Internazionale

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Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.

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Sabato, 11 Luglio 2015 00:00

Chi ha votato no al referendum in Grecia

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Chi ha votato NO al Referendum Greco

La vittoria del “NO” al Referendum greco del 5 luglio scorso è stata giustamente salutata come un passaggio di enorme rilevanza nella storia recente della Grecia. Sebbene i cittadini ellenici siano stati semplicemente chiamati a votare se accettare o meno il piano dei creditori internazionali in cambio di un nuovo programma di aiuti, le implicazioni politiche del voto sono decisamente più ampie e riguardano l’idea di Europa e di società alla quale si vuole aspirare: da una parte chi ritiene che l’Europa della austerità e del primato della finanza non possa essere messa in discussione, dall’altra chi invece pensa che un progetto unitario vado costruito dal basso, mettendo al primo posto il benessere dei popoli e non quello degli istituti di credito.

Venerdì, 10 Luglio 2015 00:00

Oxi

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OXI

Non è semplice formulare in questo momento ipotesi valide sullo sbocco della trattativa, in realtà un conflitto di grande portata, che la Grecia ha in corso con i poteri europei e i governi dei paesi della zona euro. La posta per il governo greco sono le possibilità stesse di una sopravvivenza non miserabile della popolazione greca, mentre per i poteri europei è la prosecuzione incontrastata di un’Europa ferocemente antisociale, dominata dagli interessi del capitalismo tedesco e subordinata, tramite il Fondo Monetario Internazionale, agli interessi della grande finanza e delle grandi multinazionali del pianeta. Una piccola popolazione si è fatta capace a grande maggioranza, con quell’orgoglio di cui è stata storicamente capace in molti momenti, di ribellarsi, dopo anni di inaudite sofferenze, a poteri europei e nazionali protagonisti politici di quell’immenso apparato di sfruttamento del lavoro e di rapina delle risorse degli stati e delle popolazioni cui dobbiamo, mentre continua a crescere la produttività del lavoro, l’impoverimento di grandi masse popolari e il peggioramento delle condizioni di esercizio del lavoro, non solo in Europa ma in quasi tutto il mondo. Di

Martedì, 07 Luglio 2015 00:00

Oki: ma speriamo i dolori siano finiti

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Dopo la bocciatura referendaria alle ultime proposte dei creditori, ripartiranno le trattative tra la Repubblica ellenica e la troika? Il 61% di “no” alle misure recessive offerte ad Atene ha suscitato la reazione fuori dalle righe dei socialdemocratici tedeschi Gabriel e Schulz, una reazione non dissimile a quella dei loro colleghi di coalizione (in Europa, in Germania e se vi governassero anche su Plutone) della CDU.
Per il Presidente dell'Europarlamento vi è addirittura la necessità di fornire “aiuti umanitari” alla Grecia: una nostalgia per le poor laws che spiega molto della crisi da subalternità delle socialdemocrazie europee.

Grecia: il modello Marchionne come modello politico

Era il 15 gennaio 2011 quando l'amministratore delegato Sergio Marchionne che aveva appena trascinato la casa automobilistica fuori da Confindustria, festeggiava la vittoria del Sì al referendum alla Fiat di Mirafiori. La bruciante sconfitta dei 5.400 lavoratori delle carrozzerie comportava il taglio delle pause, la repressione dell'assenteismo, più turni settimanali e la triplicazione degli straordinari annuali. Così il contratto di lavoro nazionale, ultimo strumento di difesa collettiva a disposizione dei lavoratori venne progressivamente smantellato azienda per azienda. La paura di perdere il lavoro, sotto la minaccia del padrone che aveva promesso che in caso di vittoria del No avrebbe non solo bloccato ogni possibile investimento, ma pure delocalizzato, aveva prevalso. La minaccia di delocalizzare aveva creato un leading case di taglio secco di diritti alla faccia di tutte le normative europee di contrasto al dumping sociale.

“Dobbiamo punire quei due giornali”, questa la frase dal sen fuggita dello scrittore Naoki Hyakuta, intervenuto ad una conferenza sulla Costituzione dei giovani del PLD, indirizzata a due giornali locali (Ryukyu Shimpo e Okinawa Times) colpevoli di opporsi alla nuova base militare ad Henoko e ai disegni di legge di guerra attualmente in discussione alla Dieta. Hyakuta è stato componente del consiglio di amministrazione della televisione pubblica NHK ed ha posizioni apertamente negazioniste circa le atrocità commesse dal Giappone durante il suo impero coloniale.
In un altro intervento, un parlamentare sollecitava Keidanren ad intervenire sui media ostili utilizzando gli introiti derivanti dalla pubblicità come arma di pressione.

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