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Recensioni di novità, anniversari, racconti dai concerti, classifiche annuali... tutto quello che ruota attorno al mondo della musica!

Immagine liberamente ripresa da https://pixabay.com/p-663148/?no_redirect

Affascinato dalla figura di Giangiacomo Feltrinelli, l’attivissimo  Gruff Rhyms (Superfurry Animals) grazie alla collaborazione con il produttore americano Boom Bip, dà vita al nuovissimo progetto Neon Neon, un concentrato di pop energetico e vibrazioni sintetiche volte a far rivivere il controverso mito dell’editore milanese.

Fra i gruppi di culto underground emersi negli anni zero, gli Knife rappresentano uno dei fenomeni musicali più controversi ed imprevedibili. Come tanti altri paladini contemporanei del suono alternativo (ma lontani da vuoti sperimentalismi), quali Interpol, The xx e Arcade Fire, gli svedesi Olof Dreijer e Karin Dreijer Andersson, attingono a piene mani dal calderone anni ottanta per poi reinterpretare certe sonorità tipicamente eighties in maniera originale e personale.

Mercoledì, 03 Aprile 2013 00:00

Io nun piango... Califano

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Io nun piango pe' quarcuno che more...così l'inizio di una delle più belle canzoni di Franco Califano, negli ultimi concerti è questa la canzone d'apertura, una canzone del 1977 che condensa in pochi minuti il saper vivere del Pasolini della canzone, l'amore per il padre, lo sprezzo della malinconia, mare cupo in cui naufragare cadendo nello sguardo di un cane randagio, il rimpianto per un'altra donna perduta.

Mercoledì, 20 Febbraio 2013 00:00

Le 7 briciole di Mercadante

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Carlo Mercadante, grazie al sostegno del collettivo aperto chiamato Sindrome di Peter Pan, si propone come uno dei più interessanti cantautori in circolazione già a partire dal 2010, quando viene pubblicato il solido LP “Sempre scattando, sempre in movimento”, titolo che riassume la vivacità e creatività di un musicista che vuole sempre stupire con nuove idee e proposte. L’intervista che Carlo ci ha gentilmente concesso è volta a conoscere meglio non solo il suo nuovo progetto, “7 briciole lungo la strada”ma anche i suoi interessi, gusti, opinioni e idee.

1) “7 briciole lungo la strada”, l’ambizioso e originale progetto che stai portando avanti insieme al collettivo “Sindrome di Peter Pan” è quello di un cosiddetto “album a rate” che propone al pubblico una nuova canzone all'incirca una volta al mese. Come hai partorito questa idea e quale vuole essere il messaggio che lanci?

L'intenzione è quella di mettere in discussione tutto a 360 gradi. Dal modo di fare musica in Italia alle mie stesse proposte. C'è un esame molto critico dietro. Mi chiedo che senso abbia lanciare 2 o 3 canzoni valide all'interno di un album con altre senza storia, mi chiedo che senso abbia usare le stesse modalità di promozione di artisti affermati. Voglio mostrare quello che c'è dietro, dalla scrittura / stesura alla registrazione / pubblicazione. É un modo per rendere “tangibile” un lavoro di produzione che spesso si perde in un ascolto rapido.

2) La promozione in rete della tua musica denota una certa capacità di maneggiare le nuove tecnologie e le nuove possibilità che si aprono nel rapporto fra autore e ascoltatore. Se oggi è più facile diffondere e divulgare materiale musicale risulta sempre più difficile rintracciare la narratività, cioè la compattezza tematica e concettuale che si inscriveva – anche fisicamente - nei supporti tradizionali. La dispersione della musica in una miriade di frammenti disconnessi implica un maggiore sforzo da parte dell’autore nel mettere in luce i messaggi di fondo del suo progetto. Quale è il filo conduttore del tuo e quali elementi di continuità/discontinuità dobbiamo aspettarci dalla nuove canzoni?

