds are NEVER in our favour – la sorte non è mai a nostro favore: questa è la consapevolezza che caratterizza lo scenario su cui si apre Catching Fire – "La ragazza di fuoco", secondo capitolo della trilogia distopica iniziata con The Hunger Games.

L'asservimento dei dodici distretti alla capitale, le contraddizioni di una società rigidamente gerarchizzata, la straniante crudeltà della "mietitura" e dei "giochi della fame" non sono una novità; ma, da quando Katniss ha raggirato gli strateghi dimostrando che Capitol City può essere battuta, il germe della ribellione va diffondendosi per Panem (proprio da "panem et circenses"…). Il film spende la maggior parte della sua durata nel raccontare il crescendo di tensione, la messa in dubbio di certezze forse non così adamantine, il contrasto sempre più stridente tra la vita reale e quella confezionata dai media, accompagnando l'insinuarsi del senso di disagio fino ai bagliori di Capitol City. 

Il suo esordio omonimo due anni fa aveva diviso l’opinione pubblica, almeno quella italiana: geniale, innovatore e ricchissimo di suggestioni per gli entusiasti; prolisso, estenuante, eccessivamente barocco per i detrattori. Alla fine però tutti hanno fatto il suo gioco: di Anna Calvi se ne è parlato eccome, almeno in ambito indipendente, tanto che tutto l’hype sollevato l’ha resa ben presto un piccola star underground.  

In un contesto così favorevole, Anna Calvi ha avuto buon gioco a far parlare di sé ancor prima che il suo secondo lavoro uscisse, generando una certa curiosità sugli sviluppi della sua carriera artistica.

Piccolo gioiello della 70° mostra del cinema di Venezia, “L’arte della felicità”, primo lungometraggio di Alessandro Rak, riunisce in sé la visionarietà del cinema di animazione e la drammaticità di un film per adulti. L’opera nasce da un’idea di Luciano Stella che ne è anche il produttore, il quale si impegna da nove anni nell’organizzazione di un festival che porta lo stesso nome del titolo del film, in cui si incontrano personaggi che discutono sul complesso tema della felicità. Proprio da questi scambi nasce l’idea del film.

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