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Terra di nessuno
Accordi, accordicchi, inciuci è questo il leitmotiv che scandisce l’universo della politica italiana, da sempre è l’indubbio assunto. Tuttavia all’interno di un panorama ampio che guarda all’universo peninsulare come un grande calderone di “bizzarre” idee, la Sicilia riesce ad essere, si fa per dire, avanti rispetto a tutto il resto. Il patto del Nazzareno è cosa nota, il mega inciucio che ha portato due partiti che per anni hanno battagliato (ne siamo sicuri?) nelle tribune di talk show mainstream, i quali dopo vicissitudini antropologicamente discutibili sono arrivati a governare praticamente assieme.
Le prime manifestazioni in cui mi chiedevano di andarmene dal corteo perché avevo una bandiera di partito. Gli spintoni e le mani che si alzano durante accese discussioni, l’attacco ad altri che erano in piazza, accusati di essere meno compagni (o falsi compagni). Il presidio che si trasforma in momento di scontro con le forze dell’ordine, le discussioni dopo, le divisioni, le prese di distanza su gesti non concordati, la rabbia di chi non voleva alimentare la tensione in piazza, le offese ricevute perché non condividi alcune modalità. Sono cose da cui molti sono passati, spesso causa di nervosismo e frustrazione. Sul coro che si è alzato a difesa di Caselli, prevale però l’insofferenza verso un muro di ipocrisia dietro cui si nasconde la vita reale. Meglio litigare con compagne e compagni con cui non si concorda, piuttosto che ritrovarsi a sostenere cose slegate dalla realtà, funzionali ad una propaganda istituzionale assordante.
Nonostante le dichiarazioni ufficiali del Segretario Generale del Gabinetto Suga parlino di “situazione sotto controllo” il rilascio di acque radioattive - l'ultimo evento, che ha suscitato ampie preoccupazioni a livello internazionale, reso noto proprio a fine febbraio dal reattore numero 2 - in mare dalla centrale di Fukushima continua imperterrito.
In tema lavoro, lo scorso 2 marzo, in sede di Commissione Bilancio della Camera bassa, il deputato comunista Shozo Majima ha denunciato che Toyota ha forzato i propri fornitori a tagliare i costi per unità di prodotto per tremila miliardi di yen nel 2014.
L'esponente comunista ha affermato che in base alla legge i prezzi tra industria acquirente e quelle che lavorano producendo per suo conto debbano essere frutto di negoziazioni e debbano tener conto dei costi di produzione e non essere determinati discrezionalmente dalla azienda acquistante.
Per il parlamentare il governo dovrebbe spingere le grandi aziende a corrispondere prezzi maggiori affinché le piccole e medie aziende da esse dipendenti possano aumentare l'occupazione.
Di Luca Onesti
Per leggere la prima parte del reportage sulle questioni abitative di Lisbona clicca qui
Politiche abitative alternative. Il progetto SAAL e l’Iniziativa Quartieri Critici.
Le politiche pubbliche nel campo abitativo, anche quelle tradizionali, con tutti i limiti e le criticità che portano con sé, sono storicamente carenti in Portogallo abbiamo detto. Non sono mancati però dei progetti innovativi di progettazione e riqualificazione partecipata, e vale la pena ricordarli, anche per rendersi conto che le alternative a quello che sta succedendo a Santa Filomena esistono, basta volerle mettere in pratica.
Innanzitutto il progetto SAAL (Serviço de Apoio Ambulatório Local), voluto dall’architetto Nuno Portas, Segretario di Stato all’Abitazione e all’Urbanismo all’epoca del Processo rivoluzionario in corso (PREC), all’indomani della Rivoluzione del 25 aprile 1974. Attraverso la formazione delle Brigadas tecnicas, gruppi di giovani architetti e studenti – tra questi vi era anche Alvaro Siza Vieira, oggi uno degli architetti portoghesi più riconosciuti internazionalmente – venivano elaborati, con un processo che prevedeva la partecipazione totale dei residenti sia in fase di progettazione che di costruzione, dei programmi di recupero o ricostruzione di aree urbane degradate, al fine di migliorare le condizioni di vita dei residenti.
Di Luca Onesti
Demolizioni e sfratti alle porte della città del turismo
A quindici minuti dal centro di Lisbona si nega il diritto all’abitazione a migliaia di persone, per far spazio ad un nuovo riassetto urbano della città e alla speculazione edilizia.
Elisabete ha quarant’anni e vive in Portogallo da sette. Ogni mattina, dalle 7 alle 9, va in un grande supermercato a fare le pulizie, è lontano ma deve andarci a piedi, perché non ha soldi per pagare il pass dei trasporti pubblici. Il resto della mattinata lo passa a vendere pochi oggetti, ma non ha una licenza e deve stare attenta alla polizia.
Di Chiara Del Corona e Lorenzo Palandri
“Chissà cosa succede poi, dopo aver parlato. Dopo l’ultima pagina, quando il romanzo finisce.”
Gianrico Carofiglio, “Il bordo vertiginoso delle cose”
Un incontro davvero piacevole quello organizzato il 5 marzo dalla Libreria dei Lettori presso il saloncino della Pergola con lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio, da subito aderente alla campagna “Libreria bene comune”, lanciata dalla libreria dei Lettori e sensibile alla situazione e al destino delle librerie indipendenti.
A rendere ancor più coinvolgente il tutto è stato il fatto che più che una presentazione o una conferenza si è trattato di un interscambio con botta e risposta tra l’autore e il pubblico che gli rivolgeva domande e curiosità, creando l’atmosfera propria di un’amena chiacchierata intellettuale ma anche leggera in un salotto effettivamente sofisticato ma trasformatosi in tal modo in ambiente familiare, quasi intimo.
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