Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.
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Articolo di Matteo Bortolon tratto dal numero cartaceo consultabile qui
L'ultima truffa che non sembra essere niente di più che una cessione di sovranità nazionale alle società multinazionali
La sferzante definizione della parlamentare statunitense Elisabeth Warren nel suo editoriale del Washington Post1 è adeguata non solo all'oggetto dell'articolo, il Partenariato Trans-Pacifico (TPP) ma a tutti gli accordi simili. Non ha riscosso particolare attenzione nei media la firma il 30 ottobre scorso del CETA, un accordo che lega l'Unione europea al Canada. È solo l'ultimo esempio di come simili trattati vengono negoziati al riparo dagli indiscreti sguardi dei cittadini. Come sicari che strisciano nell'ombra senza rivelarsi nel momento in cui la vittima deve subire il colpo, si potremme dire. Ma cos'è successo esattamente ad ottobre?
Rimarrà nella storia la visita, effettuata il 26 e 27 dicembre, del premier Abe alla base di Pearl Harbor nelle Hawaii. Una visita “fortemente da lodare” per Yohei Kono, passato anch'egli alla storia per la dichiarazione ufficiale del 1993 che esprimeva rimorso per i crimini di schiavitù sessuale commessi dall'esercito coloniale nipponico in Corea. “Questa visita è un'occasione per ricordare quanti sono morti in guerra, una dimostrazione della volontà di non ripetere gli orrori della guerra ed allo stesso tempo un messaggio per la riconciliazione tra Stati Uniti e Giappone” ha dichiarato il Segretario Generale del Gabinetto, Yoshihide Suga.
“(…) riafferma che la costituzione da parte di Israele di colonie nel territorio palestinese occupato dal 1967, compresa Gerusalemme est, non ha validità legale e costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale e un gravissimo ostacolo per il raggiungimento di una soluzione dei due Stati e di una pace, definitiva e complessiva”
Questo è il primo punto della risoluzione numero 2334 (leggi qui) con la quale il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha condannato in modo ferreo l’atteggiamento colonialista di Israele nei confronti della Palestina, vietando ogni ulteriore sviluppo di insediamenti nei territori occupati. La risoluzione è stata approvata con 14 voti favorevoli e, dato che ha “fatto scandalo”, un’astensione, quella degli Stati Uniti.
Nuova svolta in Medio Oriente (a dieci mani)
La guerra civile siriana ormai giunta al suo quinto anno ha vissuto molti episodi di svolta che apparivano decisivi e si sono poi rivelati quantomeno effimeri. La verità è che il contesto in cui si inserisce vede un quadro geopolitico in cui le principali potenze emergenti del mondo sempre più multipolare si scontrano con l’Impero decadente americano che adotta strategie pericolosamente affini a quelle dell’Isis e delle varie formazioni jihadiste. Questa settimana proponiamo un’analisi dell’ultima svolta dettata dalla riconquista del fronte governativo siriano della città di Aleppo, in concomitanza, o quasi, con l’omicidio in Turchia dell’ambasciatore russo Andrey Karlov.
Nuova discesa dello yen (117,89 yen per un dollaro) lo scorso martedì. La Banca del Giappone ha anche confermato i tassi sui titoli di Stato (0,1% per i titoli a breve termine ed intorno allo zero per i decennali). La politica monetaria volta a contrastare la deflazione si è sposata con il mega bilancio di previsione per il 2017 (97.450 miliardi di yen) licenziato dal governo lo scorso giovedì. Il bilancio sarà approvato dalla sessione ordinaria della Dieta convocata in gennaio (l'anno fiscale comincia e termina in marzo nel Sol Levante).
Articolo di Andrea Montagni uscito sul numero cartaceo consultabile qui
I sindacati dal Forum mondiale al TTIP
Vorrei approfittare della richiesta dei compagni e amici de il Becco di intervenire sul Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (il famigerato TTIP) per fare alcune riflessioni, spero non banali, su come nel movimento sindacale europeo e internazionale la questione abbia segnato, nell’ambito dei sindacati aderenti alla Confederazione internazionale dei sindacati (ITUC/CSI) e alla Confederazione europea dei sindacati (ETUC/CES), un punto di svolta assai importante che ha portato in àmbito internazionale e in seno alla Unione europea ad una importante e significativa rottura tra il punto di vista dei governi occidentali e della Commissione europea.
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