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Recensioni di novità, anniversari, racconti dai concerti, classifiche annuali... tutto quello che ruota attorno al mondo della musica!

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Martedì, 06 Gennaio 2015 00:00

Pino Daniele, cuore mediterraneo

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Questa riportata sopra è la copertina di Scio' doppio LP dal vivo che documenta i concerti della tournée di Musicante, a mio avviso il più bell'album di Pino Daniele, contenente il capolavoro Lazzari felici e la sorprendente Keep on movin’.
Lunedì, 22 Dicembre 2014 00:00

I Migliori Dischi di un 2014 agli sgoccioli

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I migliori 20 album internazionali e le migliori 6 uscite discografiche nel panorama italiano

Cosa resta di questo 2014 musicale? Come da diversi anni a questa parte, non si può non constatare una postmoderna tendenza al patchwork, al mettere insieme generi diversi per cercare di vedere se causalmente ne esca fuori qualcosa di originale. L’innovazione fin dagli anni zero, procede a ritmi estremamente blandi, ma indubbiamente ci sono vari dischi che creano una tendenza, diventano punti di riferimento importanti, indicano –anche se non intraprendono - una strada nuova da seguire.

Ogni classifica è molto soggettiva, ma la convergenza della critica musicale verso certi lavori, mette in evidenza, a parare di chi scrive, due tendenze. La prima è la proliferazione di una forma di cantautorato iper- espressionista sempre più aperto a ogni forma di contaminazione stilistica e deviazione sintetica ma sempre ancorato al pop. Emergono complessi affreschi multi cromatici dal capolavoro (forse l’unico dell’anno) di St. Vincent, ma anche dal “queer-pop” di Perfume Genius, dall’indie-mainstream di Lana de Rey o dal trip hop in salsa r’n’b di FKA Twigs, tanto per citare solo alcune uscite del 2014. La seconda tendenza è un rafforzamento significativo del revival psichedelico degli anni sessanta: gli esordienti Temples recuperano Beatles e Pink Floyd in un disco freschissimo e magnetico, gli Svedesi Goat ne ampliano il campo applicativo mescolando sapientemente la psichedelia con la world Music Orientale e Subsahariana, mentre anche nei lavori ipercitazionisti e multi dimensionali di Horrors e The War on Drugs, la psichedelia trova un posto di primo piano.

In uno scacchiere in cui - nonostante le nuove tecnologie - la capacità di aprire nuove strade musicali è ancora a quasi totale appannaggio di un pugno di zone Geografiche (Usa e Canada, Isole Britanniche, Scandinavia), l’Italia mostra un certo ritardo rispetto alle novità e alle tendenze in atto. Nuovi stili arrivano da noi in grande ritardo precludendo quasi totalmente alle band nostrane la possibilità di contribuire alla rifinitura dei nuovi linguaggi sonori internazionali. Esiste comunque una vivace scena indie e una generazione di “neo cantautorato” piuttosto valido.

I Velvet festeggiano il 45° anniversario del loro album del 1969 con un supercofanetto di 6 CD

Sorprendente come l’omonimo terzo album debba essere considerato come un disco minore nella discografia dei Velvet Underground. Intendiamoci, è pur sempre un capolavoro. Ma se Velvet Underground & Nico (1967) e White Light White Heat (1967) sono unanimemente riconosciuti come dei veri e propri capisaldi della musica, questo Velvet Underground (1969) non ha effettivamente quel ruolo dirompente che invece compete a i due lavori precedenti. Eppure le composizioni qua contenute come Candy Says, What goes on o After Hours, sono fra il meglio che Lou Reed abbia scritto, hanno influenzato in modo indelebile il cantautorato rock delle decadi successive (come David Bowie e Nick Cave tanto per iniziare) oltre ad aver avuto un ruolo significativo negli sviluppi del rock da camera (Lisa Geramano, Tindersticks) e nel proliferare di alcuni dei generi chiave degli anni 90 come lo slo/sad core di Red House Painters o American Music Club.

Venerdì, 05 Dicembre 2014 00:00

Prima della Scala: Fidelio

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Fidelio non è l’opera popolare e grandiosa che ci si aspetterebbe alla Prima della Scala, e nemmeno fu facile a suo tempo comporla per il grande Beethoven: unico suo lavoro teatrale, dalla gestazione lunga e dolorosa, si presenta nella forma di opera in due atti “Singspiel”, ossia con dialoghi recitati senza accompagnamento. La storia dello spettacolo ci informa che il Fidelio, o “L’amore coniugale”, dovette essere più volte rimaneggiato, sia nella lunghezza della partitura, che nel libretto e nella stessa ouverture. Oggi Fidelio è perlopiù eseguito in forma di concerto e, senza dubbio, godono di maggior fortuna le sue sinfonie. La scelta del direttore Daniel Barenboim è un recupero di parti precedenti la stesura finale del 1814, con l’esecuzione tra i due atti di una delle ouverture “Léonore”.

Giovedì, 20 Novembre 2014 00:00

Fuzz Orchestra al Glue di Firenze

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Sabato 15 novembre al Glue tornano di scena atmosfere decisamente cupe: tre “loschi” figuri in giacca e cravatta padroneggiavano il palco, senza che nessun effetto di luce o visual particolari li accompagnasse, illuminati solamente da un fascio di luce rossa che avvolgeva un uomo dalla folta barba nera. 

Si trattava di Paolo Mongardi, batterista ormai da due anni dei Fuzz Orchestra. Ai lati scuri del palco, si trovavano Fabio Ferrario al “noisepiano” e Luca Ciffo, alla chitarra. Per chi non li conoscesse (rimediate subito, ed andateveli ad ascoltare!) i Fuzz orchestra sono un trio Milanese, formatosi nel 2006, che hanno all’attivo tre dischi (Fuzz Orchestra, Comunicato n°2 e Morire per la patria) e centinaia di concerti effettuati tra l’Europa e gli Stati Uniti. 

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