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Incredibile! Avevo appena chiuso un articolo sulle novità a cui sembra doversi il capovolgimento a favore dei miliziani curdi siriani del PYD della situazione militare a Kobanê e avevo appena azzardato che la situazione medio-orientale avrebbe riservato continue sorprese, che un paio di quelle assai grosse è arrivato.
“All We Need is Love”.
Flash Mob a Empoli per chiedere la parità dei diritti civili per le coppie omosessuali.
Il 18.10.2014 Empoli, Piazza dei Leoni, si è tenuto il presidio a favore dei diritti civili e dei matrimoni omosessuali. Hanno aderito a quest'iniziativa: "Fabbrica comune per la sinistra", "Isrka-Laboratorio sociale","Il diritto di essere io","Dusca Bartoli sindaco x Empoli", "Arci empolese Valdelsa".
Dalle ore 18:00 la piazza inizia a riempirsi di persone, circa un centinaio tra donne, uomini e bambini si siedono simultaneamente,dando il via al Flash Mob, in sottofondo "All you need is love " dei Beatles, riprendendo il nome della protesta.
Da una settimana a questa parte le forze curde sono passate all'offensiva contro le forze dello Stato Islamico e le notizie più recenti danno Kobanê come liberata o quasi. Il fattore decisivo, viene detto dai media, consiste nell'intensificazione e nella maggiore precisione dei bombardamenti statunitensi. Sembrano parole che spiegano tutto, ma non è così.
All'inizio dell'attacco dello Stato Islamico a Kobanê, a parte la sorpresa e la superiorità militare, determinata dall'uso di carri armati e di artiglieria strappati precedentemente all'esercito iracheno in fuga (a Mosul esso abbandonò, per esempio, il materiale di cinque divisioni, avanzatissimo e tutto fornito dagli Stati Uniti), giocò a danno dei miliziani curdi la mancanza di qualsiasi collegamento con l'aviazione statunitense. In un momento successivo, tuttavia, con la mediazione di strutture dell'Unione Europea le forze curde riuscirono a stabilire un collegamento. Ma, si noti, questo non portò per settimane ad alcun miglioramento, né per quanto riguardava l'intensificazione dei bombardamenti né la loro precisione.
Dure critiche riguardanti le politiche di sicurezza nazionale sono giunte da parte del Presidente del Partito Comunista Shii al premier Abe durante la seduta plenaria della Dieta del primo ottobre. L'esponente comunista ha sottolineato come l'impiego di truppe nipponiche all'estero esponga le stesse a gravi rischi concernenti la loro sicurezza e la sicurezza complessiva del Giappone.
Non cessa intanto di far discutere l'intenzione del governo di negare o rivedere il comunicato (del 1993) dell'allora Segretario Generale del Gabinetto Kono che riconosceva il fenomeno della schiavitù sessuale all'interno della politica coloniale dell'Impero giapponese.
I primi giorni dello scorso anno, commentando su queste pagine l'avvio dell'avventura elettorale con Ingroia (qui), provavo a proporre ai potenziali interlocutori che la questione, al di la delle tattiche elettorali, era altra e ci costringeva a tentare di tornare a discutere con Marx. Nonostante una serie di interventi, alcune iniziative di confronto e seminariali, mi sembra che da un po' di tempo si sia caduti, su questo, in una fase di stanca.
Vorrei proporre di riprendere un dibattito secondo me vitale. Ripropongo un approccio a Marx un po' (tanto) rozzo ma che spero sia capace di produrre reazioni. So che Marx è un autore complesso, che sulla sua opera c'è un dibattito mai concluso e iniziato prima che egli morisse: tuttavia non mi pare arbitrario sostenere che ci sia, nella sua riflessione e nella sua produzione, una effettiva coerenza e che invece chi ha tentato di rilevarne contraddizioni sostanziali non abbia avuto ragione.
Arriva, finalmente, il testo della prima bozza della Carta dei diritti in rete, buttata giù da una commissione di studio messa in piedi dal Presidente della Camera Laura Boldrini e presieduta da Stefano Rodotà, forse la persona più azzeccata per presiedere un tavolo che discute di diritto e di diritti. Ma questa volta si tratta di una questione di diritto all’interno del mondo del web, cosa quantomeno particolare e non priva di difficoltà. D’altronde, non si tratta soltanto di proteggere o estendere dei diritti già esistenti quali quelli della dignità della persona, della sua integrità, della sua sicurezza e via dicendo… Si tratta di capire come sia possibile concretamente applicare tali principi sanciti dalla stessa Unione Europea.
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