Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.
Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
Dopo mesi di discussione la reinterpretazione dell'articolo 9 della Costituzione nipponica è infine arrivata: il primo luglio è stato emanato il decreto che rende possibile - in virtù dei nuovi intendimenti - impegnare truppe all'estero a sostegno di Paesi alleati (anche se non direttamente in combattimento ma con funzioni, come la logistica ed il supporto agli alleati, che possono comportare in linea teorica di ingaggiare combattimenti).
Preoccupazione per le pulsioni militariste del Giappone è stata espressa dal ministero degli Esteri cinese che giudica le mosse di Tokyo come foriere di nuove tensioni anche nel Pacifico.
I beccai si sono attivati per chiedere alle forze politiche della sinistra italiana la loro posizione rispetto alla situazione palestinese. Ecco qui la prima intevista!
Una punizione collettiva e immotivata. Ecco che cosa è l’attacco israeliano di queste ore; mentre il mondo, la politica, l’opinione pubblica fa finta di non vedere gli oltre novanta morti di Gaza e si concentra sui mondiali, il governo israeliano approfitta di un omicidio compiuto da frange di islamisti radicali in una zona sotto controllo israeliano per incolparne tutto il popolo palestinese. E bombardarlo con la complicità degli USA e della NATO.
Questa operazione militare compiuta da uno stato imperialista interessato solamente ad espandere il proprio dominio e a schiacciare “il nemico” non è altro che un attacco a orologeria cinico e sadicamente mirato a destabilizzare il processo di pace. Pace che aveva debolmente preso piede in Palestina con l’accordo Hamas-Fatah e che ora le bombe israeliane che piovono sui civili scardinano, ridando politicamente forza all’ala palestinese estremista.
Raggiungiamo per e-mail Sara, attivista di Occupy Gezi e impegnata nel variegato movimento antigovernativo turco, sempre in prima linea sin dalle prime manifestazioni in piazza Taksim a difesa del parco Gezi e fra coloro che durante i violenti scontri con la polizia portava soccorso ai feriti.
È passato più di una anno dalle prime manifestazioni in difesa del parco Gezi. Quale è attualmente la situazione del movimento di protesta antigovernativa? È ancora uno spontaneo network di ONG o sta diventando più organizzato e strutturato? Ritieni che il movimento nel suo complesso sia oggi più forte o piuttosto che sia stato indebolito, soprattutto a causa delle feroce repressione delle forze dell’ordine?
I residenti della Prefettura di Fukushima sarebbero d'accordo “a prendere dei soldi, alla fine” come compensazione per la realizzazione di siti di stoccaggio temporanei per terreni da decontaminare provenienti dall'area della tristemente famosa centrale, questa la gaffe pronunciata dal ministro dell'Ambiente Ishihara lo scorso 16 giugno.
Rabbia per l'incredibile dichiarazione è stata espressa dal governatore della Prefettura Yuhei Sato: “mi chiedo se il ministro sia a conoscenza della nostra sofferenza. Credo sia totalmente privo d'amore per le nostre comunità”. Indignazione è stata espressa anche da Ichida del PCG: “il suo commento rappresenta l'irresponsabilità di questo governo” ha dichiarato il parlamentare comunista durante una seduta della commissione Sviluppo della Camera alta.
Se l'annuncio della proclamazione del califfato di Iraq e Levante da parte dell'ISIS ha puntato i riflettori sulla zona, in pochi paiono essersi accordi che effettivamente c'è una parte del paese che resiste.
Parliamo del Kurdistan iracheno. La zona situata nell'Iraq settentrionale non è stata ancora attaccata seriamente dai militari dell'ISIS (anche se va ricordato che a fine maggio la popolazione curda ha subito il lutto del rapimento di 145 ragazzi tra i 14 e i 16 anni da parte di militari della forza fondamentalista in cerca di “reclute” da addestrare alla jihad) ma niente lascia escludere che i confini verranno rispettati.
Ormai è qualche mese che io e Luca Onesti (autori di Sosteniamo Pereira) scriviamo per il Becco.
È una collaborazione che fin qui, ci ha dato diverse soddisfazioni e la possibilità di esprimere liberamente le nostre opinioni. Ora, non vorrei essere autoreferenziale e parlare solo di me stesso, di Sosteniamo Pereira o continuare a elogiare questa giovane realtà editoriale. Tuttavia correrò il rischio, visto che ho la possibilità di farvi conoscere attraverso questo sito, ringraziando ancora il Becco per lo spazio concesso, un'avventura sportiva e non solo, che inizierà alla fine di luglio e terminerà a Lisbona il prossimo 10 agosto. Buona lettura.
Tratto da ceraunavoltailportogallo.wordpress.com
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).