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Pillole dal Giappone #206 - Nuovo partito a sinistra dei democratici
Settimana iniziata sul fronte della Penisola corana con movimenti di navi statunitensi che sono state impiegate nei primi giorni di ottobre in esercitazioni congiunte con mezzi sudcoreani e giapponesi. Tra le manovre effettuate, secondo quanto riportato dallo Stato Maggiore della RdC, l'individuazione ed il tracciamento di eventuali missili nordcoreani. Principale nave coinvolta è stata la portaerei Ronald Regan di stanza nel porto giapponese di Yakosuka (Prefettura di Kanagawa).
La crisi è spagnola non solo catalana
La richiesta di indipendenza dal regno di Spagna da parte di una maggioranza (o, fino a tempi recenti, forse non esattamente una maggioranza) della popolazione catalana ha motivazioni dirette o indirette non molto diverse da analoghi fenomeni altrove in Europa. Al fondo gioca l’intenzione di tenere per sé, essendo un territorio ricco, il più possibile delle proprie tasse. Giocano inoltre grandi differenze di storia, di cultura e di lingua. E gioca, molto pesantemente, la lunga non encomiabile storia della Spagna sul versante delle popolazioni di lingua non castigliana.
La Spagna e le autonomie regionali: il vero quesito dietro al voto referendario in Catalogna
In queste ultime settimane il dibattito politico europeo ha avuto, insieme alle elezioni federali in Germania, come argomento principale il referendum per l’indipendenza della Catalogna. Il Parlamento catalano e il leader Carles Puigdemont avevano annunciato lo scorso giugno il referendum, il secondo dopo il voto del 2014 considerato dal governo spagnolo come consultivo e non vincolante. Motivo per il quale anche la partecipazione dei catalani al voto era stata deficitaria (solamente il 35 % degli aventi diritto per il quale non fu raggiunto il quorum, 80 % dei votanti favorevole alla indipendenza della Catalogna). In realtà la contesa iniziò nel 2010, quando la Corte Costutizionale annullò la legge varata con un referendum dal governo di Zapatero che regolava i rapporti tra stato spagnolo e autonomia regionali.
Settimana iniziata con grandi novità politiche. Il 25 settembre, dopo le numerose voci circolate nelle scorse settimane, il premier Abe ha confermato lo scioglimento della Camera dei Rappresentanti per il 28 settembre e dunque un anno prima della sua scandenza naturale. L'invecchiamento della popolazione e le minacce nordcoreane richiederebbero a giudizio del leader conservatore un governo nuovamente legittimato dal ricorso alle urne.
“Non ci ha convinto affatto” è stato il commento a caldo del leader democratico Seiji Maehara. La campagna elettorale inizierà ufficialmente il 10 ottobre per concludersi il 22.
Settimana aperta con il viaggio di Shinzo Abe negli Stati Uniti. Lunedì il premier nipponico è partito per New York per partecipare all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ma anche per discutere con gli Stati Uniti circa i rapporti economici bilaterali in vista della visita di Trump nel Sol Levante Giappone prevista per novembre. Al centro dell'attenzione mondiale nell'ambito dei lavori ONU il discorso violentissimo tenuto da Donald Trump apprezzato solamente da Israele (il ministro della Difesa giapponese Onodera, interrogato sul tema, si è rifiutato di commentare) ed al quale ha risposto con altrettanta durezza, lo scorso 21 settembre, il Presidente nordcoreano Kim Jong Un con un comunicato.
“Le minacce militari, sia quelle verbali che le azioni, non hanno aiutato a risolvere la situazione” ha sottolineato da Pechino - in risposta alle dichiarazioni di Mattis circa le “opzioni tutte sul tavolo” ma la risposta vale anche per Trump - il Portavoce degli Esteri Lu Kang nella conferenza stampa del 19 settembre. Dura anche la critica del ministro degli Esteri russo Lavrov.
“Dobbiamo fare in modo che la Corea del Nord abbandoni tutti i propri programmi nucleari e missilistici in maniera completa, verificabile ed irreversibile: ciò che è necessario non è il dialogo ma le pressioni” ha dichiarato Abe il 20 settembre nel proprio intervento all'Assemblea.
La guerra può attendere: la crisi in Corea e il caos del Sud-Est Asiatico
Dall’inizio dei nuovi test missilistici da parte della Corea del Nord, l’allarmismo sfrenato dei media occidentali (con un notevole contributo di quelli italiani) ci ha catapultato nell’ultimo film di James Bond con il volto di Pierce Brosnan “La morte può attendere”. Senza il potentissimo satellite-arma Icarus, ma con la minaccia nucleare che grava sugli Stati Uniti e suoi loro alleati.
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