Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.
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Di Marco Fantechi
Il ruolo dell'Arabia Saudita
Un Iran reinserito nei circuiti politico-diplomatici internazionali, senza sanzioni economiche ed embargo militare, riduce il potere anche dell'altra potenza regionale, l'Arabia Saudita.
Il regno dei Saud, islamici sunniti Wahabiti, ha posizioni di forza storicamente consolidate, è il paese custode dei luoghi santi dell'Islam (La Mecca) che ne fa leader del Congresso Islamico Mondiale, della Lega Araba e, come produttore di petroli, dell'OPEC, il tutto sotto l'interessata protezione, prima della Gran Bretagna poi degli Stati Uniti e dell'intero blocco occidentale.
Di Marco Fantechi
Il ruolo di Israele
Israele sarà il principale antagonista dell'accordo, da decenni è potenza nucleare (tra 100 e 200 testate) nell'impianto di Dimona, deserto del Neged, produce armamento, come testimoniato dalle foto che il tecnico Mordecai Vanunu ha diffuso, e che gli sono valse la detenzione dal 1986.
Di Marco Fantechi
"Stato terrorista", "Paese dell'asse del male", "Stato canaglia". Questi sono gli aggettivi che i media occidentali riservano a numerosi paesi nel mondo, da Cuba alla Nord Corea, dall'Iran al Venezuela, Siria, Libia, Serbia, Iraq, Afghanistan.
Gli USA sono stretti tra una politica estera imperiale, volta a tagliare il più possibile fuori i paesi che non si sottomettono alle regole del libero mercato a gestione multinazionale in cui loro svolgono un ruolo guida e una consapevolezza, tra gli ambienti più ragionevoli, politici e militari, che i principali problemi di attacchi, militari e/o terroristici, vengono da ambienti interni alle loro alleanze. Attacco 11 settembre 2001 al World Trade Center e al Pentagono - tutti gli attentatori erano musulmani sunniti, quasi tutti cittadini sauditi, il mandante Osama Bin Laden è sunnita e di origine yemenita-saudita.
Il Governatore della Prefettura di Okinawa, Takeshi Onaga, è pronto a ritirare le autorizzazioni, concesse dal proprio predecessore, ai lavori di costruzione della nuova base statunitense nel distretto di Henoko (Nago).
L'annuncio, giunto lo scorso 16 luglio, è conseguenza del parare negativo fornito dal gruppo di lavoro - istituito dallo stesso Onaga - circa la legittimità delle autorizzazioni rilasciate da Hirokazu Nakaima.
Contro i disegni di legge, volti a facilitare l'impiego all'estero delle truppe nipponiche, si sono intanto schierati oltre 11.000 studiosi e ricercatori raccoltisi intorno ad un appello: tra essi il premio Nobel per la Fisica Toshihide Masukawa.
La Grecia e la sua crisi usciranno dalle scalette dei telegiornali e dalle prime pagine dei giornali italiani. È una regola dell'informazione: “tirare” troppo una notizia stufa il lettore, approfondirla lo annoia. Finiti gli aspetti scenografici - la tensione sul volto di Tsakalotos, la giacca di Tsipras - restano sul tappeto i problemi dei greci e della loro economia.
In questi anni, prima a sinistra, poi persino in un pezzo delle élite conservatrici, si è affermato che le politiche di austerità imposte all'economia ellenica e accettate - e seguite parzialmente o totalmente - da Pasok ed ND hanno peggiorato la malattia che affligge la Grecia.
PIL crollato, domanda interna e condizioni di vita della popolazione ellenica drasticamente peggiorate, nessun risultato apprezzabile sul fronte occupazionale e del contrasto all'evasione (anzi l'esatto opposto).
Di Marco Fantechi
Gli schieramenti nella trattativa internazionale per la regolamentazione dello sviluppo nucleare in Iran:
- USA, erano l'interfaccia principale dell'Iran. Resistendo al pressing di Israele, caldamente sostenuto dai Repubblicani, hanno puntato all'accordo.
- GB, defilata (non intende avere scontri con gli alleati arabi) allineata su posizioni USA.
- Russia è la realizzatrice degli impianti nucleari, ha sostenuto il ruolo di alleato/protettore dell'Iran e conta su consolidamento blocco sciita grazie al rientro del paese nei circuiti internazionali.
- Cina, pro Iran, rimasta defilata, abitualmente non assume posizioni nette nelle assisi internazionali, per non ostacolare i suoi flussi economici.
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