Le arti in senso parziale e arbitrario: principalmente teatro (prosa e lirica), mostre e fotografia, senza rifiutare anche riflessioni più generali.
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Il 5 maggio a L’Aquila si è tenuto il più grande raduno di storici dell’arte della storia della Repubblica italiana, Ricostruzione Civile, evento nato da un'idea di Tomaso Montanari - fiorentino e docente in Storia dell’arte moderna all'Università Federico II di Napoli – con il sostegno di Italia Nostra.
Di Gabriele Rizza
Era un amico Carlo Monni, semplice e gentile, di quelli veri che magari li incroci solo due volte l’anno, anche per caso, ma che non hanno niente da chiederti e molto da dirti. E da darti.
Sfogliando le pagine di “Pig Iron”, ultima pubblicazione indipendente ed autoprodotta di Giulio Di Meo, fotografo da anni impegnato nel campo del reportage sociale, sembra di vederli sfrecciare uno per uno quei quattrocento vagoni che concorrono a formare il treno più lungo del mondo. Sembra quasi di sentirli sferragliare mentre corrono in direzione del porto di São Luís, costeggiando fazendas un tempo destinate al caffè tra le regioni del Pará e del Maranhão, attraversando uno fra gli stati del Sud America con più ricchezze naturali: il Brasile.
Il museo degli argenti di Palazzo Pitti ospita fino al 23 giugno la mostra Lusso ed Eleganza dedicata alla ceramica francese e alla manifattura Ginori di Doccia.
La mostra ci illustra il prestigio di Ginori - uno dei grandi marchi del made in italy nel mondo – tra il 1800 e il 1830 quando la produzione fiorentina raggiunse livelli artistici straordinari paragonabili a quelli delle grandi ceramiche francesi di Dagoty, Nast e soprattutto le più prestigiose di Sèvres.
Un dialogo fra produzione locale e produzione francese esplicativo di quanto le creazioni transalpine ebbero influenza sulle realizzazioni fiorentine ma anche di quanto il livello tecnico delle ceramiche Ginori riuscì ad eguagliare e talvolta a superare il prodotto dei cugini francesi.
Marzo è il mese in cui il turismo di massa riprende vita dopo lo stop di gennaio e febbraio e già il mattino alle 8 la fila all'ingresso degli Uffizi è piuttosto importante. Una volta entrati in galleria, per coloro che non intendono visitarla secondo il percorso classico, ma seguendo invece quelle che sono le ultime novità in tema di restauro, la prima tappa obbligatoria è ovviamente la Tribuna.
Recensione di “Un amore di Swann” rappresentato al Teatro delle Arti di Lastra a Signa
Le luci si accendono. La scena è semi spoglia, solo sedie rosse stile impero e rose sullo sfondo di uno schermo che sbocciano incessantemente. Così si apre la rappresentazione, portata in scena l'8 marzo, al piccolo “Teatro delle Arti”di Lastra a Signa tratta da “Un amore di Swann” di Marcel Proust, ultimo capitolo della sua lunga“epopea”, la “Recherche”, ovviamente nota a tutti, nel cui volume “Dalla parte di Swann” è inserito questo “romanzo nel romanzo”.
La regia è di Federico Tiezzi, che ha saputo conferire a questo dramma di un amore che si snoda in tutta la sua iperbole degenerativa, la sua ascesa abissale attraversando tutte le fasi della passione, dell’ossessione fino a toccare le punte della perversione e della malattia.
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