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Recentemente è stato pubblicato sul nostro sito un articolo riguardo la Route Nazionale Agesci pianificata per agosto nella Tenuta di San Rossore a Pisa (qui). Nel giro di pochi giorni è uscito un comunicato stampa di risposta sul sito ufficiale del Parco che con il suo contenuto ha rafforzato le nostre convinzioni sulle criticità dell'iniziativa (qui).
Siamo sempre più convinti che le oltre 30.000 persone che per vari giorni soggiorneranno all'interno della Tenuta costituiscano un peso insopportabile per la Tenuta stessa e siano in netto contrasto con i valori istituzionali di un Parco naturale come quello di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. Questa nostra convinzione trova conferma nel fatto che, a quanto pare, nel recente passato la direzione del Parco aveva ritenuto opportuno negare il permesso di pernottamento a gruppi e associazioni che ne avevano fatto richiesta – si trattava di un numero di persone decisamente ben più limitato - allo scopo di non creare precedenti che legittimassero, dopo, analoghe iniziative.
All’alba di sabato 15 febbraio il Municipio dei Beni Comuni ha riaperto l’ex caserma “Curtatone e Montanara”, una struttura posta nel pieno centro di Pisa (via Giordano Bruno 42, quartiere di San Martino) e abbandonata da quasi 20 anni. Il Municipio dei Beni Comuni- sigla alla quale fanno riferimento una rete di associazioni e realtà radicate nel territorio pisano come Rebeldia, Legambiente, Radio ROARR, Equilibri Precari, Africa Insieme ed altre ancora- ha compiuto questo passo dopo una recente storia turbolenta: dopo aver occupato per più di un anno una proprietà abbandonata appartenente alla multinazionale delle vernici J-Colors, una sentenza del Tribunale di Pisa ha imposto lo sgombero dei locali il 26 ottobre scorso (qui). Il 7 dicembre, a qualche settimana di distanza da una grande manifestazione in sostegno alla causa (qui), i “Rebeldi” hanno provato a riprendersi fisicamente l’ex-Colorificio, tentativo andato in fumo dopo poche ore a causa di un nuovo sgombero da parte della Polizia (qui).
In vista dell'iniziativa di sabato 15 febbraio (clicca qui per l'evento Facebook),
vi proponiamo un'intervista a Carlo Formenti uscita su uno dei nostri numeri cartacei
1) Sei stato tra i primi a utilizzare la definizione di “quinto stato”, ormai molti anni fa…
In effetti ho la responsabilità di aver lanciato il termine in Italia, quando, con alcuni giovani amici, misi in piedi un sito che si chiamava appunto Quinto Stato. Con quel termine mi riferivo ai nuovi strati di classe emersi con la Nuova Economia, gli stessi che altri chiamavano classe creativa, classe hacker o lavoratori della conoscenza. Sostanzialmente si trattava dei tecnici che operavano nella produzione di hardware e software, con un forte riferimento alla
“Che si parli di me, nel bene o nel male, purché se ne parli” frase famosa, fatta pronunciare a Dorian Gray da Oscar Wilde, che ha assunto in politica un valore enorme. L’importante non è il giudizio che di te (o del tuo partito) viene dato, ma il fatto che di te (o del tuo partito) se ne parli. In definitiva meglio l’attacco, la critica spietata, al limite la contumelia, che non l’indifferenza e il silenzio.
Ieri a Firenze non ha smesso di piovere per un solo minuto. Nonostante questo in molti non hanno perso l'occasione per sottolineare come la gestione della città degli ultimi anni abbia creato sempre maggiori disagi e difficoltà.
Dalla tarda mattinata i lavoratori dell'azienda di trasporto pubblico fiorentino si sono riuniti in presidio davanti al deposito Ataf di Viale dei Mille. La notizia che li ha fatti mobilitare gira ormai da giorni: gli autisti che a inizio dicembre hanno scioperato ad oltranza senza rispettare le fasce protette (vedi qui e qui) si sono visti recapitare una multa di circa 600 euro.
Secondo un rapporto dalla commissione lavoro della Camera dei Deputati, in Italia ci sono 7 milioni di “soggetti in situazione di disagio occupazionale”. In questo contesto esiste una questione generazionale che caratterizza il nostro paese: siamo la realtà europea dove per un giovane è più probabile rimanere disoccupato, rispetto alle altre classi di età. Non solo, siamo l'unico caso di tutto il vecchio continente in cui ci sono più "scoraggiati" (2,9 milioni di persone che non cercano più impiego) che disoccupati (2,7 milioni).
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