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Respingere le pretese tedesche sull’Europa
Dalla parte del popolo greco, di Syriza, del compagno Alexis Tsipras
Cinque anni di imposizioni di programmi di “austerità” alla Grecia da parte dei poteri europei, sempre più sottoposti a comando tedesco, ne hanno abbattuto il PIL del 25% e determinato un pesantissima crisi della condizione popolare. È semplice questione di buon senso concludere che il nuovo programma di “austerità” imposto da questi poteri incrementerà in Grecia crisi economica e crisi sociale, essendo esso totalmente in linea con i precedenti. Non solo: la quasi totalità degli osservatori economici nonché la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale affermano che la crisi greca non rientrerà, a meno di una ristrutturazione del debito pubblico, cioè del suo consistente abbattimento o, quanto meno, della sua diluizione su tempi molto lunghi e di una riduzione tendente a zero degli interessi che ne vengono ai creditori.
Quali sono i motivi che hanno portato il governo della Germania a operare, per di più scavalcando apertamente i vari poteri esecutivi europei e operando con una brutalità mai vista in precedenza nell’Unione Europea, affinché la totalità di tali poteri e degli altri governi dei paesi della zona euro condividessero il nuovo programma e lo imponessero alla Grecia? Una risposta data a questa domanda da varie parti politiche e da vari osservatori è che il governo della Germania non intenda rischiare di trovarsi prossimamente in una situazione che veda l’“austerità” ovvero il “rigore” di bilancio non più praticati da parte di paesi importanti della zona euro, come Italia e Francia (parimenti uno sguardo minaccioso è rivolto da questo governo a Spagna, a Portogallo e a qualsiasi altro paese della zona euro suscettibile di vittorie elettorali di sinistra: se ciò avverrà, dice lo sguardo, il trattamento sarà analogo a quello della Grecia).
Di Marco Fantechi
19 luglio 2015: viene sottoscritto accordo internazionale su impianti produzione energia nucleare in Iran. Dopo 21 mesi di trattative tra Iran e membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell' O.N.U. : USA - G.B.- Francia - Russia - Cina e Germania (non permanente) con partecipazione di Unione Europea e Agenzia Internazionale Energia Atomica (AIEA) si è arrivati ad un accordo.
I punti principali sono:
- Rifiuto da parte dell'Iran di produzione armi nucleari
- Ispezioni AIEA in tutti gli impianti
- Riduzione scorte uranio a 300 Kg
- Riduzione centrifughe di 2/3
- Utilizzo centrifughe di prima generazione (ir-1)
- Arricchimento uranio solo fino a soglia 3,67 %
Pechino sempre più preoccupata dalle politiche militariste nipponiche. L’approvazione di alcuni disegni di legge del pacchetto per l'impiego delle Forze di Autodifesa all'estero ha suscitato la dura presa di posizione cinese. “Per ragioni storiche, le mosse del Giappone in materia militare e di sicurezza sono tenute strettamente sotto osservazione dai vicini asiatici e dalla comunità internazionale. [….] Quest’anno è il settantesimo anniversario della vittoria della Guerra Popolare Cinese di Resistenza Contro l’Aggressione Giapponese e della Guerra Mondiale Antifascista. In un momento nel quale le persone in tutto il mondo ricordano la storia e sperano per la pace, noi con forza chiediamo al Giappone di trarre le dure lezioni dalla storia, di seguire il percorso dello sviluppo pacifico, rispettando le preoccupazioni per la sicurezza dei suoi vicini asiatici ed astenendosi dal mettere a rischio la sovranità e la sicurezza cinese e dal danneggiare la pace e la stabilità regionale” ha dichiarato la Portavoce del Ministero degli Esteri della RPC Hua Chunying.
Fortemente critico per il processo accelerato, e per il definitivo stop alla discussione sui due disegni di legge approvati, il Presidente dei democratici Okada: “esprimiamo la nostra forte opposizione al fatto che tale legislazione, la quale rappresenta una decisa inversione di tendenza rispetto alla politica di sicurezza nazionale del Giappone, e che con ogni probabilità è incostituzionale, sia stata trattata a tambur battente, con il primo ministro Abe che ha ammesso che ‘non si è approfondita la comprensione da parte dell’opinione pubblica’ […] Il governo avrebbe dovuto ritirare i disegni e far ripartire la discussione dall’inizio".
