Sinistre

Sinistre

Collocandoci nel campo della sinistra, senza credere che questa categoria non abbia più validità, ci interroghiamo sulla necessità di una sua ridefinizione, confrontando opinioni diverse e percorsi eterogenei che sono alla base della nostra esperienza.

Nell’Unione Europea la linea di frattura politica determinata dalla crisi economica divide non tanto la destra dalla sinistra quanto i Paesi nordici da quelli mediterranei: per fare solo un esempio lampante, il governo socialdemocratico danese è assai più rigorista di quello conservatore spagnolo.

Le elezioni greche sono state dominate, come ovvio, dal tema europeo: persino le grandi divisioni di politica interna riguardavano in realtà l’Europa, essendo relative alla continuazione o meno di drastici tagli alla spesa. In assenza di una forte Europa politica, a livello sia di istituzioni sia di identità collettiva, i contrasti politici non riescono ad articolarsi in confronto tra posizioni pan-europee e si riducono a contrasti culturali, quasi etnici, tra sistemi nazionali distinti. (En passant, fatto che di per sé avvantaggia le formazioni di destra.)

1) La tua critica a ciò che è diventata la Cgil parte più dal passato che dal presente: ti rivolgi all’oggi ma cercando di capire da dove nascono i problemi. Uno dei nodi che emerge è il rapporto tra il principale sindacato italiano e il principale partito della sinistra, allora il PCI, oggi il PD (almeno a livello di percezione di diffusa). Il tuo parere sull’autonomia della Cgil, anche rispetto al passato e a come si è evoluta, o non evoluta?

Nel mio ultimo libro, Lavoratori come farfalle (clicca qui per la nostra recensione), ho parlato esplicitamente di collateralismo della Cgil rispetto al PD. Apparentemente hanno in qualche modo fatto sembrare che non ci fosse più un rapporto diretto come all’epoca del PCI degli anni ’60 e ’70. Come scelta di fondo c'è stata la svolta degli anni '80, che ha riguardato tutta la società italiana, con cui nasce il sindacato della concertazione anche in campo Cgil, nonostante sia un modello che appartiene più alla Cisl. Non si ritiene più necessario avere un referente politico come lo era il PCI ma ci si rivolte ai partiti come realtà di governo. Un tempo

Martedì, 16 Dicembre 2014 00:00

Il Patto Repubblicano, cronaca di una assemblea

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Uno spettro si aggira per Bologna: lo spettro della scissione di Pippo Civati dal Partito Democratico di Renzi. E’ Bologna, infatti, la sede scelta dai civatiani per presentare “Il patto Repubblicano”, dieci punti per cambiare il PD o per costruire un nuovo centro sinistra.

Lunedì, 01 Dicembre 2014 00:00

Quale nuovo soggetto per la sinistra italiana?

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Cominciò con la Sinistra arcobaleno (ricordate), poi la FdS, poi Rivoluzione civile, poi la lista Tsipras, senza contare le Fabbriche di Nichi, Ross@, Alba ed ora Human Factor (?!).
I tentativi di costruire un soggetto unitario della sinistra di alternativa, radicale, antagonista, ecc., ecc, ecc, sono e sono stati innumerevoli, ma tutti minati da alcune contraddizioni di fondo, che se non risolte inficeranno qualsiasi tentativo unitario.
La prima di queste contraddizioni è che ad ogni piè sospinto c’è il lancio di un nuovo soggetto politico della sinistra, con il quotidiano il Manifesto a fare spesso la parte del mezzano, ma altrettanto spesso, per non dire sempre, i proponenti dei diversi progetti sono tuttora, o lo sono stati fino ad un recente passato, parte importante a diverso titolo dei gruppi dirigenti o intellettuali di riferimento della sinistra italiana.

Sabato, 29 Novembre 2014 00:00

Quel partito vuole nascere!

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Di analisi sul voto delle regionali in Emilia e in Calabria se ne sono fatte tante e quasi tutte concordanti nei territori politici a Sinistra del Pd. E quindi, senza ripetere cose che tutti sanno e sulle quali tutti concordano, vorrei sottolineare una cosa soltanto ma decisiva per chi si batte per la costruzione di un nuovo soggetto politico non minoritario della sinistra. E questa cosa è che l’astensione clamorosa dal voto in Calabria ma soprattutto in Emilia non mostra solo disaffezione e ripulsa per la casta. Certo c’è anche questo. Ma c’è molto, molto di più. 

In quella massa di gente che non ha votato, persino in una delle regioni più evolute e sensibili politicamente del nostro paese, si colloca un vero e proprio partito virtuale: quello di coloro che chiedono con l’unico mezzo che hanno a disposizione in questo momento – l’astensione appunto - di poter finalmente godere di una rappresentanza politica che ora non esiste. Questo partito virtuale chiede solo di venire alla luce. Reclama di farlo. E sono chiari, anche se non ancora sufficienti, i segni, nella sinistra Pd e fuori, che aumenta la consapevolezza di questa necessità.

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