Io racconto anche il percorso che c'è dietro una canzone. Il risultato finale è la sintesi di una serie di riflessioni e ricerche che portano un brano da chi lo scrive a chi lo ascolta. Ritengo importante argomentare questo percorso. Con un “album a rate” posso dedicare ampio spazio ad ogni tematica che affronto. Mi rivolgo a chi si da tempo per comprendere questo modo di operare. A chi fa musica non deve più bastare il fatto di porgere un ascolto rapido.

3) Da ciò che si scrivi sul tuo sito e dai testi delle canzoni si evince un’attenzione per le tematiche sociali e del mondo giovanile, raccontate con ironia, sarcasmo, senza nascondere un po’ di amarezza. Condividi l’opinione secondo la quale il periodo di crisi e di crescenti disuguaglianze sociali che stiamo vivendo impone la necessità di proporre un nuovo cantautorato d’impegno che si erga a baluardo di un certo qualunquismo e di “ritorno al privato” che dagli anni ottanta ha progressivamente preso il sopravvento anche nell’ambito della musica popolare?

Lo dico sempre: Divertirsi significa “divergere” o affrontare un cambiamento. Chi si diverte si predispone già ad avere un atteggiamento propositivo. Io propongo temi che possono essere importanti, ma lo faccio spesso sorridendo. É solo un modo di porgere le cose, è un linguaggio. Il comico riesce a far riflettere senza per questo degradare un argomento. É l'atteggiamento che più mi piace. Ovvio, non sono un comico ma l'ironia mi aiuta spessissimo.

4) Le tue canzoni, delicate ma allo stesso tempo profonde, nascondono una grande maturità oltre che a un certo bagaglio culturale. Quali sono i musicisti che ti hanno più influenzato? E ci sono letture che hanno ispirato la tua produzione musicale?

Ascolto tantissima musica: dal rock al country dall'elettronica alla classica. Potrei dire Mark Knopfler, Jim Croce, Jean Michel Jarre. Mi lego più ai suoni che alle parole. Le parole ognuno già le ha dentro. Letture tante. Il fumetto ha un posto rilevante nella mia vita perché ritengo aiuti a viaggiare e prendere coscienza del mondo in modo più immediato e diretto. Tutto quello che stimola la fantasia o una semplice considerazione, entra di forza tra i miei interessi.

5) Infine volevo farti una domanda più di natura tecnica: la semplicità della strumentazione musicale (che comunque non si dissocia mai dall’attenzione al dettaglio) dona un apprezzabile realismo alle composizioni. Questo approccio è dettato da cause di forza maggiore oppure risponde a una estetica della “bassa fedeltà”?

La semplicità di alcune canzoni non corrisponde alla complessità di altre. In realtà sono molto aperto a soluzioni e non mi sono mai preoccupato di incastonarmi in un genere preciso. Tra le mie prossime “briciole” c'è anche dell'elettronica. La musica è ricerca. Non posso negarmi la possibilità di fare cose diverse. Quando non le so fare è per me l'occasione di farmi aiutare da chi sa e da chi mi insegna.

Si ringrazia Ketty Bertuccelli per la supervisione e per aver reso possibile questa intervista

Mercoledì, 16 Gennaio 2013 00:00

Shankar e la musica classica indiana

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L'undici dicembre 2012 è morto all'età di 92 anni Ravi Shankar, lasciando quasi 70 anni di attività musicale, probabilmente il più famoso compositore e musicista indiano contemporaneo. Molto legato alla tradizone, è stato il più convinto ambasciatore della musica indiana nel mondo e ha potuto vantare prestigiose collaborazioni, come quelle con Yehudi Menuhin e con George Harrison, o come quella con la London Symphony Orchestra per la quale compose un concerto per sitar e orchesta che fu diretto da  André Previn. Nato nel 1920 a  Varanasi, all'età di dieci anni  Shankar si recò per la prima volta in Europa con suo fratello il coreografo Uday Shankar, grazie al quale si avvicinò alla danza e agli strumenti indiani. Durante i tour col fratello in Europa ed in America scoprì la musica classica occidentale ed il jazz. Nel 1938 decise di dedicarsi completamente alla musica, studiando il sitar (importante strumento musicale a corde) e diventando allievo del musicista  Allauddin Khan, che lo iniziò compiutamente al complesso mondo della musica classica indiana.

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