"Naturalmente ciò non esaurisce il tema. L’opposizione pubblica continuerà durante la sessione della Dieta. In tali circostanze, ciò che conta è che noi si crei una situazione nella quale la legislazione non possa essere promulgata” ha proseguito il leader del PDG.
Sempre in ambito militare, una ricerca resa nota lo scorso giugno, mostra come il 64% dei ricercatori universitari si opponga alla cooperazione nella ricerca scientifica tra esercito ed università. Se il ministero dedicato continua a tagliare fondi alle università, quello della Difesa ha stanziato - per l’anno fiscale 2015 - 300 milioni di yen per cofinanziare ricerca scientifica a uso bellico.
Non cessa intanto l’opposizione di cittadini ed istituzioni locali alla nuova base militare statunitense, in fase di realizzazione, nella Prefettura di Okinawa.
Il 7 luglio, la città di Nago, sotto la quale rientra anche il distretto di Henoko che ospiterà la base, ha iniziato lavori di ricerca di tracce archeologiche nei pressi di Camp Schwab.
Lo scorso febbraio una pietra, risalente al Regno delle Ryukyu, era stata trovata proprio nell’area dove sorgerà la base militare.
Un’ordinanza, votata a maggioranza dall’Assemblea della Prefettura, ha, nel contempo, posto dei limiti al trasporto di materiali da costruzione (in particolare sabbia) necessari alla posa di opere in mare e provenienti da altre aree del Giappone, in quanto tali materiali possono essere portatori di specie particolarmente invasive e non presenti nella flora e fauna tradizionale dell’isola.
Sul fronte lavoro, in parlamento si è tornato a discutere di lavoratori stranieri e della possibilità di espansione dell’utilizzo di questi lavoratori in settori dai quali, fino ad ora, erano rimasti esclusi, come i lavori domestici. Un’estensione che, se realizzata, “condurrà ad un aumento dell’uso degli stranieri per lavori manuali scarsamente pagati” per la senatrice comunista Tomoko Tamura. Il governo ha intenzione di iniziare a consentire l’assunzione di lavoratori stranieri nel settore dei lavori domestici a partire da alcune aree qualificate come aree economiche speciali. Rischi insisti in una eventuale estensione anche per l’avvocato Shoichi Ibusuki, sentito dalla competente commissione della Camera dei Consiglieri in qualità di esperto. Per Ibusuki vi sarebbero rischi legati all’abuso fisico delle lavoratrici, ad un perpetuarsi della mancata condivisione del lavoro domestico tra uomini e donne e ad una non applicabilità della Legge sulle Condizioni di Lavoro.
(con informazioni di Japan Press Weekly 08 – 14 lug. 2015, di fmprc.gov.cn e dpj.or.jp)
"Elections change nothing. There are rules" ("Le elezioni non cambiano niente. Ci sono delle regole"). Così Wolfgang Schäuble ministro delle finanze tedesco, riferendosi alla domanda di cambiamento democratica giunta col voto in Grecia lo scorso gennaio, chiariva quali erano gli spazi per una strategia riformista in ambito europeo.
Non tardava a fargli eco Jean Claude Juncker, che aggiungeva: "Non ci può essere nessuna scelta democratica contro i trattati europei".
Se ci imbarchiamo nell’impresa di provare a tirare le fila su quello che sta accadendo in queste ore in Grecia, le cose certe sono pochissime. In primo luogo, è certo che per provare a farsi un’idea che in un qualche modo corrisponda alla realtà, è bene informarsi su siti e quotidiani esteri: sin dall’inizio la stampa italiana si è imbarcata in una gara a chi dipingeva lo scenario più irrealistico su quello che avrebbe previsto l’accordo tra Grecia e Troika.
Rischi di coinvolgimento anche per i civili nei disegni di legge concernenti l'impiego all'estero delle Forze di Autodifesa. In una delle dieci norme, attualmente in fase di discussione nella Dieta, è prevista la possibilità che lo Stato possa richiedere ad imprese private di coadiuvare le FA nelle attività di natura logistica (anche in aree non prossime all'arcipelago nipponico).
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